Estate 1993, un’opera prima da Oscar
Era l’estate del 1993 quando la regista Carla Simón, che aveva allora soltanto sei anni, perse la madre a causa dell’Aids. Rimasta orfana, avendole la sindrome da immunodeficienza acquisita portato via anche il padre, la filmmaker spagnola lasciò Barcellona e andò a vivere in campagna con la famiglia dello zio materno. Nella sua splendida opera prima, Estate 1993, la Simón ripercorre le tappe di quel tragico periodo per mettere in scena il difficile e amaro momento di transito in cui la morte passa da uno stato astratto, nebuloso e inconsistente, a uno concreto, nitido e inappellabile.
Le vicende di Frida - alter ego della stessa Simón, interpretata da una sbalorditiva Laia Artigas - raccontano con tenerezza una storia di sradicamento, di lenta e struggente elaborazione del lutto, di disperata ricerca di affetto e di perdita dell’innocenza. La lotta dilaniante che la piccola protagonista dovrà affrontare, tanto per comprendere ciò che è successo quanto per adattarsi a una nuova realtà, è qui narrata senza pietismi o ricerca di lacrime facili. Ed è proprio grazie a questa onestà narrativa che Estate 1993 diventa un piccolo e imperdibile gioiello cinematografico: un viaggio emozionante che si snoda tra la solitudine, lo smarrimento e il conflitto di una bambina che combatte contro il suo dolore interiore. Un dolore che Frida non riesce a esteriorizzare, e dunque per lei ancor più difficile da analizzare, che a volte la spingerà a compiere azioni pericolose nei confronti della cuginetta Anna (Paula Robles): atti di gelosia per urlare al mondo intero il suo straziante e silenzioso tormento.
Una delle grandi abilità della Simón è stata quella di concentrare tutta la sua attenzione negli sguardi e nelle percezioni della bimba di sei anni. I magnifici movimenti della macchina da presa, costantemente intorno a Frida anche quando non inquadrata, inducono infatti lo spettatore a guardare la vita circostante con gli occhi increduli e tristi della protagonista. In questo toccante dramma estremamente coinvolgente, in cui nonostante la durezza del tema trattato non si scivola mai nel sentimentalismo, non vi è traccia alcuna di voler manipolare le emozioni degli spettatori, anzi, il lavoro realizzato dalla Simón è talmente asciutto e privo di infiocchettature da lasciare completamente sbigottiti. Come d’altronde lascia stupefatti la spontaneità e la naturalezza delle due giovanissime attrici, che dietro la discreta e magistrale direzione della regista regalano momenti indimenticabili al pubblico in sala.
Selezionato dall'Academy Award per rappresentare la Spagna agli Oscar 2018, e dal 5 luglio nei nostri cinema con Wanted Cinema, Estate 1993 è un film delicato ma potente, una di quelle ‘pellicole’ che di certo non andranno nel fin troppo colmo cassetto del dimenticatoio.