Copia originale - Can You Ever Forgive Me?
Lee Israel è una poco nota, per non dire ignota, biografa statunitense che visse breve fama per un libro sulla presentatrice televisiva Dorothy Kilgallen (altro personaggio notissimo).
Non riuscendo più a mantenersi con il suo lavoro, avendo casualmente scoperto il valore delle lettere scritte a terzi da personaggi famosi, iniziò un abile lavoro di falsaria per quasi 2 anni.
Il film è la storia di questo suo breve periodo all’insegna della “copia originale”.
Potremmo facilmente parlare di quest’opera paragonandola a un’altra molto simile, il biopic di Frank Abagnale Jr.: Prova a Prendermi.
Tralasciando il peso specifico dei due attori protagonisti Di Caprio vs. Melissa McCarthy (che comunque per questo film ha raccolto la candidatura al Golden Globe e all’Oscar), è l’impronta del regista che direi fa la differenza. Uno Spielberg ancora in piena forma ci ha regalato una scoppiettante vicenda anche piuttosto appassionante a dispetto della sua lunghezza, mentre Marielle Heller -normale mestierante- ci sottopone un elisir alla cicuta che dopo aver pietrificato lo spettatore, lo accompagna verso un trapasso senza sussulti.
Sinceramente risulta difficile appassionarsi alla vita di una persona meschina, il cui unico lampo di genio, peraltro casuale, è stato quello di produrre delle lettere contraffatte di personaggi famosi.
La Israel non è per nulla un personaggio di cui vorremmo saperne di più, è grigia e tediosa quandanche irritante, e questo rende la prova d’attrice della Mc Carthy notevole, ma più a livello saggistico.
Come Prova a Prendermi insegna, ci si appassiona ad un truffatore per la sua genialità, per il glamour, per i ritmo… tutti dannatamente assenti.
Certo anche Richard E. Grant è un altro che lascia il segno (anche lui candidato all’Oscar), ma anche lui è costretto dai legami della storia.
Copia Originale non è quindi un brutto film, come potrebbe esserlo con quel cast, ma è un qualcosa che non smuove l’interesse se non del cinefilo assoluto.
Peccato.