Benvenuti a Marwen e nel mondo di Zemeckis
Marwen esiste veramente ed ancora più stupefacente… anche Mark Hogancamp!
Il film di Zemeckis tira le fila di un documentario del 2010, Marwencol, uno spaccato della “nuova vita” di Mark, un uomo che dopo essere stato picchiato fino al coma, si ritrova senza memoria e incapace di scrivere e disegnare.
Mark dovrà ricostruirsi una vita da traumatizzato e la sua isola felice sarà la cittadina belga di Marwen… un po’ sui generis.
Zemeckis, un regista che ha piazzato delle vere e proprie pietre miliari nel cinema, unendo tecniche diverse e facendo recitare disegni animati e uomini, creature in CGI e viaggiando nel futuro, è l’uomo giusto per dare vita a delle bambole e soprattutto per rendere vividamente realistico l’immaginario del protagonista.
Anche Steve Carell, con la sua sensibilità e pacatezza, è l’uomo ad hoc per vestire i panni di un personaggio che non riesce più a vivere in mezzo alle persone e deve affacciarsi alla realtà come un topo che sbuca dal suo anfratto.
Una realtà fatta di bambole che si animano di vita propria facendogli da scudo per quello che non riesce a sopportare.
Dare vita alle proprie fantasie, ma allo stesso tempo farle vivere anche a chi ci circonda, quanto meno se ha la sensibilità giusta per poterle capire. Il dramma di un narratore che non può più narrare come sapeva e che trova una nuova strada, più difficile, ma ugualmente appagante.
Sembra una favola talmente delicata, quasi disneyana, che stupisce sia la realtà vera. Certo la violenza esagerata e slapstick del mondo delle bambole ci ricorda chiaramente che non è un film Disney.
E’ un viaggio onirico quello che ci chiede Zemeckis, ed anche un po’ di fede per superare un paio di scogli sottotono, ma alla fine fa bene all’anima.