Diverso da chi? - Recensione di “Non Ci Resta Che Vincere”
Per strane strategie del mercato italiano, questo film che si sarebbe potuto tranquillamente chiamare “Campioni” (il suo vero titolo), ora sembra ricordare il capolavoro comico di Benigni e Troisi con cui non ha niente da condividere se non la comicità veramente contagiosa. Peccato veniale, perché questo nuovo lavoro fa parlare piacevolmente di sé a prescindere dal dettaglio del titolo. Primo perché è veramente ben fatto, secondo perché, inevitabilmente, commuove senza mai scadere nel patetico.
Interpretato da persone con reali disabilità, il nuovo lavoro di Javier Fesser, regista pluripremiato in Patria, non supera mai quella leggera linea che divide il Cinema dalla macchietta. E, nonostante a tratti sia anche didascalico, il film ha qualcosa di “politicamente scorretto” che lo rende anche più appassionante. A guardare i curricula degli attori non profesionisti coinvolti, magazzinieri, garagisti e quant'altro (tutti, però, con una passione sconfinata per lo sport) viene da chiedersi come il tutto funzioni perfettamente facendoli apparire come veri attori e, per giunta, bravissimi. Eppure così è. Magia del cinema, aiutata dal fatto che anche gli attori professionisti qui fanno la loro e la regia ha un ritmo invidiabile.
Poi c'è quel combat folk a fare da commento sonoro, quasi a ricordarci che la vita è una continua battaglia. Oppure una partita, dove si vince e si perde. Non si pareggia mai, almeno nel basket. E qui, a prescindere dalla storia che potrebbe riservare delle sorprese, vincono tutti. Campioni del mondo!