Boy Erased: la "riprogrammazione" degli omosessuali nella società americana
Come già detto, la Festa del cinema di Roma ci propone due film che vanno a pescare nella stessa vasca: La diseducazione di Cameron Post e questo. Scelta molto discutibile, perché se è vero che uno tratta una storia gay al femminile e l’altro la declina al maschile, il percorso è il medesimo.
Jared è figlio di un pastore cattolico. Ragazzo brillante a scuola, buon sportivo, ma che, nonostante la classica fidanzatina da liceo, scopre improvvisamente le sue tendenze omosessuali. Cresciuto nella più totale cultura cattocristiana si rivolge al padre per cercare una soluzione, soluzione che può essere solo una: comunità di cura e preghiera in cui il vuoto interiore che ha portato a questa deviazione dal percorso, sarà colmato dall’amore di Dio.
Il film di Joel Edgerton, qui anche nelle vesti del convertitore Sykes, parte dal libro biografico di Garrad Conley e ci restituisce un affresco decisamente più vivido di queste realtà che sembrano essere profondamente radicate in America (ben 36 stati ne consentono l’operatività).
Il confine tra comunità e setta è molto labile e probabilmente ciò che le “salva” da una pronta etichettatura, come meriterebbero, è la “Croce”. L’essere infatti condotte da figure riconducibili alla chiesa cattolica rende il loro operato meno questionabile, nonostante molti di coloro che si trovano a “rieducare” i ragazzi, non abbiano attestati di alcun tipo tranne una buona conoscenza del vecchio e nuovo Testamento.
Sembra incredibile che le persone possano ancora oggi credere che l’omosessualità sia una malattia o uno stato reversibile grazie alla preghiera o alla semplice voglia di intraprendere un diverso cammino. Gli stessi “operatori” incitano le persone a fingere, affinché poi questa finzione non diventi realtà.
Ancora più incredibile è vedere delle famiglie affidarsi a questi ciarlatani, che millantano di aver curato loro stessi, lasciando nelle loro mani dei giovani ragazzi che ne resteranno traumatizzati a vita. Ma tant’è!
Lucas Hedges, che veste i panni dell’autore del libro, riesce a restituirci questo personaggio senza eccessi, senza mai salire sopra le righe con il rischio di renderlo una macchietta o poco credibile. Jared potrebbe essere chiunque e prima che omosessuale è un ragazzo con molte domande a cui nessuno vuole dare una risposta.
L’unico effetto di questa comunità, sarà quello di fargli fare un percorso di presa di coscienza tanto da poter poi prendere delle decisioni con fermezza.
Edgerton si è preso una bella gatta da pelare quando ha deciso di tuffarsi in questo progetto anche perché si trova alle sue prime esperienze registiche. Saggiamente non si è lanciato in voli pindarici, ma ha lavorato per portarsi a casa il risultato.
Delle pecche ci sono, soprattutto in una storia di cui si intuisce il finale, ma il viaggio non è spiacevole.