Alita: dal manga al film
Alita è un manga del ’90 di Yukito Kishiro che ha conosciuto grande fortuna anche al termine della pubblicazione, tanto da portare l’autore e modificarne il finale per poter continuare con due serie successive.
Il film si attiene abbastanza alla prima stesura (anche se con toni decisamente più teen), ma non al finale, lasciando così spazio ad un eventuale prosieguo.
Alita è un cyborg recuperato da una discarica dal Dr. Ido che le ricostruisce il corpo scoprendo che si tratta di una tecnologia perduta.
Le capacità di Alita sono immense, grazie anche al suo “core” in grado di sviluppare un’energia quasi infinita.
Alita inizierà un percorso di formazione che la porterà a farsi domande sul suo passato, trovando anche alcune risposte, e allo stesso tempo inizierà a conoscere l’amore e gli altri sentimenti che potrebbo travolgerla.
Alita è un po’ quello che è stato Chi Ha Incastrato Roger Rabbit alla fine degli anni 80. Li c’era stata una fusione tra animazione classica e recitazione in un modo così fluido e convincente come non si era mai visto prima (tutti in piedi a battere le mani a Robert Zemeckis), qui abbiamo il personaggio principale, il nuovo coniglio, che è totalmente realizzato in CGI, mentre tutto il resto del mondo è popolato da attori in carne ed ossa, anche se ovviamente la post produzione la fa da padrona.
Il risultato è stupefacente perché dimentichiamo totalmente che la protagonista è virtuale.
Non si può certo pensare che sia un caso che a produrre il film ci sia la coppia d’oro: Cameron – Landau. Titanic e Avatar sono un biglietto da visita più che sufficiente per acquisire credito illimitato ovunque. Alla regia Robert Rodriguez che si è dedicato a questo progetto monster per un lustro. Insomma impegno e dedizione totale per un risultato che appaga le attese.
Il film mette moltissima carne al fuoco dovendo “spiegare” molto, introdurre personaggi, mitologia, ambientazione e quant’altro, il tutto senza diventare di durata bayiana, ovvero oltre i 150 minuti. Il ritmo è quasi forsennato senza affannare lo spettatore, gli eventi si succedono repentinamente, ma senza mai perdere in credibilità e mantenendo il filo narrativo e anche la storia ha dei risvolti accattivanti, insomma bello da vedere e da seguire.
La sorpresa più grande arriva, però, dalle aspettative. Se qualcuno si è fatto un’idea vicina a Matrix si sbaglia di grosso, si, c’è tutto il filone cyberpunk, ma c’è anche molta umanità e girl power, tanto da poter essere una sorta di Hunger Games, me decisamente migliore come spettacolarizzazione.
Alita non è quindi un prodotto di nicchia per geek, ma piuttosto un’opera per tutta la fascia teen e soprattutto per l pubblico femminile.
Una garanzia… anche di sequel.