Deadpool
Quando si pensa ad un fumetto cafone, dopo Lobo della DC, il primo nome che viene in mente è lui: Deadpool.
Caciarone, sboccato, letale e soprattutto surreale. Non si contano le volte che in mezzo ad un conflitto a fuoco le vignette si bloccano e lui inizia a parlare con il lettore, perfettamente consapevole di essere un fumetto.
Tutto questo resta intatto nella trasposizione cinematografica, ed è la vera forza del film.
Certo che se vuoi mantenere i fiumi di sangue, sparare parolacce a raffica e fare gesti a dir poco censurabili, oltre che bombarti la gnocca di turno, non puoi certo pensare di andare in sala con un semplice PG. E infatti ecco che in America scatta un bel “Rated 17”. Inutile dire che l’italica penisola ne ha viste di peggio in prima serata sulle televisioni nazionali e quindi qui di divieto nemmeno l’ombra.
Ma torniamo a noi. Deadpool in realtà era già comparso, pessimamente invero, in X-Men: Le Origini – Wolverine nel 2009, qualche minuto del buon Ryan e poi via con la controfigura. Un personaggio buttato nel secchio.
Rimuoviamo quindi il tutto e ricominciamo da capo. Wade Wilson è un mercenario dal cuore d’oro, che –dopo la diagnosi di un cancro terminale- si ritrova dentro il progetto Arma X.
Ajax (nome da detersivo), lo trasforma in Deadpool con un piccolo effetto collaterale: ora è sfigurato.
Wade non la prende benissimo, anche perché la sua compagna Vanessa non ne sa nulla, e forte dei nuovi poteri di rigenerazione parte per la sua crociata di vendetta.
Ecco la storia a grandi linee.
Semplice no, ma anche il Conte di Montecristo lo era a modo suo.
L’idea geniale è quella di non darsi dei freni, da cui il divieto, e fare un film di supereroi per quarantenni.
I riferimenti pop di cui è intriso hanno infatti quel target, da Voltron ad Alien 3 passando per i dischi dei Wham!.
Per non parlare delle scene di sesso che sottolineano la storia tra Wade e Vanessa.
A tutto questo aggiungiamo la parlantina di Deadpool, non è che lo chiamino il Mercenario Chiacchierone per il costumino rosso.
Un prodotto trasversale per i fans dei fumetti Marvel, ma anche per tutti i trenta/quarantenni con senso dell’umorismo e un po’ cinici, per non parlare degli adolescenti esaltati dal divieto e dalla possibilità di vedere uno sopra le righe che non guarda in faccia a nessuno.
Il momento indimenticabile: quando Deadpool ha dei dubbi su chi sia il Professor X: McAvoy o Stewart… superlativo!
Deadpool comics essential:
Uno di noi – Deadpool alle prese con vari nodi dell’universo Marvel. Eccezionale per i dialoghi che rendono al meglio il profilo del personaggio.
Cable & Deadpool – A parte che potrebbe essere la base del sequel, è comunque una delle serie più divertenti.
Deadpool uccide l’Universo Marvel – Si spiega da se. Truculenta e violenta se cercate qualcosa che non sia più di questo siete atterrati sul volume sbagliato. Per i fans più accaniti.