Dark side of Major Tom - Recensione di “High-Life”
Che Claire Denis non sia autrice facile ce ne eravamo già accorti da tempo ma la sua appassionata curiosità per tutto ciò che è cinema continua a stupirci ogni volta. Aveva già affrontato passaggi nel cinema di genere, sia nei suoi film che nei suoi numerosissimi cortometraggi, e con questo nuovo High-Life si getta senza paura nel mondo della fantascienza, dimostrando di conoscerla alquanto bene.
Con spunti da Moon, 2001-Odissea Nello Spazio, Contact e persino da Stalker di Tarkovsky, il film è a tratti affascinante e a tratti francamente estenuante. Se a livello visivo, come al solito, non gli si può rinfacciare nulla è a livello narrativo che il tutto stanca. Certo è che la Denis ha sempre contato più su frammenti “poetici” che su una storia tradizionale ma in un film di quasi due ore, la storia potrebbe contare.
Fatto sta che High-Life non è assolutamente un brutto film, anche perché, già detto della realizzazione, anche gli attori (con una bravissima Binoche ormai sua musa) sono bravissimi ad interpretare personaggi straniati e stranianti. Aggiungiamo un bel finale apertissimo, la lotta eterna tra Eros e Thanatos, e la sottolineatura della colonna sonora composta da Stuart Staples dei Tindersticks, che per lei hanno composto straordinarie colonne sonore, e dovremmo avere il sigilllo di qualità. Invece, come già detto, il tutto si ferma in un limbo tra cinema “d'avanguardia”, “d'autore” e “di genere” che non convince del tutto. Siete avvisati...