
Festa del Cinema di Roma: Mazinga Z Infinity. Non c'è mai fine ai miti
Che Mazinga Z Infinity sia un’operazione nostalgia è abbastanza chiaro già dal mecha design. Abbandonate le atmosfere di Mazinkaiser (cronologie parallele e design poco amichevoli), si torna nel mondo di Koji Kabuto e Tetsuya Tsurugi. Sono passati degli anni e ognuno ha intrapreso la sua strada, peraltro in modo molto diverso.
L’energia foto atomica è diventata il “motore pulito” del Mondo intero e tutto sembra andare per il meglio, finché… il Dr. Inferno non fa il suo ritorno insieme al Barone Ashura e al Conte Bloken, con tutto il loro esercito di mostri meccanici, tutto!
Di fatto ci troviamo di fronte ad un maxi episodio della saga, una sorta di reunion, come si fa in certe serie televisive o tra compagni di liceo 10 anni dopo. Di anni ne sono passati ben di più di 10, più di 40, ma il tempo sembra essersi fermato, non fosse che per una leggera rivisitazione dell’aspetto dei nostri amati robot giganti. La corazza liscia e regolare di un tempo è ora divenuta un insieme composito a piastre di grande impatto visivo e decisamente più realista, per il resto nulla è mutato.
E’ difficile stabilire se questa scelta estremamente classica sia un bene o un male, molto dipende dall’occhio dello spettatore. Personalmente ho accolto con estremo piacere questa versione rispetto a rivisitazioni molto più estreme.
Sotto il profilo della costruzione della storia, ci allontaniamo dai temi classici del Sol Levante tipici degli anni 70, quali l’abnegazione e il dovere sopra ogni cosa (che pure restano latenti) per un messaggio più universale di cooperazione ed ecologia, a cui si affianca un forte sentimento familiare; quasi una rivoluzione.
Infinity diventa così un capitolo finale (per ora), in grado di risvegliare il nostro spirito fanciullesco, ma allo stesso tempo può essere un modo per le giovani generazioni, per avvicinarsi ad un mondo che ci ha affascinato per quasi un decennio e da cui, molti di noi, sono rimasti influenzati.
Quel mondo oggi è poco fruibile, in quanto gli episodi di allora soffrono particolarmente del tempo trascorso, per la loro ingenuità, ripetitività e ritmo generale, anche se avevano sicuramente qualcosa da dire in più rispetto a molti cartoni animati di oggi.
Non ci resta che aspettare un Goldrake, Getter Robot o Jeeg.