Festa del Cinema di Roma: C'est la vie. L’inventiva sagace di Eric Toledano e Olivier Nakache
Max (Jean-Pierre Bacri) è responsabile catering di una ditta che serve ai matrimoni. Della sua squadra fanno parte la sua assistente Adèle (fumantina ma in fondo in gamba), Julien (letterato intransigente prestato al servizio tavoli), Guy (fotografo un po’ sui generis con una passione per le sigarette elettroniche e le donne), James (cantante vanesio dal fascino latino). Una squadra all’apparenza sgangherata ma formata da persone di cuore, problematiche ma tutte in qualche modo affezionate al proprio lavoro. In occasione del matrimonio di Pierre ed Elena, che si terrà presso un magnifico castello poco fuori Parigi, la squadra sarà come al solito riunita per dare vita alle sontuose nozze che l’intransigente sposo ha voluto curare in ogni minimo dettaglio. Dovrebbe essere quindi tutto straordinariamente perfetto… o no?
Squadra che vince non si cambia. Dopo il successo di Quasi Amici (2011) e la conferma con Samba (2015), Eric Toledano e Olivier Nakache tornano a trattare la tematica delle relazioni umane ed interpersonali attraverso il contesto ‘sofisticato’ e scintillante del matrimonio, al fine di ribadire ancora una volta che l’estemporaneità e le ‘imperfezioni’ della vita vanno prese per quello che sono. C’est la vie, così è la vita, da prendere come viene perché anche quando l’intera impalcatura sembra stia per crollare, forse il destino ha in serbo qualcosa di bello, inaspettato, originale.
L’inventiva che la coppia di sposi della scena iniziale afferma manchi a Max diventa elemento portante di questa commedia a tratti davvero esilarante che si nutre in primis di dialoghi puntuali e dal ritmo serrato, e di un cast di attori di livello (Jean-Pierre Bacri, Jean-Paul Rouve, Gilles Lellouche, Vincent Macaigne, Eye Haidara, Suzanne Clément). Jean-Pierre Bacri, in particolare, diverte e commuove alla guida ‘pratica’ e spirituale di un gruppo sgangherato di lavoratori da tenere sempre in ‘riga’, e che nonostante gli sforzi del ‘caposquadra’ riesce sempre a uscire dai binari. Le vite private, le disillusioni e le aspettative mancate di ogni personaggio entrano a far parte del tessuto emotivo del film, anche se poi a tenere assieme l’opera sono la cronologia di eventi/incidenti legati alla preparazione dell’evento e poi all’evento stesso.
Il film segue dunque nella scansione oraria le esternazioni ed elucubrazioni varie di una girandola di personaggi bizzarri catapultati in situazioni che dovrebbero essere ordinarie ma che di fatto non lo sono perché subiscono le variazioni umorali della vita. Tra un tavolo invitati con il “nom de plume” sbagliato, un accidentale black out, incontri inattesi, e un fuoco d’artificio di troppo, Eric Toledano e Olivier Nakache (che scrivono e dirigono l’opera) convogliano in C’est la vie! tutta la travolgente freschezza, comicità e nostalgia che possono appartenere alla vita, rievocandole nel rigore festaiolo di una cerimonia di matrimonio. Il mix di umorismo e sarcasmo che era stato carta vincente dei film precedenti torna qua in una veste ancora più sfarzosa, e l’inventiva dei due registi francesi è ancora una volta padrona della scena.
Le idee pullulano letteralmente in questa commedia leggera ma sagace, dove gli artisti tutti (registi, tecnici, attori) mostrano talento da fuoriclasse, dimostrando che la qualità delle idee e dell’inventiva può davvero fare la differenza. Due ore scanzonate ma non troppo sulle note di una cerimonia dove nulla è lasciato al caso, ma tutto può accadere, anche veder volare uno sposo oltre i limiti della propria eccentrica vanità.