A quiet place, la nuova frontiera del thriller-horror
Ottima prova registica e attoriale quella di John Krasinski che con il suo A quiet place esplora nuovi confini di un genere sempre a caccia di spunti originali e accattivanti e con una folta schiera di seguaci.
Il suo terzo film, dopo il meno noto Brevi interviste con uomini schifosi e il delizioso The Hollars, è infatti un possente mix di thriller, inteso come tensione allo stato puro, quella che tiene incollati alla poltrona con il fiato sospeso, e horror, quello che invece, di tanto in tanto, ti fa portare le mani davanti agli occhi.
Se di orrendi predatori ne abbiamo visti in gran quantità, di fughe a perdifiato anche e di nascondigli improvvisati esiste una lunga filmografia, la novità assoluta introdotta dal regista, sposato nel film ed anche nella realtà con la versatile Emily Blunt, è la quasi totale assenza di dialoghi. Non certo per scelta ma perché gli esseri che terrorizzano i protagonisti, danno la caccia a chiunque produca il seppur minimo suono.
Lee e la sua famiglia composta da moglie e tre figli vivono in una fattoria immersa nel verde e circondata da un grande campo di grano: camminano solo a piedi scalzi, spargono sabbia sul loro cammino per attutire ancora di più i passi, comunicano tra loro con il linguaggio dei segni – a questo proposito, da segnalare l'ottima interpretazione della giovanissima Millicent Simmonds nel ruolo della figlia maggiore Regan, che nella realtà è non udente fin dall'infanzia - e si ingegnano per evitare di produrre rumori che possano richiamare i predatori, simili nella struttura a creature già viste ma assai diversi perché se da un lato sono sprovvisti di occhi, dall'altro sono dotati di uno strano, terrificante ed eccezionale impianto uditivo, nonché di una dentatura degna dei migliori mostri cinematografici.
Tutto sembrerebbe scorrere in maniera “tranquilla” se non fosse che Evelyn è incinta e il parto, con doglie e fisiologica necessità di dare fiato al proprio dolore, è alle porte. Consapevoli del fatto che i mostruosi esseri hanno ormai capito che la loro fattoria nasconde succulente prede, i genitori e gli stessi ragazzi dovranno adoperarsi per sconfiggerli, pena un lutto inconcepibile con cui fare i conti.
Tra rimembranze di Signs e in almeno un dettaglio di Mars Attacks, il film intrattiene al suo meglio lo spettatore, mantenendo alto il livello di angoscia, regalando qualche salto sulla poltrona e suscitando una sempre maggiore curiosità.
Il momento di liberazione del piccolo Marcus, ovvero il Noah Jupe già visto in Wonder in cui interpretava il migliore amico di Auggie, allevia la tensione anche in chi guarda e l'urlo liberatorio sotto la cascata – il rumore dell'acqua è talmente impetuoso che i predatori non possono sentire le voci umane – sembra farci automaticamente rilassare...prima di farci ripiombare nell'incubo.
Un incubo ben congegnato e assolutamente ben reso sullo schermo sotto tutti i punti di vista, fotografia e montaggio inclusi che concorrono alla perfetta riuscita del film e al perfetto concatenarsi delle sequenze.
Un numero ristrettissimo di personaggi, una sola location anche se divisa tra l'interno della casa e l'esterno del campo e del bosco – tra i luoghi horror per antonomasia – un accompagnamento musicale ben collaudato che di volta accresce la tensione o stempera i toni.
A quiet place è un film davvero innovativo e convincente, portatore di una rappresentazione tutta nuova e interpretato egregiamente da tutti i protagonisti. Un'opera in cui il silenzio opprimente e carico di terrore è il vero e proprio asso nella manica che tiene viva la narrazione, già di per sé basata una sceneggiatura solida e su dialoghi concisi tra cui non mancano grandi verità; dice infatti Evelyn al marito: “Chi siamo noi se non possiamo proteggerli?” riferendosi ai ragazzi.
Non solo horror, non solo thriller ma nel bel mezzo di fughe e occhi sbarrati, spicca il mestiere dei genitori che in questo caso più che mai, è salvaguardia dei propri figli, anche a costo della propria vita.
Per gli amanti del genere, un film imperdibile, senz'altro uno dei migliori degli ultimi anni.
Per i neofiti, una nuova frontiera da varcare, possibilmente con un amico fidato al proprio fianco cui afferrare il braccio al momento del bisogno.