E poi c'è Katherine, perché con Emma Thompson non si sbaglia mai
Preparatevi a scoprire una nuova, strepitosa Emma Thompson in abiti maschili, con un favoloso taglio corto di capelli e una lingua biforcuta da fare impallidire persino la Miranda Priestly interpretata da Meryl Streep in Il diavolo veste Prada, che di primo acchito tanto ricorda.
Scelta appositamente da Mindy Kaling, sua partner sullo schermo ma anche sceneggiatrice del film, l'attrice britannica regala l'ennesima, brillante performance in una commedia al femminile che offre numerosi spunti di riflessione ma soprattutto dialoghi scritti con cura, acuti e briosi, che riflettono una condizione tanto scomoda quanto attuale.
Emma Thompson è infatti Katherine Newbury, pioniera di un noto talk-show, leggendaria conduttrice di serate all'insegna della comicità e degli ospiti illustri. Ospiti, però, tanto elevati culturalmente, quanto noiosi per l'audience: e dopo dieci anni di ascolti in ribasso, Katherine rischia di essere allontanata dalla trasmissione che lei stessa ha creato e portato avanti per decenni per lasciarla, con sommo orrore, ad un comico volgare e di basso profilo.
Additata come donna che odia le donne - il suo team di autori è composto non a caso di soli maschi - Katherine ha bisogno di inserire al più presto un volto femminile nella sua squadra e il caso vuole che una giovane indiana amante del cabaret, piombi inaspettatamente in ufficio per conoscere la sua beniamina.
Da questo momento in poi, in un vortice di sfuriate, freddure e una lotta all'ultima battuta, Katherine scoprirà proprio in Molly la carta vincente per riprendere in mano la sua trasmissione. Non senza fare i conti con le asperità del suo carattere e con qualche scheletro nell'armadio.
Frizzante nei dialoghi, vivace nel ritmo, acuto nella descrizione dei personaggi: il film della regista di origini indiane, Nisha Ganatra, nota principalmente in campo televisivo, è un concentrato di tematiche attuali e di messaggi importanti, primo fra tutti quello secondo cui le donne dovrebbero sostenersi tra loro anziché farsi la guerra. Non mancano accenni al #metoo né alla prevalenza dei maschi bianchi in certi ambienti lavorativi ma quel che emerge più del resto, è il sapore autentico della vicenda narrata.
Non a caso, un po' come fu a suo tempo per il già citato Il diavolo veste Prada, scritto da Lauren Weisberger che aveva lavorato con la temibile direttrice di Vogue America, Mindy Kaling ha inserito nella sceneggiatura molti dettagli che lei in prima persona ha vissuto durante la sua gavetta. Attrice, scrittrice e produttrice, la Kaling ha all'attivo due best-sellers, un programma che porta il suo nome – The Mindy project – e la serie The Office, da lei sceneggiata. Ma prima di salire alla ribalta, ha lavorato al Late night with Conan O'Brien e l'ambiente prettamente maschile è stato il trampolino di lancio per la sua prima sceneggiatura cinematografica, quella appunto di E poi c'è Katherine, titolo originale Late Night.
Il suo personaggio è una donna consapevole del colore della propria pelle ma caparbia, restia a tollerare le ingiustizie e con tanta voglia di affermarsi. Quello di Katherine, a sua volta, è un personaggio carismatico e complicato al tempo stesso, che come ogni diamante, ha bisogno di essere lavorato per mostrare, infine, tutte le sue sfaccettature. Due donne forti, travolgenti, emblematiche di un'epoca che, più che mai, continua a metterle l'una contro l'altra e sempre in contrapposizione alla predominazione maschile.
E proprio per quel che riguarda questi ultimi, il cast comprende il sempre bravissimo Jon Lithgow, reduce dal recente remake di Pet Sematary, nel ruolo del marito di Katherine, Hugh Dancy, Reid Scott, Denis O'Hare, Max Casella e Paul Walter Hauser nelle vesti dei malcapitati autori del programma, su cui Katherine sfoga tutta la sua rabbia.
Complessivamente, un film divertente e intelligente, coinvolgente e al passo coi tempi: in parole povere, una commedia da non perdere, con un ottimo cast e un concentrato di temi attuali e trascinanti.
Del resto, si sa, Emma Thompson è una garanzia: con lei non si sbaglia mai.