Vite fuori di… testo: Viaggio nei biopic musicali
Il 14 Aprile 2016 è uscito nei cinema italiani The idol (2015) di Hany Abu-Assad, riguardante la vita del popolare cantante palestinese Mohammad Assaf, mentre già imperversava nelle sale tricolori Love & Mercy (2014) di Bill Pohlad, alternato tra la metà degli anni Sessanta e quella degli Ottanta per porre Paul Dano e John Cusack rispettivamente nei panni di un giovane e di un quarantenne Brian Wilson, fondatore e leader della band californiana dei Beach boys.
Non è la prima volta, però, che la combriccola di paffuti ragazzotti cui si devono hit estive del calibro di I get a round e Surfin U.S.A. suscita l’interesse da parte dell’universo della finzione, in quanto già Michael Switzer – con un ancora esordiente Bruce Greenwood nel ruolo del batterista Dennis Wilson – diresse Sogni d’estate – La storia dei Beach boys (1990) e Jeff Bleckner si è occupato del decisamente più approfondito The Beach boys (2000), entrambi concepiti per la televisione.
Note televisive
Del resto, a cominciare dal Deadman’s curve – La curva della morte (1978) di Richard Compton che propose Richard Hatch e Bruce Davison quali amici e colleghi beachboysiani Jan & Dean, il tubo catodico ha riservato non poco spazio ai biopic relativi alla vita di icone musicali affermatesi dagli anni Cinquanta in poi (quelli che ci limitiamo a trattare in questo articolo).
Infatti, se il solo indimenticato idolo del rock Elvis Presley è stato incarnato da Kurt Russell, Dale Midkiff e Jonathan Rhys Meyers rispettivamente in Elvis – Il re del rock (1979) di John Carpenter, Elvis & me (1988) di Larry Peerce ed Elvis (2005) di James Steven Sadwith, il più grande chitarrista del XX secolo ha avuto il volto di Rob Weiss in Hendrix (2000) di Leon Ichaso e colui che si fa chiamare giustamente The original king of rock and roll quello di Leon in Little Richard (2000) di Robert Townsend.
Il Leon che, tra l’altro, ha concesso anima e corpo a Jackie Wilson in Mr. Rock’n’roll – La storia di Alan Freed (1999) di Andy Wolk, improntato sul noto dj – interpretato da Judd Nelson – che promosse per primo alla radio il rhytm & blues ed arricchito di non poche versioni da fiction di famosi nomi della musica dei suoi tempi, da Bill Haley alle Chantels.
Se in Italia, poi, Sabrina Ferilli, Claudio Santamaria e Beppe Fiorello hanno avuto modo di trasformarsi in Dalida, Rino Gaetano e Domenico Modugno, negli Stati Uniti non sono comunque mancati Jay Underwood e Renee Faia in Sonny e Cher – Una vita a ritmo di musica (1999) di David Burton Morris e Philip McQuillan ne La vera storia di John Lennon (2000) di David Carson.
Chiedi chi erano i Beatles... e gli altri
A proposito dei quattro “scarafaggi” di Liverpool, inoltre, sempre per la tv Jared Harris e Aidan Queen sono stati Lennon e McCartney in Due di noi – The Beatles (2000) di Michael Lindsay-Hogg, mentre Stephen MacKenna, Rod Culbertson, John Altman e Ray Ashcroft hanno fatto da protagonisti ne La nascita dei Beatles (1979) di Richard Marquand e Aaron Taylor-Johnson e Christopher Eccleston hanno prestato i propri connotati al mitico John in Nowhere boy (2009) di Sam Taylor-Johnson ed Essere John Lennon (2010) di Edmund Coulthard.
Titoli cui va affiancato anche Backbeat – Tutti hanno bisogno di amore (1994) di Iain Softley; succeduto all’ondata di pellicole sfornate tra gli anni Ottanta e Novanta che, al di là di The Doors (1991) di Oliver Stone (con Val Kilmer nelle vesti di Jim Morrison), La ragazza di Nashville (1980) di Michael Apted (con Sissy Spacek nella parte della cantautrice country Loretta Lynn) e Sid e Nancy (1986) di Alex Cox (con Gary Oldman in versione Sid Vicious dei Sex pistols), hanno riservato gli splendidi La bamba (1987) di Luis Valdez e Great balls of fire! – Vampate di fuoco (1989) di Jim McBride, il primo incentrato sul Ritchie Valens (Lou Diamond Phillips) tragicamente scomparso a neppure diciotto anni, il secondo sul “killer” del piano rock Jerry Lee Lewis (Dennis Quaid).
Lavori, questi ultimi due, sicuramente debitori nei confronti di The Buddy Holly story (1978) di Steve Rash, che valse una candidatura all’Oscar all’interprete principale Gary Busey , il quale va ad infarcire ulteriormente la lista di attori che hanno provveduto a fornire performance più o meno fondamentali alla storia del filone.
Tutti hanno bisogno di musica
Attori tra cui non possiamo fare a meno di citare il Jamie Foxx/Ray Charles di Ray (2004) di Taylor Hackford, il Joaquin Phoenix/Johnny Cash di Quando l’amore brucia l’anima (2005) di James Mangold, la Kristen Stewart/Joan Jett di The Runaways (2010) di Floria Sigismondi, Il Sam Riley/Ian Curtis di Control (2007) di Anton Corbijn e la coppia formata da Angela Bassett/Tina Turner e Laurence Fishburne/Ike Turner in Tina – What’s love got to do with it (1993) di Brian Gibson.
Senza contare il Chadwick Boseman di Get on up: La storia di James Brown (2014) di Tate Taylor, l’André Benjamin (André 3000) di Jimi: is all by my side (2013) di John Ridley – riguardante il sopra citato Hendrix – e la texana Selena Quintanilla manifestante in Selena (1997) di Gregory Nava le fattezze di Jennifer Lopez.
La stessa Jennifer Lopez che, sotto la regia del già menzionato Ichaso, ha anche spalleggiato Marc Anthony/Hector Lavoe in El cantante (2006), aggiungendosi al campionario di volti femminili comprendenti, tra gli altri, le Halle Berry e Vivica A. Fox poste dallo stesso Nava accanto a Larenz Tate in Why do fools fall in love – Un ragazzo di talento (1998), con al proprio centro le vedove del Frankie Lymon dei Teenagers impegnate a contendersi in tribunale le sue royalties.
Ma, se non ne avete abbastanza, potete sempre recuperare il Bob Dylan impersonato da sei diverse star hollywoodiane in Io non sono qui (2007) di Todd Haynes, la biografia dei Four seasons in salsa musical curata da Clint Eastwood in Jersey boys (2014), l’interpretazione di Bobby Darin dispensata da Kevin Spacey nel suo Beyond the sea (2004), la storia dei Turtles raccontata tramite Ho incontrato Jimi Hendrix (2003) di Bill Fishman, quella del gruppo hip hop Compton N.W.A. inscenata in Straight outta Compton (2015) di F. Gary Gray e, infine, la vita e la morte del rapper Notorious B.I.G. nell’omonimo film diretto nel 2009 da George Tillman Jr.
E non dimenticate neppure il Rocco Granata affrontato in Marina (2013) di Stijn Coninx, il Jeff Buckley su cui si costruisce Greetings from Tim Buckley (2012) di Daniel Algrant e il Franco Califano di fine carriera al quale ha reso pienamente giustizia il Non escludo il ritorno (2014) firmato dall’indipendente Stefano Calvagna... nell’attesa, magari, che la Settima arte concretizzi i suoi annunciati progetti sui Ramones e Freddie Mercury.