Claudio Amendola centra il bersaglio con: Il Permesso - 48 ore fuori

Amendola torna alla regia dopo la buona prova della Mossa del Pinguino. Dalla commedia al drammatico il passo è più breve di quello che potrebbe sembrare, considerando anche gli echi di Suburra, dove il Claudione nazionale ha preso le misure anche per il suo personaggio di Luigi il galeotto. La storia vede intrecciarsi i fili narrativi di 4 esistenze, 4 galeotti con un permesso di 48 ore per buona condotta. Ognuno di loro ha una realtà molto diversa che l’attende fuori e conti da regolare.

Luigi (Amendola appunto) è un vecchio rapinatore ormai stanco, che deve evitare che il figlio ormai ventenne emuli le sue gesta. Donato (Luca Argentero), malavitoso fino all’osso, vuole assolutamente ritrovare la moglie Sonia finita in un giro di prostituzione. Rossana (Valentina Bellé) è figlia della Roma bene, in galera quasi per capriccio più che altro. Infine Gomma (Davide Argenti), un ragazzino preso a fare rapine più grandi di lui.

Il regista romano percorre viali a lui familiari, non dimentichiamoci che era protagonista della serie TV “48 ore” incentrata proprio sull’arresto dei latitanti, con storie di criminali ed emarginati, e quindi si trova perfettamente a suo agio nella doppia veste di attore e regista. Si potrebbe contestare la mancanza del colpo di genio, dell’idea folgorante, ma quanti film la hanno? L’1% forse. Una solida storia, molto ben girata, e con attori in grado di portarti dentro la narrazione è un ottimo risultato, soprattutto se pensiamo che è solo la seconda regia e un testo scritto sempre da lui insieme a Iannone e De Cataldo.

Se vogliamo possiamo anche trovarci dei messaggi abbastanza forti. Sulla redenzione, sulle aspettative del carcere o sul perché a volte le vite sono segnate a dispetto di tutti i tentativi che si possono fare. Certo qualche passaggio magari è scontato e a volte un senso di deja-vù fa capolino, ma non sono forse tutti simili gli sfruttatori, i parassiti, gli emarginati?

Il Permesso non sarà un’opera che passerà alla storia, ma garantisce due ore di intrattenimento, il che, oggi, per un film italiano non è da poco.