È arrivata la felicità? - Recensione di “Little Joe”

Con l'uscita prevista verso la fine d'agosto e la premessa che Little Joe, nel pressbook, viene definito “horror-fantascientifico”, ci si era seduti davanti allo schermo con l'idea di assistere a qualche catastrofe infarcita di mostri sanguinari e roba del genere. Niente di più lontano, perchè il nuovo lavoro della brava Jessica Hausner più che un film di genere è un dramma psicologico dove a dei personaggi bergmaniani vengono fatti vestire i panni di UFO - Shado, con tutta la lentezza che ne deriva. Quindi non aspettatevi di saltare sulla sedia ma aspettatevi piuttosto di essere turbati da qualcosa che neanche si vede e che, nei vari livelli di lettura che il film propone, non si sa neanche se esista.

Forse a qualcuno, solo per il fatto che il personaggio principale sia una pianta, non si sa se buona o cattiva, potrebbe venire in mente The Little Shop Of Horror ma a parte il fiore stesso e un personaggio che indossa strane magliette con pupazzetti colorati, qui di comico o musicale non c'è veramente niente. Anzi no, perché gli interventi sonori di Teiji Ito, artista d'avanguardia scomparso tanti anni fa, fanno da perfetto tappeto sonoro al racconto, rendendo la musica altro interprete fondamentale.

Bravi gli attori, pur nella loro staticità, ed eccellente la fotografia. Se amate il cinema d'autore con tempi dilatatissimi, questo è il film per voi. Se, invece, siete appassionati di mostri e dischi volanti, statene alla larga.