Presentare Claudio Amendola potrebbe risultare superfluo. L’attore romano,è uno di quei volti che qualunque italiano riconoscerebbe. Figlio del celeberrimo attore, ma, soprattutto, doppiatore, Ferruccio Amendola, Claudio incomincia la propria carriera recitativa molto presto. Ad appena vent’anni, nel 1983, esordisce al cinema come attore protagonista nella commedia Lontano da dove. Da quel momento in poi Claudio Amendola si impone come uno degli attori più caratteristici, nonché più amati, del panorama cinematografico e televisivo italiano. La sua più grande caratteristica è la versatilità: Claudio, infatti, è da sempre riuscito a rendere credibili ed efficaci i personaggi da lui interpretati, fossero questi comici, come nel caso del capostipite dei film di Natale italiani, Vacanze di Natale, datato anche questo 1983 e diretto da Carlo Vanzina, o fossero questi personaggi drammatici: ne è un esempio Mery per sempre, pellicola del 1989 che vede Amendola protagonista di una storia prepotentemente vera e cruda, ambientata in un carcere per minorenni di Palermo. Per quel ruolo Claudio ha imparato il dialetto siciliano.
La sua carriera, che va ormai avanti da più di trent’anni, ha visto anche diverse interpretazioni per il piccolo schermo, fra le quali spicca, senza dubbio, quella di Giulio Cesaroni nella serie I Cesaroni, prodotto, importato dalla Spagna (la serie originale si chiama Los Serranos), che ha avuto, nel corso delle stagioni, un notevole successo di pubblico, dovuto, soprattutto, alla verve e alla simpatia, condita con un pizzico di fierezza, del protagonista, Giulio.
Il suo esordio alla regia è avvenuto con la commedia, interpretata da Edoardo Leo, Ricky Memphis e Ennio Fantastichini, dal nome La mossa del pinguino, uscito nel 2014. Di questo titolo Claudio ha curato anche il soggetto e la sceneggiatura.
Nel 2015 Amendola si fa apprezzare da critica e pubblico per il personaggio di Samurai in Suburra, diretto da Stefano Sollima, trasposizione cinematografica del celebre romanzo di Giancarlo De Cataldo. Nel film, che mostra in maniera impietosa, ma allo stesso tempo vera, i rapporti fra la criminalità romana e la politica italiana (basandosi sulle vicende, vere, dello scandalo di Mafia Capitale), il personaggio di Samurai, che altro non è se non il collage di vere figure della cronaca criminale degli ultimi decenni, risulta sicuramente il più inquietante ed enigmatico: Claudio è stato bravissimo nel caratterizzare un personaggio all’apparenza insipido e mediocre, ma che, in realtà, regge nelle sue mani l’intera capitale, nonché l’intero paese.
Ne Il permesso – 48 ore fuori, sua seconda prova da regista, l’attore romano ha avuto l’occasione di vestire nuovamente i panni di un criminale. Tuttavia, in quest’occasione, il personaggio di Amendola risulta essere maturo, nonché pentito delle proprie azioni del passato, ed è intenzionato a salvare la propria famiglia, che, a causa sua, ha dovuto soffrire la mancanza di una figura paterna negli anni della sua detenzione.
David di Donatello 2015 - (candidato) Miglior Attore Non Protagonista in Noi e la Giulia
Personaggi
Claudio Amendola
Attore, Produttore, Regista
Roma, Lazio, Italia
12.02.1963
Attore
Regista
Sceneggiatore
Presentare Claudio Amendola potrebbe risultare superfluo. L’attore romano,è uno di quei volti che qualunque italiano riconoscerebbe. Figlio del celeberrimo attore, ma, soprattutto, doppiatore, Ferruccio Amendola, Claudio incomincia la propria carriera recitativa molto presto. Ad appena vent’anni, nel 1983, esordisce al cinema come attore protagonista nella commedia Lontano da dove. Da quel momento in poi Claudio Amendola si impone come uno degli attori più caratteristici, nonché più amati, del panorama cinematografico e televisivo italiano. La sua più grande caratteristica è la versatilità: Claudio, infatti, è da sempre riuscito a rendere credibili ed efficaci i personaggi da lui interpretati, fossero questi comici, come nel caso del capostipite dei film di Natale italiani, Vacanze di Natale, datato anche questo 1983 e diretto da Carlo Vanzina, o fossero questi personaggi drammatici: ne è un esempio Mery per sempre, pellicola del 1989 che vede Amendola protagonista di una storia prepotentemente vera e cruda, ambientata in un carcere per minorenni di Palermo. Per quel ruolo Claudio ha imparato il dialetto siciliano.
La sua carriera, che va ormai avanti da più di trent’anni, ha visto anche diverse interpretazioni per il piccolo schermo, fra le quali spicca, senza dubbio, quella di Giulio Cesaroni nella serie I Cesaroni, prodotto, importato dalla Spagna (la serie originale si chiama Los Serranos), che ha avuto, nel corso delle stagioni, un notevole successo di pubblico, dovuto, soprattutto, alla verve e alla simpatia, condita con un pizzico di fierezza, del protagonista, Giulio.
Il suo esordio alla regia è avvenuto con la commedia, interpretata da Edoardo Leo, Ricky Memphis e Ennio Fantastichini, dal nome La mossa del pinguino, uscito nel 2014. Di questo titolo Claudio ha curato anche il soggetto e la sceneggiatura.
Nel 2015 Amendola si fa apprezzare da critica e pubblico per il personaggio di Samurai in Suburra, diretto da Stefano Sollima, trasposizione cinematografica del celebre romanzo di Giancarlo De Cataldo. Nel film, che mostra in maniera impietosa, ma allo stesso tempo vera, i rapporti fra la criminalità romana e la politica italiana (basandosi sulle vicende, vere, dello scandalo di Mafia Capitale), il personaggio di Samurai, che altro non è se non il collage di vere figure della cronaca criminale degli ultimi decenni, risulta sicuramente il più inquietante ed enigmatico: Claudio è stato bravissimo nel caratterizzare un personaggio all’apparenza insipido e mediocre, ma che, in realtà, regge nelle sue mani l’intera capitale, nonché l’intero paese.
Ne Il permesso – 48 ore fuori, sua seconda prova da regista, l’attore romano ha avuto l’occasione di vestire nuovamente i panni di un criminale. Tuttavia, in quest’occasione, il personaggio di Amendola risulta essere maturo, nonché pentito delle proprie azioni del passato, ed è intenzionato a salvare la propria famiglia, che, a causa sua, ha dovuto soffrire la mancanza di una figura paterna negli anni della sua detenzione.