E noi come stronzi rimanemmo a guardare: il grandioso ritorno di Pif dietro e davanti la macchina da presa
Presentato come evento speciale alla 16esima edizione della Festa del Cinema di Roma, in sala per tre soli giorni (dal 25 al 27 ottobre 2021), prima di approdare su Sky – è un prodotto Sky Original – E noi come strnzi rimanemmo a guardare riporta sulla scena il geniale Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto. Alla sua terza prova dietro la macchina da presa, il cineasta palermitano confeziona un'opera piena di ironia – come al suo solito – e saldamente intrecciata a quelle che sono le problematiche della società moderna.
Arturo (Fabio De Luigi) lavora in un'azienda prestigiosa, nella quale ha un ruolo importante, avendo da poco sviluppato un algoritmo in grado di semplificare il lavoro a lui stesso e ai suoi colleghi. Nella vita privata frequenta la bella Lisa (Valeria Solarino), a cui piace la vita mondana e ha amici piuttosto particolari. Una sera i due fanno il test di affinità sentimentale su una app molto in voga: il risultato non è per nulla soddisfacente, tanto che Lisa decide di lasciare Arturo. Quest'ultimo, dopo la rottura con la compagna, viene anche licenziato. Non trovando alcuna alternativa, si rivolge alla Fuber, l'unica azienda che sembra volerlo assumere. Entra così in contatto con una realtà prima solo immaginata, diventando amico di un ologramma di nome Stella (Ilenia Pastorelli).
E noi come stronzi rimanemmo a guardare si fonda sulla realtà che ci circonda. Tra Social e solitudini imperanti, i personaggi del film abitano scenari che spaventano ma che ci appartengono. Al giorno d'oggi, tutto dipende dalla tecnologia, dalla cosa più semplice all'evento su scala mondiale. Non è ormai più immaginabile vivere senza, ne siamo dipendenti e, in qualche modo, controllati. Il presente descritto da Pif e da Michele Astori – che firma la sceneggiatura con Diliberto – somiglia a una distopia, affascinando e spaventando al tempo stesso.
La parabola di Arturo evidenzia le lacune e i pericoli di una società focalizzata sul successo personale, sul controllo, sull'egocentrismo. Il divario tra le classi sociali si esaspera sempre di più, rendendo impossibile un qualsiasi tipo di comunicazione. Il libero arbitrio viene continuamente messo a rischio, soprattutto nel momento in cui si è costretti a scendere a patti con un mondo che non ammette esseri pensanti, critiche intellettuali o unioni solidali. A sconvolgere sono però le descrizioni di particolari ambienti e/o gesti, che appaiono surreali ma che purtroppo sono molto più credibili e comuni di quanto si creda. Tante e pregevoli sono le suggestioni scelte dagli autori per dare struttura alla storia, in un continuo gioco di rimandi che diverte e intrattiene lo spettatore, senza mai fargli perdere di vista il fulcro principale.
Bravissimi i componenti del cast, a partire dai principali: la sintonia tra De Luigi, Pif e la Pastorelli è una chiara dimostrazione di quanto il set sia stato un serbatoio di idee e trovate.
E noi come stronzi rimanemmo a guardare è liberamente ispirato dal concept Candido e la tecnologia del collettivo I Diavoli, che lo producono anche, insieme a Wildside e Vision Distribution.