East End, la satira sarcastica e la scure della censura
Dissacrante, irriverente, politicamente scorretto, ironico e beffardo, East End è tutto questo e molto altro: un film d’animazione a firma italiana di cui se ne sentiva la mancanza. Già, perché se è vero che negli anni ‘60 e ‘70 l’indimenticabile Bruno Bozzetto regalò capolavori quali West and Soda, Vip - mio fratello superuomo e Allegro ma non troppo, nel ventennio successivo regnò un vuoto quasi assoluto di cartoons nostrani. A colmare questa inspiegabile landa desolata ci pensò Enzo D’Alò, che con La Gabbianella e il Gatto sbancò il botteghino incassando ben 12 miliardi di lire, rimanendo a tutt’oggi la pellicola animata italiana più vista nelle sale. Per trovare un’altra cattedrale nel deserto filmico dei “cartoni animati” bisogna arrivare però al 2007, quando Iginio Straffi, ideatore delle famose Winx, realizzò un lungometraggio con le svolazzanti fatine come protagoniste assolute, ma nonostante l’ingente operazione di marketing Winx Club non ottenne il successo sperato. In un Paese dove il cinema d’animazione è considerato di serie B, e relegato al solo pubblico dei bambini, East End non avrà purtroppo vita facile, e non tanto per questioni di genere quanto per i contenuti fortemente satirici che forgiano l'intera opera.
Per Leo, Lex e alcuni degli altri piccoli abitanti del circondario, il derby Roma-Lazio è l’evento da non perdere. Pur di riuscire ad assistere gratuitamente, anche se in televisione, alla partita più importante dell’anno, i due amici, aiutati da una coppia di gemelli geni dell’informatica daranno vita a un complicato intreccio internazionale. La banda di minorenni, dirottando sullo Stadio Olimpico un satellite militare statunitense, getterà infatti lo scompiglio tra i protagonisti della politica mondiale...
I registi Luca Scanferla e Giuseppe Squillaci, meglio conosciuti come Skanf e Puccio, con il loro lavoro d’esordio hanno dimostrato coraggio da vendere e, sfidando la mannaia della censura che pare aver già bollato il film come vietato ai minori di 14 anni perché “dotato di violenza gratuita che può portare ad emulazione”, consegnano al grande schermo una sorta di South Park made in Italy. Mai nessuno prima di loro aveva osato tanto: Papa Bergoglio e l’ex pontefice Ratzinger trasformati in una coppia di fatto; Barack Obama doppiato dalla voce di un simil Silvio Berlusconi; un gruppo di poliziotti alle prese con un pestaggio ai danni di un anziano cieco; un carcerato che cede alle avances del suo compagno di cella; un manipolo di estremisti islamici, comandati da Al Zabir Muffat, impegnati a compiere attentati; una madre che, abbandonati marito e figli, si trasferisce nella giungla preferendo al loro amore la prestanza fisica di un gorilla; una donna allegramente maltrattata dal compagno. Ma, in East End, a farla da padroni sono i bambini, ragazzini provenienti da famiglie disfunzionali che vivono in un quartiere della periferia est di Roma a cui l’invasione del cemento, come in molte città, ha sfigurato il volto.
Questo agglomerato di palazzoni, uguale a quello di tante altre metropoli, diverrà il non-luogo dove convergeranno le problematiche propinateci quotidianamente da Tg e giornali: un microcosmo, specchio delle brutture dell'attuale società, come il bullismo, la difficile situazione dei portatori di handicap, la discriminazione, la violenza verso il cosiddetto sesso debole, l’abuso di potere. Skanf e Puccio, però, hanno brillantemente scelto di raffigurare i mali del mondo attraverso una satira pungente in cui ad uscirne puliti sono proprio i bambini che, sebbene talvolta autori di azioni più o meno discutibili, restano i soli a dimostrare fiducia nell’amicizia, nell’accettazione della diversità e nella tolleranza: uniche armi idonee a contrastare la stupidità e l'egoismo che, ahinoi, governano il pianeta degli adulti.
In East End, una coproduzione tra Italia e Spagna che uscirà nelle sale grazie a Distribuzione Indipendente, lo sviluppo artistico è interamente italiano: tre anni di duro lavoro per disegnatori, grafici e musicisti nostrani. Il risultato è la garanzia di sonore risate durante la proiezione e la possibilità per gli spettatori di godere nel veder mettere alla berlina numerosi personaggi pubblici, tra cui Elvis Presley, George Clooney, Nanni Moretti, Federico Moccia e il ‘pupone’ Totti. I dettagli presenti nei quadri scenici rappresentano poi un punto di forza non da poco, tanto che per riuscire ad apprezzarli appieno il film andrebbe visto più volte. Il ritmo forsennato, le infinite battute esilaranti e le tante gags (a tratti, forse, eccessivamente dissacratorie), fanno dell’opera di Skanf e Puccio un divertissement di notevole arguzia, intelligenza e sarcasmo... anche se non per tutti i gusti.
Dalla morte di Catone il Censore sono trascorsi più di 2100 anni, possibile che sotto l’ombra del Cupolone aleggi ancora il suo fantasma? Auguriamoci di no: far calare la sua scure su East End sarebbe proprio un errore imperdonabile!