Dragon Ball Super: Broly - Il Film. Akira Toriyama non demorde
Per chi non lo sapesse, giusto due persone sul globo terracqueo, Dragon Ball è un manga di Akira Toriyama del 1984 (!) la cui pubblicazione è durata per ben 11 anni. Con un ritardo di 1 anno il fumetto è stato trasposto in 2 serie animate, Dragon Ball e Dragon Ball Z.
Il successo è stato tale da generare ben 19 film e 3 speciali televisivi e due nuove serie Dragon Ball GT e Super, insomma una sequela infinita di scontri di arti marziali.
Per dare una dimensione al tutto, si tratta del secondo manga più venduto di sempre con oltre 240 milioni di copie.
Alla luce di tutto ciò vede la luce il ventesimo film della serie: Dragon Ball Super Broly, in cui Goku e Vegeta dovranno vedersela con un nuovo Sayan dagli incredibili poteri: Broly appunto.
Questo nuovo avversario ha peculiarità uniche che gli donano una potenza fuori scala, tanto che Freezer cercherà di usarlo per la propria vendetta.
Formula vincente non si cambia, per parafrasare il detto degli allenatori, e quindi il film ha una linea narrativa il cui unico scopo è quello di fungere da pretesto per menare le mani.
Dopo la prima serie, che aveva una componente umoristica decisamente più spiccata e una storia abbastanza interessante, la saga di Toriyama si è focalizzata sulle arti marziali e sul continuo potenziamento dei suoi protagonisti, tanto da giustificare più livelli di trasformazione.
Questo lungometraggio diventa quindi un’estensione del concetto e dopo le presentazioni di rito e qualche scaramuccia, si dipana in uno scontro che supera ampiamente i 30 minuti, tanto da diventare noioso, quanto meno per il pubblico adulto.
Peraltro la confusione delle scene e l’assenza di dialoghi, a favore di generiche urla di concentrazione o di dolore mettono a dura prova anche i fans più accaniti.
Registriamo però, con gioia, il ritorno dell’Onda Kamehameha, come l’originale al posto della più generica e triste Onda Energetica.