50 primavere, ovvero l'amore ai tempi della menopausa

Cantava Antonello Venditti: “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”.
E' il caso di Aurore e di Christophe, vecchi compagni di liceo la cui focosa relazione era nota a tutti e li ha segnati nel profondo, tanto che, quando oltre vent'anni dopo si rincontrano, lei separata e lui single, l'attrazione è ancora viva. Con i dubbi e le paure di chi ha ormai 50 anni, non vuole più soffrire per amore o, nel caso di Aurore, cerca la tranquillità e sembra quasi volersi accontentare di ciò che la vita le ha riservato, anziché gettarsi in qualcosa di eccitante ma apparentemente rischioso.

50 primavere, di Blandine Lenoir, rientra a pieno titolo nella grande produzione delle commedie francesi, sempre adorabili e ironiche, dotate di un gusto sopraffino e di attori incredibilmente validi, sebbene sia a tratti privo della più tipica verve di alcuni esponenti del genere, come se faticasse a spiccare il balzo verso l'acume e l'originalità tipici di questo tipo di narrazione.

In bilico tra commedia e dramma interiore, 50 primavere, titolo originale semplicemente Aurore, è una storia tutta femminile che racconta il delicato rapportarsi di una donna con lo scorrere del tempo. Un'immagine del film in particolare, è esemplificativa di tutta la vicenda narrata ed è emblematica del rapporto indissolubile tra le protagoniste del film - qui sdraiate una accanto all'altra e abbracciate in una stretta fraterna, quasi laocoontica - ognuna alle prese con la propria vita, i propri passaggi epocali, Aurore che sta entrando in menopausa e sua figlia che sta per diventare mamma, le insicurezze.

Come una sorta di viaggio all'interno di se stessa, Aurore affronta con temerarietà, maturità e un pizzico di nostalgia la perdita del lavoro, le bizze del suo corpo e il ritrovamento del suo vecchio, grande amore giovanile. Potrebbe quest'ultimo dare una svolta alla sua vita? Solo il tempo e l'esperienza lo diranno. Nel frattempo Aurore fa il punto della sua esistenza, nel fatidico momento della menopausa, delle prese di coscienza, del recupero delle sue priorità.

Tra piccole e gustose scene esilaranti ed altre in cui la frustrazione fa capolino, il film avanza verso quel lieto fine che ogni commedia che si rispetti regala ai suoi spettatori ed offre il ritratto di una donne forte e coraggiosa, capace di tenere per le redini la sua vita, pur barcollando di tanto in tanto.

Il tocco della regista si avverte nel lento soffermarsi della macchina da presa sui volti delle protagoniste, sul loro sguardo a tratti spaurito a tratti spensierato, nel suo insinuarsi in ambienti intimi, camere pregne di ricordi, gioie e insoddisfazioni, perché quella di Aurore è una casa aperta a tutte le donne della sua vita, dalle figlie alla migliore amica, fino al ragazzo della figlia minore.

50 primavere è il ritratto realistico e autentico di una donna dei giorni nostri: Aurore è in ogni parte del mondo, incarna l'universo femminile di chi ha raggiunto le fatidiche 50 primavere, appunto, e fa i conti con ciò che ha lasciato indietro e ciò che ancora deve raggiungere. Piacevole, toccante, ironico. Un altro piccolo gioiellino d'oltralpe con Agnès Jaoui, Premio César come Migliore attrice non protagonista di Parole, parole, parole, brava e immensamente vera.