Venezia 76: uno sguardo sui film in concorso - giorno 1
Subito in fila per i numerosi film in concorso alla 76° Mostra del Cinema di Venezia salutata da un tripudio di attori che danno vita a un eccezionale tappeto rosso. Basta vedere gli interpreti dei primi film per capire che i divi sovrastano le storie e i registi. Ad Astra di James Gray, intitolato in italiano Ad Astra – Missione classificata, è un film di oltre due ore nel quale Brad Pitt è sempre in primo piano. Ruoli minori hanno anche Tommy Lee Jones, Liv Tyler e Donald Sutherland, ma lo spettatore segue l’odissea del cosmonauta Roy McBride che viaggia fino ai confini degli spazi conosciuti del sistema solare, che nel futuro descritto dal film si espandono oltre Marte già colonizzata e fino a Nettuno, alla ricerca del padre, un eroe dello spazio dato per morto da almeno sedici anni. Tuttavia il tema del film non è la conquista spaziale ma la solitudine del cosmonauta, specchio di altre solitudini.
Di ritorno da una missione, Roy McBride viene incaricato di recarsi su Marte con un volo per turisti, e da lì, dove esistono molte postazioni sotterranee, i militari gli affideranno un compito top-secret che lo avvicinerà a Nettuno. Si vuole rintracciare la stazione spaziale del padre per recuperare dei documenti, ma un vecchio amico del padre gli confida che il genitore dovrebbe essere ancora vivo e che deve aver commesso qualcosa per la quale esiste un piano per eliminarlo. Dopo un esame attitudinale, Roy McBride viene escluso dalla missione, ma è evidente che non lo vogliano coinvolgere da quando sono emerse voci sulla presenza del padre. Tuttavia l’escluso farà l’impossibile per partecipare alla missione, che come ho appena scritto non è il tema di fondo. Niente di nuovo su partenze di razzi e di piattaforme spaziali, e niente di nuovo sulla vita all’interno dei moduli spaziali, ma tante riflessioni sui pericoli, e in particolare sulla solitudine dell’essere umano, al quale resta da coltivare l’amore per le persone che gli sono vicine.
Lungo 135 minuti Marriage Story (Storia di un matrimonio),è interpretato dall’attrice più pagata di Hollywood: Scarlett Johansson. Diretto da Noah Baumbach, con Adam Driver nei panni di un regista teatrale che sta divorziando dalla moglie attrice, vuol denunciare i guasti provocati dai divorzi e in particolare dagli avvocati che scavano a fondo nella vita della coppia per affondare colpi che spesso infieriscono sulle famiglie. Film molto parlato, con dialoghi a volte ironici, è imperniato su due giovani immaturi e sul loro figlio di otto anni. Il più immaturo è sicuramente il marito, ma il rapporto di coppia è giunto al termine e pur non sembrando estremamente decisi a separarsi cambiano continuamente avvocati quasi per allungare il momento del distacco, e si potrebbe aggiungere, per permettere al regista di ospitare alcune performance di attori famosi quali Laura Dern, Alan Alda, Ray Liotta, Julie Hagerty. E’ possibile che chi sta affrontando o abbia affrontato una causa di divorzio provi empatia per questi improvvisati contendenti che spesso si esprimono con un linguaggio politicamente scorretto.
Non si avvale invece di volti famosi il film dell’Arabia Saudita The Perfect Candidate (La candidata ideale), di Haifaa Al Mansour. Con alcuni film all’attivo, La bicicletta verde (2012) venne premiata a Venezia e a Rotterdam, la regista saudita ha girato un film che un tempo sarebbe stato definito edificante. Al centro tre sorelle, figlie di un cantante di matrimoni, tra cui una fotografa e una dottoressa in medicina che è la figura centrale film. In un mondo patriarcale dove pazienti di sesso maschile non vogliono essere toccati da una donna e dove pochissime libertà sono loro concesse, lei riesce a candidarsi alle elezioni comunali perché vuol fare asfaltare la strada che porta alla clinica. Non riesce a farsi eleggere, unica donna candidata, ma il suo intervento favorisce la copertura di bitume attorno alla clinica. Interpretato con molta padronanza da Mila Alzahrani, il film dura un centinaio di minuti e illustra con qualche momento di allegria la battaglia per l’emancipazione della donna nella società saudita.
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