Festa del Cinema di Roma: Dreams by the sea, i sogni in riva al mare di due ragazze unite da un’amicizia speciale

Nel grande Nord di una remota isoletta delle (molto probabilmente) Isole Faroe (a metà strada tra l'Islanda e la Norvegia), circondate dal mare e immerse nel freddo, due adolescenti scoprono nel dono (inaspettato) di un’amicizia fresca e intensa la forza per andare avanti e sperare in un futuro diverso da quel ‘piccolo’ mondo che le circonda.  Ester, ragazza silenziosa ma solare, cresciuta in una famiglia accorta ma forse troppo opprimente, e Ragna,  trasferitasi da poco in città assieme al fratellino e alla madre con problemi d’alcol e instabilità, entreranno infatti l’una nell’orbita dell’altra per scoprire un mondo nuovo, ricco di sensazioni di fiducia e speranza fino a quel momento rimaste silenti. Due mondi diversi, distanti, accumunati dal freddo di un luogo in cui le prospettive sono sempre troppo poche e non resta che evadere con la mente, proiettarsi nel sogno di un futuro che possa riservare qualcosa di diverso, migliore.

Presentato nella sezione Alice nella città (da sempre dedicata al pubblico più giovane) della 12° edizione della Festa del Cinema di Roma, Dreams by the sea (letteralmente sogni in riva al mare) è un’opera prima dal tratto delicato e suggestivo che indaga ancora una volta le complessità circostanziali di uno dei momenti in assoluto più difficili dell’esistenza umana, ovvero  l’adolescenza. Nella voglia di scoprire, scoprirsi, evadere dall’oppressione famigliare (Ester) o dalla completa assenza di punti di riferimento adulti (Ragna), Dreams by the sea scioglie il gelo di un paesaggio splendido ma ‘difficile’ nel calore umano di un abbraccio d’amicizia che appare tanto spassionato quanto catartico. Il coming of age delineato dal regista faroese Sakaris Stórá ha infatti tutte le componenti peculiari delle storie ambientate nel grande nord ma anche  l’universalità di una vicenda che racconta la bellezza di una fiducia concessa a poco a poco, costruita tassello dopo tassello negli sguardi sinceri e nelle piccole/grandi forme d’aiuto che le protagoniste impareranno a scambiarsi reciprocamente. E se Ester offrirà all’amica un supporto più stabile e un’idea di famiglia più concreta sui quali fare affidamento, Ragna dal canto suo insegnerà ad Ester  quell’indipendenza che nella sua vita non è mai stata una scelta ma, piuttosto, una precoce necessità.  

Nella simmetria emotiva che descrive, l’opera del talentuoso regista Sakaris Stórá rivela un cuore piuttosto candido e intenso, e una freschezza narrativa che si traducono in capacità di coinvolgimento. Si tratta, a conti fatti, di un film ‘piccolo’ (anche nella durata complessiva di soli 78 minuti), inscritto comunque all’interno di una circolarità tutta sua e in qualche modo invalicabile, ma anche completo, che stupisce per l’accortezza ‘partecipativa’ e la precisione con cui il regista racconta e tratteggia le sue due affascinanti protagoniste (interpretate dalle brave Juliett Nattestad e Helena Heðinsdóttir).