Codice Unlocked, lo spy-movie ai giorni nostri

Non c’è più la Guerra Fredda, non c’è più IL nemico, quindi ora il terrorismo diventa il terreno fertile per quello che una volta era lo spy movie e che ora è una sorta di action reimpastato. Tra l’altro si assolve così anche al compito di fomentare l’opinione pubblica – bovina - americana e ricordargli chi è che dobbiamo additare.

Sul ponte di comando un “grande vecchio”, il Michael Apted di Gorky Park o di Bond se vogliamo, uno che di “nemici storici” se ne intende parecchio.
Lo scenario: Londra, una città che con il terrorismo ci fa i conti sin dai tempi dell’IRA.
La spada di Damocle: un agente biologico (la nuova frontiera della morte di massa ora che il nucleare è off limits).
Con questi presupposti un agente caduta in disgrazia, Alice Racine (Naomi Rapace), viene coinvolta senza rendersi conto di essere una pedina in un gioco più grande. I vari servizi remano non solo per sventare la minaccia, ma soprattutto per salvaguardare i propri interessi.
Tutti i personaggi in campo hanno un secondo fine e la protagonista è il classico “cavallo pazzo” che si muove da solo per cercare di sovvertire gli schemi.

Codice Unlocked è uno spy-movie radicato nella realtà odierna, dove la Rapace è costretta, suo malgrado, a vestire i panni dell’eroina in stile bondiano. Se questa cosa le riesce discretamente sotto il profilo della “risolutrice”, è molto meno efficace quando deve interagire al di fuori del contesto: “uccido e ammazzo”. Diciamo che la manca in toto quell’allure che un tale personaggio dovrebbe avere, tanto più se di ispirazione fleminghiana.
L’altro pesce fuor d’acqua è Orlando, sono un elfo/pirata, Bloom. Sarà che è esploso troppo presto e troppo fragorosamente, ma quello che ci si presenta è l’eco di un attore che pensa che dei tatuaggi siano sufficienti a definire un personaggio… triste.
Sui due grandi vecchi c’è poco da dire… basta il nome.

Se il soggetto girava per Hollywood da una decina d’anni, di fondo un motivo c’era. Non è poi questa gran storie. L’eccesso di twist nella trama, alcuni passaggi telefonatissimi e una certa mancanza di solidità generale, lo minano abbastanza, e se anche Apted ci mette del suo per tenerlo a galla, non è sufficiente. La colpa peggiore è quella di cercare di spacciare un grossolano action stile, quello anni 80 di Sly e Schwartzy, per un thriller ben congegnato alla Ipcress, perché ci vorrebbe una trama solida che invece latita.