#AnneFrank. Vite Parallele – Solo per tre giorni al cinema, un documentario che fonde storia, memoria e resistenza

Una singola Anne Frank detta più commozione delle miriadi che soffrirono come lei, la cui immagine è rimasta nell’ombra” 
Primo Levi

Da una minuscola e anonima stanza (allestita per il documentario degli scenografi del Piccolo Teatro di Milano) il volto e la voce dell’attrice premio Oscar Helen Mirren seguono il filo di paure, dolori, ma anche speranze e ottimismo di Anne Frank, una vera e propria icona della shoah, ebrea tedesca adolescente e brillante che con il suo celebre Diario, scritto tra le mura di quella stanzetta di Amsterdam dove era stata nascosta e segregata, ha lasciato un testamento unico di ciò che ha significato il nazismo, e di tutte le tante speranze, insieme alle vite, che ha ucciso (incluse quelle della stessa Anne, poi giustiziata nel campo di concentramento di Bergen-Belsen). Perché quando “distruggi i bambini, distruggi infinite possibilità…”. 

Nel documentario #AnneFrank. Vite Parallele, Sabina Fedeli e Anna Migotto ricompongo e scandagliano orrore e distruzione perpetrate dalla Shoah. Attraverso la testimonianza lasciata da Anne Frank, ma anche attraverso le parole delle coetanee sopravvissute  alla follia nazista - Arianna Szörenyi (1933), Sarah Lichtsztejn-Montard (1928), Helga Weiss (1929) e le sorelle Andra e Tatiana Bucci (1937 e 1939) – le due registe riordinano alcuni tasselli di una pagina di storia che impone memoria e responsabilità, presa di coscienza civile e maturazione umana.

E così i pensieri (a misura di social e in formato hashtag) di un’adolescente moderna e contemporanea (Martina Gatti) assumono la forma delle parole della quattordicenne di allora Anne, costretta a vivere rinchiusa in una stanzetta, ma comunque in grado di esprimere ancora la propria libertà e individualità attraverso quelle parole forti, quel confronto con sé stessa e con il mondo che aveva come confidente e interlocutrice la sua amica immaginaria Kitty, destinataria fittizia di quei pensieri ma anche specchio e cura per l’anima di un’esistenza sola e isolata. E nella solitudine incolmabile di un’adolescente costretta a non vivere e poi morire, si costruisce forte la simmetria con le vite parallele di chi invece quell’orrore l’ha in qualche modo scavalcato, se l’è lasciato alle spalle, ma solo in parte. Perché la follia delle persecuzioni, della shoah, di perseguitare il diverso o semplicemente a chi la pensa diversamente, ha tutto l’aspetto di una caccia alle streghe del nuovo tempo, di una distruzione che si manifesta non solo nel suo presente, ma che lascia strascichi enormi anche verso il futuro, che si muove subdola nella solitudine incolmabile di chi non c’è più e di che è sopravvissuto ma ha perso i propri cari, i propri coetanei, le proprie “vite parallele”. 

Attraverso la testimonianza del passato, l’urgenza di una consapevolezza presente, e il monito di un futuro che sia forte della sua Memoria, #AnneFrank. Vite Parallele parla quindi di quei 230mila bambini deportati, di cui solo 700 sopravvissuti al nazismo; parla dei loro “giochi” nei campi di concentramento, della loro innocenza smarrita, e della loro paura indicibile, maturata nel fango di quell’orrore senza precedenti visto e sperimentato. Ma nel suo molteplice significato e nel suo valore educativo, si tratta anche di un’opera che parla dell’ottimismo e della speranza di una quattordicenne con i propri sogni, il suo primo (e ultimo) amore, e di una scrittura capace di volare sopra e al di là dell’orrore traghettando attraverso il tempo testimonianze di vita da cui apprendere e a cui ispirarsi per vivere vite (nel nostro piccolo) più esemplari e virtuose.

Sii gentile e abbi coraggio” scriverà Anne Frank nel suo Diario. Ed è da qui, dalla necessità di essere gentili (con il prossimo) e coraggiosi (verso noi stessi) che bisogna ripartire (sempre) pur di scongiurare che l’odio verso gli altri, l’ostracismo nei confronti di chi è diverso o non compreso, si trasformi in una nuova Shoah, in un nuovo delirante progetto di sterminio della Vita.