Assassinio sull'Orient Express: Un Poirot finalmente intrigante
Non si può giudicare il nuovo film di Kenneth Branagh, senza aver visto l'originale, questo è un dato di fatto.
Già l'idea di riproporre un classico simile, che se avesse successo porterebbe all'inevitabile arrivo di altre vicende di Hercule Poirot, non era un'impresa facile, anche per la scelta di rendere il detective belga molto più charmant.
Stante questo, e stante il fatto che se doveste rivedere oggi il film di Sidney Lumet vi risulterebbe un po' indigesto, poiché,diciamocelo, è invecchiato un po' male.
Il nuovo Orient Express resta molto classico se non per un certo gusto per l'azione, abbastanza necessario in un film odierno. Paga anche dazio al politically correct (il dottore nero stona come un kindle nella Biblioteca Vaticana) e alla spettacolarità (il conte russo maestro di danza da combattimento).
Ciononostante, grazie anche ad un cast maestoso, riesce a stare dentro i canoni di Agatha Christie.
Kenneth Brannagh è un Poirot notevole in grado di rivaleggiare con Peter Ustinov (perché diciamocelo Finney e Suchet non hanno la levatura) e di avere -finalmente- un look diverso e soprattutto un background più curato.
Certo non possiamo pensare di andare a vedere Ocean 11 o peggio ancora Fast & Furious, si tratta comunque di un impianto molto teatrale e classico, ma proprio in questo risiede il maggior fascino.
Anni 20. Un treno che corre da Istanbul a Parigi su una tratta che richiede 3 giorni e in cui viaggiano l'elite della società del tempo, tra agi, sfarzo e chiacchiere da salotto, diventa improvvisamente il teatro di un efferato omicidio.
Bloccati da una valanga nel bel mezzo di quella che era la Yugoslavia, i sospetti si trovano a dover fronteggiare la più acuta delle menti investigative dopo Sherlock Holmes, l'ineffabile detective belga Hecule Poirot.
Gestire tutti i personaggi in sole 2 ore, riuscendo a dare di più di una semplice tratteggiatura, non è assolutamente facile ma, come in un antico orologio, tutti gli ingranaggi si incastrano per riuscire a far girare le lancette, ed è questo il valore fondamentale, perché la storia e l'assassino lo conoscono già la maggior parte delle persone e i più giovani non saranno certo i primi a correre in sala, purtroppo.
E comunque 12 coltellate, come i 12 membri di una giuria, ci sono sempre, anche se stavolta dimenticano di ricordarcelo