
Briciole sul mare
Si parte da un pescatore salentino che si reca quotidianamente a pesca con la sua barca per appagare il proprio desiderio di relax e quel senso di pace che lo pervade quando è in mezzo al mare; fino al giorno in cui, per uno strano caso del destino, si addormenta e si risveglia nelle acque siciliane, dove ha modo di conoscere il giovane Salvo.
Giovane che si appresta a prendere coscienza della sua vita futura e cui concede anima e corpo il Walter Nestola qui debuttante dietro la macchina da presa, dopo esperienze d’attore all’interno di lungometraggi quali Una vita da sogno (2013) di Domenico Costanzo e Una ragione per combattere (2014) di Alessandro Baccini.
Giovane che vediamo non solo impegnato ad intraprendere una storia sentimentale con una coetanea incarnata da Lorena Noce, ma anche a rendersi testimone del ritrovamento di un cadavere femminile.
Evento, quest’ultimo, che tinge di giallo una oltre ora e venti di visione in realtà poco interessata a focalizzarsi sul misterioso omicidio, man mano che probabili omaggi al super cult Vieni avanti cretino (1982) di Luciano Salce sembrano poter essere individuati sia nella gag degli schiaffi che nei diversi momenti ironici che trovano al proprio centro un barista.
Senza contare l’incontro con un grottesco “fattone”, quindi, è indubbiamente il respiro di una commedia quello destinato a spiccare nell’operazione, che vanta anche l’amichevole partecipazione del televisivo Sergio Friscia coinvolto in esilaranti “scontri” verbali con un commissario.
Ma è proprio una comicità forse eccessivamente legata ad una determinata vecchia (e datata) maniera di far ridere tipica dell’Italia meridionale a rientrare tra i principali difetti dell’insieme, accompagnato da una non disprezzabile colonna sonora ma che non manca di incappare nell’errore tipico degli esordienti di tendere a riempire con troppa musica le immagini.
Man mano che si approda, inoltre, ad un momento poetico tirante in ballo un anziano che parla dell’amore, complicando ulteriormente lo sviluppo di una poco chiara evoluzione narrativa giustificata, in un certo senso, dall’inaspettato risvolto conclusivo... con la risultante di un evidente tributo da schermo alla Sicilia e alla Puglia che, nonostante le non disprezzabili prove recitative, rimane al di sotto della sufficienza a causa di un look piuttosto amatoriale dovuto soprattutto al basso budget a disposizione.