Baby Driver: Musica a tutto gas

C’è chi costruisce un film da un musical teatrale (che so… Cabaret, Chicago…), c’è chi poi preferisce partire da un tessuto musicale per un film musicale (La La Land), poi c’è il Tarantino della situazione che ti ripesca una serie di canzoni misconosciute o un po’ neglette, e te le piazza nelle scene cardine, dando al film quella spinta in più (Le Iene)… infine c’è Edgar Wright un genio che pensa bene di prendere delle canzoni e farne un film. Sì, il film è fatto in funzione delle canzoni che ne scandiscono tutti i tempi narrativi, non limitandosi a sottolineare o enfatizzare un preciso momento, ma definendone la sceneggiatura stessa.

L’idea di base è quella che il protagonista, che soffre di acufene (un disturbo dell’udito che in condizioni neutre gli fa sentire una sorta di ronzio costante nell’orecchio), indossi costantemente sempre delle cuffiette con cui sente musica da degli ipod che trova nelle macchine che ruba.
La musica diventa quindi la colonna sonora della sua stessa esistenza, tanto che imposta la vita in funzione di ciò che ascolta e viceversa.
Per lo spettatore questo si traduce in una musica dominante, e non più semplice sottofondo, al cui ritmo si svolge la storia.
Potremmo dirvi che, non solo Baby “batte il tempo”, ma le stesse sparatorie sono in 4/4 come i brani che state ascoltando.
E’ un’idea rivoluzionaria, fare un film di rapine, che in realtà è un musical sui generis. Sembra quasi di essere tornati indietro di 20 anni, quando Buz Luhrmann ci stupì tutti con il suo Romeo + Giulietta.

Per quanto riguarda la trama, niente di nuovo sotto il sole. Classico film di rapine dove uno le fa suo malgrado e qualcun altro lo costringe. Dove c’è un tecnico del furto, asetticamente perfetto, e il pazzo fuori controllo. Tutti i tasselli sono posizionati per l’inevitabile conflitto e sullo sfondo una storia d’amore… non certo una novità, se vogliamo.
Anche il cast stellare, Kevin Spacey, Jamie Foxx, Jon Hamm e Jon Bernthal non è una novità sui film di questo genere, ma poi… poi c’è il genio del regista al servizio del tutto.
Scene d’inseguimento in auto che in confronto quelle Grindhouse o Bullit, fanno ridere. Movimenti a tempo, tagli a tempo, sparatorie a tempo, insomma tutto perfettamente a tempo in un sincronismo senza pari.
L’idea si unisce all’arte di saperla realizzare (e scegliere le musiche giuste).

Un gioia per occhi e orecchie!