Animali fantastici - I segreti di Silente. Non c'è due senza tre
Mai adagio fu più azzeccato (anche perché dovrebbero essere "solo" tre). Peraltro, impresa non difficile, questo è sicuramente il più equilibrato dei film del nuovo corso. Il primo potremmo definirlo troppo "puccioso" e quasi avulso da quel mondo, il secondo al limite dell'insopportabile con il combattimento finale eterno e senza senso.
Finalmente qualcosa con un po' di carne al fuoco.
Grindelwald ha intessuto le sue trame. Silente, come di consueto, svela i suoi assi solo nel finale ove ci sarà l'ovvio e inevitabile scontro di forze.
Come al solito la trama sarebbe potuta essere decisamente più profonda, dando allo spazio politico uno spessore maggiore e trame ben più oscure di quelle macroscopiche (con tanto di "spiegoni") a uso e consumo delle masse giovani.
La forza del film nasce comunque dall'aver messo Scamander (l'eccessivamente ammiccante Redmayne) un po' a lato, insieme alla sua poco interessante storia d'amore, a favore di una maggior coralità e soprattutto di un Silente (il mangia-schermo Law) parecchio più interessante.
Ci saremmo sicuramente potuti risparmiare il dazio politically correct (ma Hollywood si sa lo pretende ormai) del rapporto tra i due antagonisti... stucchevole.
Mikkelsen prende il posto del Pirata dei Caraibi nei panni di Grindelwald, ricordandoci un po' lo spietato Le Chiffre di bondiana memoria.
Purtroppo la sorte non ci libera di Yates, la jattura della saga, un regista che a suo tempo riuscì a partorire i peggiori film della saga dai migliori libri a cui oggi è affidato questo nuovo capitolo. E' sì migliorato negli anni, ma resta un mestierante, purtroppo.
Resta in ogni caso un buon finale, se poi lo sarà, e il più godibile di questa trilogia.