Fabrizio De André - Principe Libero: Luca Marinelli diventa Faber
Impresa titanica quella di raccontare attraverso una fiction tv Fabrizio De André: il cantore degli emarginati, dei reietti e dei derelitti; colui che ha tramutato le canzonette italiane in poesie ridando dignità a tutti gli esclusi, in primis alle ‘graziose’ di Via del Campo e alle Marinella e Bocca di Rosa che affollavano i caruggi genovesi; l’uomo che ha saputo descrivere con sferzante ironia le invidie e le bassezze proprie dell’essere umano, basti pensare al testo di Un giudice. A svolgere l’arduo compito di portare sullo schermo uno tra i nostri più grandi cantautori ci ha pensato il regista Luca Facchini, coadiuvato alla sceneggiatura da Giordano Meacci e Francesca Serafini, che con Fabrizio De André - Principe Libero realizza un prodotto tecnicamente ben fatto ma destinato sicuramente a dividere l’opinione degli spettatori.
E’ bene quindi avvisare il pubblico, specialmente chi, metaforicamente parlando, con Faber è cresciuto, che in alcuni momenti l’opera di Facchini si discosta dalla realtà dei fatti. Ora, se per i fans ‘integralisti’ di De André sarà forse difficile non provare una dolorosa fitta al cuore nello scoprire quelle piccole-grandi inesattezze presenti nel film (peraltro volutamente inserite dagli autori), per tutti gli altri la visione scorrerà invece via senza intoppi. Sì, perché la bravura dell’intero cast - in cui spiccano Luca Marinelli (Fabrizio De André), Ennio Fantastichini (Giuseppe De André) e Gianluca Gobbi (Paolo Villaggio), e di cui fanno parte anche Valentina Bellé (Dori Ghezzi) ed Elena Radonicich (Puny) -, la nitida fotografia, l’ottima scelta dei brani musicali e la fluidità dello script formano quell’insieme di elementi che renderà piacevoli i 192 minuti di proiezione. Il non avere poi voluto qui narrare De André in modo agiografico si è rivelato essere senza dubbio una mossa vincente, e Luca Marinelli ne è la dimostrazione: non interpreta Fabrizio, lo rappresenta.
Al di là delle tante polemiche legate alla cadenza tutt’altro che ligure dell’attore romano, sulle quali si può tranquillamente soprassedere, è infatti innegabile riconoscere la sua abilità nel non inciampare mai sulla facile trappola dell’emulazione. Grazie a questa interpretazione di Marinelli, che vuole essere un omaggio e non una prova di somiglianza, in Fabrizio De André - Principe Libero si riesce tutto sommato a evitare il grande scoglio che avrebbe potuto affossare il lungometraggio di Facchini: il paragone con il vero Faber. Certo, per il fatto che nel film vengano proposti brani cantati tanto da Marinelli (che comunque con chitarra alla mano e microfono se la cava egregiamente) quanto da De André, la comparazione tra i due viene fuori talvolta all'improvviso, ed è in queste sequenze che i ‘puristi’ di Bicio – come veniva affettuosamente chiamato dagli amici il mitico chansonnier nostrano – probabilmente soffriranno.
Inoltre, nonostante Facchini abbia messo in scena la figura di De André analizzandone le tappe fondamentali dell'esistenza, gli amori, il rapporto conflittuale con il padre e il vizio dell’alcool, l’ala dura dei supporters ‘Faberiani’ potrebbe contestare al filmmaker di non avere sollevato la vernice esteriore delle cose per poi andarne a scandagliare l’animo. In effetti, malgrado lo sforzo di ritrarre il cantautore nella sua luce più autentica, a Facchini sfugge l’errore di tralasciare informazioni necessarie a comprendere appieno da dove nacquero in Faber l’inquietudine, la timidezza, la voglia di sentirsi uno spirito libero, la passione per la poesia e il rapporto tra arte e vita. E allora ci si chiede: "Perché le zone bene di Genova 'La Superba', con i loro eleganti palazzi rinascimentali e barocchi, il profumo del mare, la fragranza delle focacce appena sfornate, non hanno mai avuto per De André lo stesso richiamo dei cupi vicoli della città vecchia, dove olezzo e miseria regnavano ai confini di una realtà ‘altra’? E la forte umanità che lo ha da sempre contraddistinto, da dove è scaturita?". Alcune risposte il film di Facchini certamente le offre, ma saranno queste sufficienti a placare la sete di sapere degli hooligans di De André?
Per scoprire il livello della vostra passione per Faber non resta dunque che attendere il 13 e 14 febbraio e sintonizzarsi su Rai 1. E se non riusciste ad aspettare così a lungo, in vostro soccorso arriverà la Nexo Digital, grazie alla quale Fabrizio De André - Principe Libero si potrà vedere al cinema come evento speciale il 23 e 24 gennaio. Comunque la si pensi, su un punto si è tutti d’accordo: soltanto un grande artista come Fabrizio De André poteva cantare i quartieri malfamati dell’umanità, e il loro carico di anime perse, e trasformali in pura poesia.