Allied - Un'ombra nascosta

Un film che inizia in Marocco, durante la seconda guerra mondiale, che parla di tedeschi, resistenza francese, spie che si amano e una Marsigliese accennata al pianoforte, cosa vi fa ricordare?

Allied inizia dove finisce Casablanca. Zemeckis lo sa e nel dare corpo e vita al plot di Steven Knight, già sceneggiatore, tra gli altri di La promessa dell’assassino, si sforza nel conferire un’impronta personale che distingua questo film da modelli ingombranti. Ed in alcuni momenti ci riesce. Nel raccontare la storia di un amore tra un agente segreto canadese e un’appartenente alla resistenza francese (Marion Cotillard), incontratisi a Casablanca e poi ritiratisi a Londra dopo una missione contro i tedeschi occupatori, il regista americano attinge a tutto il suo saper fare cinema per costruire scene che rimangano negli occhi dello spettatore. Sin dalla prima sequenza in cui vediamo l’agente Max Vatan (Brad Pitt) paracadutarsi sul deserto del Sahara, alla scena di amore nella jeep in mezzo ad una tempesta di sabbia, fino alle sequenze drammatiche dei bombardamenti su Londra, stiamo certamente di fronte ad un grande realizzatore di messinscene di grande elaborazione ed effetto. Così come l’incedere della spy story, rispettando i canoni dei film del genere, ci conferma Zemeckis come un regista capace di saltare da un progetto di cinema innovativo e di ricerca, ad un cinema più classico e paludato, un cinema d’annata. L’atmosfera un po’ retrò permane sia nelle esotiche notti di Casablanca nelle quali i due protagonisti si innamorano conversando sui tetti sotto le notti stellate mai troppo scure, sia nelle riprese degli eleganti sobborghi di Londra, martoriata dall’incubo dei bombardamenti,  fotografata con le tinte di un comics anni ’50.

Costruito dunque bene questo film e realizzato con gusto; lo potremmo definire un film “in stile” che però nulla aggiunge e in nulla arricchisce il genere a cui appartiene. Anche la seconda parte, quando alcune verità piano piano vengono a galla, e la componente noir prende il sopravvento, rimane un bel artifizio ma niente di più. Anche con una protagonista, la Cotillard, che sembra tagliata per la parte che interpreta – e un po’ sfigura il divo Pitt – e che si sta dimostrando una delle migliori e più complete attrici dell’attuale scena cinematografica.