Venezia 76: uno sguardo sui film in concorso (e non solo) - ultimo giorno

Film di produzione italiana, (Iervolino Entertainment), Waiting for the Barbarians (Aspettando i barbari) del colombiano Ciro Guerra, è uno degli ultimi due film in concorso alla 76° Mostra del Cinema. Dal romanzo del Premio Nobel J. M. Coetzee, la vicenda immaginaria della difesa di una fortezza ai confini dell’impero. L’amministra un magistrato (Mark Rylance), personaggio mite ed equilibrato che sta per andare in pensione e che ha sempre mantenuto rapporti cordiali con i nomadi che si spostano nel vasto deserto intorno alla fortezza. La tranquillità dentro le mura termina con l’arrivo del colonnello Joll, (Johnny Depp), ufficiale convinto di dover combattere contro i barbari per la sicurezza dell’impero. Applica la tortura su povera gente che dovrebbe dargli informazioni sul nemico, e organizza un manipolo col quale perlustra i dintorni a caccia di barbari. Cattura altri nomadi da torturare, quindi parte per informare i suoi superiori. Il magistrato libera subito i detenuti nel tentativo di ristabilire la quiete e la giustizia. Senonché, impietosito da una giovane che chiede l’elemosina, scopre trattarsi di una nomade che è stata torturata. E’ quasi cieca, e le hanno ucciso il padre. L’accoglie in casa e la cura, ma se ne invaghisce e appena lei gli chiede di voler tornare dalla sua gente, attraversano il deserto. Quando torna, trova la fortezza occupata dagli uomini di Joll, comandati dal sottufficiale Mandel (Robert Pattinson) che lo accusa di connivenza col nemico e lo arresta. Pur ambientato in un paese immaginario, il film ripropone il tema del diverso, dell’altro, dello sconosciuto che si deve temere e neutralizzare. Al colonnello in cerca di terroristi, si oppone la tesi del magistrato che si considera ospite di un popolo paziente che nella sua saggezza sa che gli occupanti dovranno andarsene. Quindi l’ambientazione esotica, l’avventura e gli scontri fungono da contenitore di un’idea di uguaglianza e di rispetto dell’altro. Il film dura 112 minuti ed è stato girato in Marocco, tra il deserto e le nevi dell’Atlante.

Curioso l’ultimo film in concorso, La mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco, e più curiosa la sua collocazione. Di difficile lettura per gli accreditati stranieri e, tutto sommato, continuazione di Berluscone. Una storia siciliana, è imperniato sull’organizzatore di spettacoli Ciccio Mira, pur essendo dedicato alla famosa fotografa Letizia Battaglia e ai suoi reportage, e celebri i 25 anni delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. Sempre combattiva malgrado i suoi 83 anni, Letizia Battaglia interviene spesso quasi controparte delle confuse esternazioni di Ciccio Mira, che racconta anche l’incontro della sua famiglia con quella del presidente della Repubblica, quando suo padre andò a sbattere con la macchina contro la cancellata della casa della famiglia Mattarella.

Tuttavia, considerando il lungo applauso al bel film di Gabriele Salvatores, Tutto il mio folle amore non si capisce perché sia stato presentato fuori concorso. Sembra una gara di bravura degli attori, dal giovane protagonista Giulio Pranno a Valeria Golino, Claudio Santamaria e Diego Abatantuono. Dal romanzo Se ti abbraccio non aver paura di Fulvio Ervas, sceneggiato dal regista con Umberto Contarello e Sara Musetti, un film on the Road su un sedicenne, Vincent, con qualche problema di espressione. Nato da una cameriera e da un cantante di feste popolari, sarà allevato dalla madre perché il cantante, immaturo per assumersi la paternità del bambino, farà perdere le sue tracce. Sedici anni dopo, quando lei è sposata con un uomo mite e facoltoso che mantiene un ottimo rapporto col ragazzo, il cantante si fa vivo. Vorrebbe conoscere il figlio, ma viene messo alla porta e parte per la Slovenia dove deve esibirsi come il Modugno della Dalmazia. Non sa che Vincent si è intrufolato sul suo camioncino: lo scopre quando gli impegni di lavoro non gli permettono di riportarlo a casa, ma telefona alla madre. I genitori, preoccupati, partono alla sua ricerca. E inizia l’avventura, sulle strade di Slovenia e Croazia, dell’adolescente che respira aria di libertà col padre naturale che lo tratta da pari permettendogli di emanciparsi. Film scoppiettante, dalle fughe di Vincent alle esibizioni canore del genitore, dai sussulti della madre all’istrionismo del marito, servito da dialoghi misurati pieni di spunti ironici e narrato con un ritmo travolgente.

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