Billie: la memorabile e sensuale figura della Holiday rivive sullo schermo del Torino Film Festival

Fuori concorso al 38esimo Torino Film Festival arriva, in collaborazione con il festival Seeyousound, Billie, il documentario sulla celebre e compianta Billie Holiday, scritto e diretto da James Erskine (Pantani: The accidental death of a cyclist, The battle of the sexes). La cantante jazz rivive in tutta la sua magnificenza nelle immagini e nelle performance che compongono il progetto.

Tutto prende avvio dalla morte della giornalista Linda Lipnack Kuehl, di cui venne ritrovato il corpo il 6 febbraio 1978, ma non le cause del decesso. Prima della tragedia, la donna stava infatti occupandosi della biografia della Holiday. Finalmente il suo lavoro, con le interviste e le testimonianze – per un totale di circa 200 ore di materiale – mai ascoltate prima d'ora, vede la luce.

L'artista, tra le più grandi voci di sempre e ricordata anche per la sua personalità alquanto dirompente, viene così raccontata tra successi, controversie, sentimenti e canzoni.

Definita un'ape regina, Billie ha trascorso la sua infanzia senza fratelli o sorelle, in uno stato di povertà dal quale ha però imparato a godere delle piccole cose. Il legame con la madre si rivela fondamentale ai fini dell'evoluzione della donna: memore degli insegnamenti del genitore, Billie non avrà mai fiducia negli uomini, che si approfittavano di lei sin da bambina. Lo spirito indomito viene fuori anche dal suo continuo imprecare.

Definire la sua una vita dissoluta appare fin troppo riduttivo, dal momento che nel corso dei suoi 44 anni ha attraversato tantissime fasi e momenti che l'hanno condotta dal successo alla prigione, dalle prime pagine dei tabloid alla tossicodipendenza, sino alla morte intervenuta per insufficienza caridaca. Sensuale oltre ogni dire, emozionante come nessun altro, la cantante fece dono della sua voce per fuggire da quello che sembrava un destino segnato. Dopo aver affrontato la paura del palcoscenico all'Apollo Theatre, la sua stella cominciò a brillare, sino alla completa e totale esplosione.

Attraversando epoche differenti, come il Proibizionismo ad Harlem e i movimenti contro la discriminazione razziale, Billie si fa portavoce di questioni cruciali per la sua razza e per l'umanità intera. Costretta a entrare dal retro per esibirsi, a dormire nel van perché gli alberghi non volevano ospitare una donna di colore, la forza e la determinazione emergono nel suo non arrendersi mai.
Strange Fruit è una delle canzoni simbolo del suo repertorio: il linciaggio ne è il leit motiv, le reazioni furono immediate e non tutte positive. Ma quale emozione nel lasciarsi cullare dalla sua voce potente e vibrante... La sua interpretazione si dice che cambiò la direzione della musica in America

Lo spettatore compie un vero e proprio viaggio di esplorazione alla scoperta di una figura e di un universo assolutamente degni di nota. Nel corso della narrazione conosciamo personaggi che hanno in qualche modo influito sulla sua esistenza: Louis Armstrong, Count Basie, Joe Glazer, Tony Bennett.
Infine il quadro si chiude sulle parole di Myra Luttman, la sorella della Kuhel, di cui conserva un ricordo appassionato, venato dalla rabbia e dalla frustrazione di non aver mai trovato i colpevoli della morte di Linda.

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