Enclave
Un matrimonio, un funerale, un gioco di bambini, tutte attività connotate di normalità e quotidianità, a meno di non trovarsi in un luogo ed in un tempo dove la guerra è terribile protagonista, sia quella a difesa contro un vicino invasore, sia quella fratricida tra popolazioni di etnie e religioni diverse che per secoli hanno convissuto pacificamente condividendo gioie e dolori, il sole e la pioggia, il caldo sotto un albero frondoso o il freddo davanti ad un camino scoppiettante.
E’ quello che si racconta in Enclave del regista serbo Goran Radovanovic. Ambientato in una enclave serba, per l’appunto, in un villaggio albanese nel Kosovo, il film dipana la storia di due bambini – serbo ed albanese – e della loro amicizia sfociante in un inevitabile conflitto la cui soluzione, nelle intenzioni del regista, può diventare l’emblema di un cambiamento. Nenad e Bashkim, inconsapevoli vittime e strumenti di qualcosa più grande di loro, quali segni di una possibile redenzione.
Radovanovic sceglie di raccontare la sua storia con salti narrativi e temporali che aumentano la tensione e non danno certezze allo spettatore. Racconto fatto di vuoti riempiti dai violenti e seducenti paesaggi di una natura incontaminata e rude, ricca di verdi intensissimi e grigi sullo sfondo che ne esaltano la brillantezza. Luoghi – tanto quelli albanesi quanto quelli serbi – contrassegnati da una povertà atavica e la cui semplicità ed essenzialità rappresenta la primissima caratteristica. Facce simili, segnate dal vento e dalla neve, profili centenari, assurdamente l’uno contro l’altro in una faida infinita. Fra di loro, il mondo che li circonda, rappresentato dai blindati delle Nazioni Unite che metaforicamente dividono le due comunità scortando contadini, scolari, gente comune.
Enclave, si inserisce a pieno titolo nel solco dei film che raccontano quel terribile periodo scatenatosi dopo il crollo dell’ex Jugoslavia, i cui sconvolgenti effetti ancora oggi fanno sentire i loro morsi; film crudi ma che non rinunciano mai a quel lato di magia e mistero che costituiscono una cifra stilistica tipica della filmografia balcanica.