Al final del túnel
Se, costretto su una sedia a rotelle a causa di una frattura alla gamba, il fotoreporter L.B. Jefferies interpretato da James Stewart ne La finestra sul cortile spiava i suoi vicini di casa servendosi di un binocolo e della sua macchina fotografica fornita di teleobiettivo, il paraplegico Joaquin con le fattezze di Leonardo”Intacto”Sbaraglia ne è sicuramente il degno discendente cinematografico d’inizio terzo millennio.
Perché, diretto dall’argentino Rodrigo Grande, non solo Al final del túnel vanta un’ultima parte non poco debitrice nei confronti di Alfred Hitchcock, ma rende il citato protagonista osservatore – di nascosto e tramite computer – di una banda di ladri che ha scoperto essere impegnati a scavare un tunnel sotto la sua abitazione con l’obiettivo di svaligiare la banca accanto. Abitazione di cui, tra l’altro, ha affittato una stanza alla giovane con figlioletta al seguito Berta, ovvero la Clara Lago de La verità nascosta, che, però, intuisce presto non essere la persona di cui potersi fidare ciecamente.
Man mano che il regista provvede a sviluppare il loro rapporto e che lascia progressivamente emergere rivelazioni utili a trasformare in un thriller a tinte horror, fotogramma dopo fotogramma, quello che, sulla carta, si poteva erroneamente intendere come un qualsiasi heist movie (film in cui un gruppo di individui organizza e mette accuratamente in atto un grande furto).
Del resto, mentre l’uomo tenta di escogitare un piano per contrastare quello della combriccola di malviventi, è una cupa atmosfera garantita dalla bella fotografia di Félix Monti ad avvolgere le circa due ore di visione che, non prive di morti piuttosto crude e violente, tendono a ribadire, inoltre, che tutto dipende da una donna o dalla sorte. Con l’onnipresente tensione che, insieme alle lodevoli prove sfoderate dai diversi elementi del cast – comprendente anche il Federico Luppi de Il labirinto del Fauno e Pablo Echarri – ed al tecnicamente valido comparto tecnico, ci permette tranquillamente di classificare il tutto tra i lavori più riusciti passati sugli schermi dell’edizione 2016 della Festa del cinema di Roma.