Appena un minuto, l'opera seconda di Francesco Mandelli
Francesco Mandelli ci ha preso gusto e, dopo Bene ma non benissimo, torna dietro la macchina da presa per dirigere la commedia Appena un minuto.
Se il tema portante del suo esordio alla regia era stato il bullismo, nel suo secondo lavoro è la famiglia a farla da padrona. Quella famiglia che spesso capita di trascurare tra lavoro, difficoltà economiche e/o sentimentali e magari dei genitori anziani da accudire. E' il caso di Claudio, interpretato da Max Giusti; il suo trono di capo famiglia è stato usurpato da Manfredi, cui dà il volto Dino Abbrescia, egocentrico ed esuberante maestro di zumba che vive in una sontuosa dimora con la sua ex moglie e i due figli.
Diviso tra i due migliori amici, comicamente interpretati da Paolo Calabresi e Herbert Ballerina, e tra i genitori separati e litigiosi - la spumeggiante Loretta Goggi e lo spassoso Massimo Wertmüller - Claudio, in piena crisi personale e finanziaria, decide di riprendere in mano la situazione, riavvicinandosi almeno ai suoi figli. Il primo passo è acquistare uno smartphone; non uno qualunque, però: ben presto infatti, Claudio scoprirà che con un click potrà tornare indietro di sessanta, preziosissimi secondi. Come sfruttare al meglio questa possibilità che un anziano cinese – non sfugge la citazione del cult anni '80 I Gremlins – gli ha donato?
Come lo stesso regista ha tenuto a specificare durante la presentazione del film, avvenuta a Roma, Appena un minuto ha come unica pretesa quella di far ridere. E senz'altro ci riesce, grazie ad una serie di trovate che attingono con grande arguzia alla contemporaneità e all'eterno scontro generazionale, in questo caso tra il protagonista e suo figlio Luca, alias Francesco Mura. Appassionato di Trap, il ragazzo si veste in maniera a dir poco eccentrica e appariscente – alla maniera di Sfera Ebbasta per intenderci -, usa un linguaggio incomprensibile per chi è cresciuto a pane e Spandau Ballet e canta un discutibile brano senza senso né rime. Inutile dire che le reazioni di Max Giusti alle stravaganze del figlio sono a dir poco esilaranti. Il personaggio del ragazzo dedito al nuovo fenomeno musicale è stato l'occasione perfetta per accalappiare nel cast niente meno che J-Ax che nel film interpreta se stesso. Ascoltando il brano del ragazzo, dichiara solennemente: “Fa cagarissimo ma qua facciamo il botto”. Frase che è un po' l'emblema del fenomeno non tanto musicale quanto sociale che sta spopolando tra i giovanissimi.
Ma non finisce qui, perché oltre al noto cantante milanese, il film vanta altre partecipazioni di tutto rispetto che faranno la gioia dei più nostalgici in materia di sport e televisione. A conti fatti, come ha precisato lo stesso Mandelli, quale occasione migliore per esercitarsi nel campo della regia se non portando sullo schermo una sceneggiatura già esistente? Quella di Max Giusti, Igor Artibani e Giuliano Rinaldi ha il pregio di aver sfruttato in maniera intelligente e accattivante la tripla tematica di tecnologia, gap generazionale e famiglia e, allo stesso tempo, il difetto di aver caricato il prodotto finito con alcuni personaggi e sequenze decisamente inutili e di profilo più basso, come nel caso del senzatetto.
Tuttavia, se l'intento era quello di intrattenere, il fine è stato raggiunto: tra piccole gag, le battute esilaranti di Max Giusti, i piccoli ma acuti ruoli affidati a Ninni Bruschetta ed Enzo Garinei e lo splendore di Roma a fare da sfondo, il film si lascia guardare, senza troppe pretese ma comunque con il sorriso di chi uno smartphone così speciale lo vorrebbe eccome.