Ben is back: Peter Hedges dirige il figlio Lucas in una storia di tossicodipendenza e speranza
Tra le pellicole più attese alla 13esima edizione della Festa del Cinema di Roma, nella sezione Alice nella città, Ben is back è il racconto di una famiglia, o più nello specifico di una madre (Julia Roberts), impegnata nella disperata lotta contro la tossicodipendenza del figlio adolescente (Lucas Hedges).
E se quest'anno sembra che la kermesse capitolina abbia scelto di proposito opere in qualche modo "appaiate", si deve forse alla volontà di stimolare un confronto, o forse per insistere su determinati argomenti, tanto delicati e complessi quanto attuali, come l'omosessualità, il razzismo, la tossicodipendenza. Dopo Beautiful boy, ecco allora arrivare Ben is back, diretto dal bravissimo Peter Hedges (per chi non lo conoscesse è lo sceneggiatore di About a boy ed il regista de L'amore secondo Dan, solo per citarne un paio) e presentato anche al Toronto Film Festival 2018.
A differenza di Beautiful boy, Ben is back è tutto incentrato sul rapporto tra madre e figlio, attraverso il quale emerge il passato e le terribili esperienze che li hanno condotti sino a lì, ad un momento di svolta, di decisioni, che riguardano un eventuale futuro e la possibilità di fidarsi ancora non solo l'uno dell'altro, quanto soprattutto di loro stessi. Separati eppure uniti nella rispettiva lotta contro questo male che li sovrasta, Ben ed Holly non appaiono però mai schiacciati; seppur spesso sull'orlo del baratro che tenta di inghiottirli, i due si aggrappano con tutte le loro forze, con le ultime energie rimaste, ad una sempre più fievole speranza che in maniera altalenante li avvicina e li allontana, in una continua girandola di emozioni. La pellicola gioca molto con questo aspetto intrinseco della storia, esaltandone i requisiti così da rafforzarne l'effetto: un uso mirato della musica, un primo piano ravvicinato ad immortalare un particolare momento, un insistere sul sentimentalismo che può celarsi dietro ogni gesto, l'ambientazione natalizia, ciascun elemento concorre a far sì che sia facile addentrarsi nella vicenda, empatizzare, sentire qualcosa smuoversi - e che sia rabbia, dolore o gioia, poco importa, ciò che conta è sentire.
La scelta poi di sviluppare il tutto sulla falsariga di un classico road movie rende l'operazione ancora più interessante e godibile da un puro e semplice discorso fruitivo. "Tutto in una notte" potrebbe essere un sottotitolo adatto, se non riportasse alla mente ben altri titoli, di impronta meno drammatica e più leggera.
Detto ciò Ben is back non si esime dal mostrare anche momenti di (apparente) serenità, di ironia, mantendo il più possibile un'idea di realismo che lo àncora alle nostre esperienze, o meglio a ciò che pensiamo di conoscere.
Protagonisti indiscussi ed impeccabili, la Roberts ed Hedges stabiliscono un contatto che sembra trascendere dallo schermo, tanto brava lei quanto trascinante lui (emerso con Manchester by the Sea per il quale si è guadagnato una candidatura come Miglior Attore non Protagonista ed apprezzato anche in Boy Erased), ormai vera e propria promessa del più giovane firmamento hollywoodiano.