Directions: Komandarev e il suo toccante dipinto della dilaniata Bulgaria

Quanto si conosce in Italia dell’attuale situazione bulgara? Poco o niente. Tranne infatti la triste e nota espressione ‘editto bulgaro’, il nostro interesse per ciò che avviene in quella nazione dei Balcani non tanto distante da noi, è pari allo zero. A colmare questa grave lacuna ci ha pensato il regista Stephan Komandarev che, grazie al suo ottimo Directions – Tutto in una notte a Sofia, in soli 104 minuti riesce a mostrare al pubblico l’odierna condizione in cui versa la Bulgaria.

Presentato nella sezione ‘Un Certain Regard’ al Festival di Cannes 2017, il lungometraggio del filmmaker nato a Sofia è un toccante dipinto di un Paese in piena disintegrazione: una realtà devastata dai postumi del regime comunista, e dal futuro incerto. L’azione di Directions si svolge quasi interamente di notte, dove le storie di alcuni tassisti e dei loro clienti si intrecciano per raccontare un’unica, raccapricciante verità: quella di uno Stato in declino che non sa più quale direzione prendere. Fin dalle prime sequenze lo spettatore verrà catapultato sul sedile di un’auto pubblica e toccherà con mano la disperazione, la solitudine, la rabbia, il sarcasmo e le disillusioni dei vari protagonisti. Tutto inizia con il calvario di Misha, un piccolo imprenditore che arrotonda le sue entrate guidando un taxi di notte e che la corruzione istituzionalizzata costringerà a compiere un insano gesto: il tragico evento, riportato da tutti i canali radio, diverrà sia motivo di discussione tra passeggeri e autisti che filo conduttore dell’intera narrazione.

Quelli rappresentati da Komandarev sono personaggi forti, come forti sono le loro parole e i loro atti, ovvero: un professore di filosofia dileggiato dagli studenti e scarsamente retribuito, in procinto di suicidarsi; un cardiochirurgo deciso a trasferirsi in Germania; un anziano padre che ha perso il figlio e troverà in un cane abbandonato l’unico essere pronto ad ascoltare il suo dolore; un sacerdote che offre preghiere a pagamento; una ragazzina che invece di andare a scuola vende il proprio corpo; un ex membro della nomenclatura comunista bulgara arrivato da Vienna, città in cui vive, che si permette di sparare sentenze sui concetti di democrazia e di sviluppo. Ma al di sopra di tutte queste anime perse spicca quella di un fornaio che si sta recando in ospedale per sottoporsi a un trapianto di cuore e, con un pacato e straziante monologo, descrive il dramma di un Paese allo sbando dove i valori etici, religiosi e morali sono morti da tempo. Sì, è proprio attraverso i dialoghi e le azioni dei protagonisti che il cineasta bulgaro mette in scena una diagnosi profonda tanto dei mali che affliggono la sua società quanto degli abitanti che la compongono.

Grazie a un cast eccezionale, all’uso della camera a mano e alle riprese eseguite con lunghi ma fluidi piani sequenza, Directions è un lungometraggio che sfiora così da vicino la concretezza documentaristica da immergere lo spettatore in un'atmosfera di dirompente impatto realistico. In una Sofia deserta e buia, illuminata solo dalle insegne al neon dei banchi di pegno o dei simil-casinò, le auto gialle con il loro carico di variegata umanità - e disumanità - sfrecciano per le vie cittadine verso la giusta destinazione: ma, per uscire dal labirinto in cui la dilaniata Bulgaria e il suo popolo sono sprofondati, esisterà un'esatta direzione?

Asciutto, essenziale, a tratti cinico e grottesco, il lavoro di Komandarev è un’impietosa radiografia del Paese bulgaro che mette a nudo senza mezzi termini le dolorose conseguenze della trasformazione del potere politico in potere economico: le direzioni mutano, ma gli uomini preposti ad orientarle restano sempre gli stessi.

Directions, nelle nostre sale grazie a Wanted Cinema, è un’opera potente da non perdere, un film che parla di sogni infranti e speranze perdute, eppure… Eppure, con un nuovo "cuore", anche per lo Stato più povero dell’UE, come per il fornaio, esiste forse ancora una speranza.