Alla Ricerca di Dory

L’attesissimo sequel di “Alla ricerca di Nemo” approda finalmente sul grande schermo.
E lo fa  ponendo al centro della narrazione quel personaggio che più di tutti gli altri aveva conquistato le simpatie del pubblico, dei piccoli ma soprattutto dei più grandi. Parliamo ovviamente di Dory, la pesciolina affetta  da perdita della memoria a breve termine, che nuota in un perenne stato di confusione dal quale sembra non riuscire ad emergere.

Stralci confusi di ricordi riemergono in Dory, ora stabilmente accasatasi vicino a Nemo ed al padre. Lampi di memoria che la convincono ad iniziare una ricerca a ritroso per ritrovare i genitori perduti da piccola e gli affetti di una famiglia felice. Compagni di avventura Nemo e Marlin per un viaggio che li porterà nell’oceano Pacifico fino ad un parco oceanografico gremito di creature marine di tutti i tipi.

Sulla falsariga del primo film, anche in questa occasione l’opera si sviluppa nell’esposizione di una serie di personaggi che “brillano” tutti per una deficienza o patologia. Destiny uno squalo balena miope, Bailey un beluga convinto di avere un sonar difettoso e Hank, un polpo affetto da crisi di depressione. Il concerto di queste figure, il concorso dei personaggi è la forza del film assieme ad alcune scene molto ben congeniate e coinvolgenti (il passaggio delle razze ed il loro coro, ad esempio).

Funziona dunque l’alchimia tra i personaggi ed anche la suspense verso un finale concitato ed entusiasmante; un po’ meno l’idea centrale del film, troppo ricalcante il primo nella sua genesi e nel suo svolgersi. La ricetta però, alla fine funziona, grazie anche ad un sottostate humor che per il pubblico italiano raggiunge il culmine quando la voce dello speaker del parco oceanografico si presenta come Licia Colò….
Carla Signoris dà la voce a Dory, scelta perfetta; come quella, peraltro di Luca Zingaretti , doppiatore di Marlin.

Tecnicamente validissimo, divertente quanto basta, da vedere. Ma un terzo episodio, sarebbe di troppo…