Un secolo di Robin Hood
La storia di Robin Hood la conosciamo tutti: è un lord caduto in disgrazia che ruba ai ricchi per dare ai poveri, combatte contro lo sceriffo di Nottingham e il re Giovanni i quali spremono il popolo subissandolo di tasse, ha un compagno di avventure di nome John, è molto legato al frate della cittadina, Fra' Tuck, ed è profondamente innamorato della bella Lady Marian ma il loro, ovviamente, è un amore tribolato.
Questo è ciò che, principalmente, ci è stato raccontato dalla filmografia basata sull'eroe popolare, ispirata a sua volta alla leggenda e al romanzo di Dumas.
Le fonti storiche sono naturalmente più dettagliate, sebbene fumose al tempo stesso: Robin è vissuto nel 1200, probabilmente nella prima metà del secolo, si dice fosse un nobile fedele a Re Riccardo e che la sua lealtà, quando il trono fu usurpato da Giovanni Senzaterra, gli costò il castello, il titolo nobiliare e i possedimenti. Le sue vicende si svolgono tra la foresta di Sherwood e la contea di Nottingham ma sembra che egli fosse originario dello Yorkshire dove, effettivamente, si trova una tomba che porta il suo nome.
Che i dettagli siano comprovati o inventati, una cosa è certa: la leggenda di Robin Hood è nota a tutti e il merito è soprattutto dei film che da centosei anni raccontano le sue eroiche gesta.
Numerose opere, più e meno note, che nel corso di oltre un secolo hanno visto messe in scena imponenti, attori di grande richiamo, registi affermati e un'epopea intramontabile, che fa ormai parte dell'immaginario collettivo.
La storia più rappresentata è ovviamente quella sopra descritta, la più conosciuta, e il primo film, per la precisione un cortometraggio muto, fu realizzato addirittura nel 1912 da Étienne Arnaud e Herbert Blaché che nel loro Robin Hood associarono ai personaggi un animale che identificava se si trattasse di un buono o un cattivo. Dieci anni dopo, nel 1922, fu la volta del lungometraggio di Allan Dwan con protagonista Douglas Faibanks, primo grande attore a dare il volto al famoso ladro e, soprattutto, finanziatore in prima persona del film che vanta i più grandi set realizzati fino a quel momento, negli studios del Santa Barbara Boulevard.
Michael Curtiz tornò a concentrarsi sull'epico personaggio con La leggenda di Robin Hood, realizzato nel 1938, con protagonisti niente po' po' di meno che Errol Flynn e Olivia De Havilland, che l'anno successivo avrebbe interpretato l'indimenticabile Melania in Via col vento. Il successo fu inarrestabile e il film si aggiudicò ben tre Oscar per la Migliore scenografia, il Migliore montaggio e la Migliore colonna sonora per poi essere scelto, nel 1995, per la conservazione all'interno del National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
Nel 1952 arrivò il primo film prodotto dalla Disney, Robin Hood e i compagni della foresta, nel quale il protagonista era interpretato da Richard Todd e si contrapponeva a Peter Finch, cui era stato affidato il ruolo dello sceriffo di Nottingham. Le riprese furono effettuate in una location di tutto rispetto quale il Buckinghamshire, in Inghilterra, e il doppiaggio fu affidato ad alcuni tra i nostri più famosi interpreti quali Emilio Cigoli e Giuseppe Rinaldi.
Il 1960 vide l'uscita di Gli arcieri di Sherwood di Terence Fisher, film che si aggiudicò i volti di Richard Greene e Peter Cushing: il primo, in particolare, fu scelto appositamente perché aveva già interpretato la lunga serie televisiva britannica divisa in ben 143 episodi, intitolata semplicemente Robin Hood e di grande successo tra il 1955 e il 1960. Forse alcuni genitori o nonni la ricorderanno perché fu trasmessa anche in Italia con lo stesso titolo.
Il signore di Loxley continuava a suscitare interesse e nel 1976, dopo Douglas Faibanks ed Errol Flynn, un altro grande attore prestò il volto a Robin Hood: Sean Connery, che in Robin e Marian recitò insieme a Audrey Hepburn - tornata sulle scene dopo nove anni di assenza -, Ian Holm e Richard Harris. La versione di Richard Lester è senza dubbio tra le più riuscite dell'epoca “moderna” nonché una delle più romantiche e tristi.
Quindici anni dopo fu la volta di Robin Hood – Principe dei ladri, con Kevin Costner, reduce dall'Oscar per Balla coi lupi, Mary Elizabeth Mastrantonio, Morgan Freeman, il compianto Alan Rickman, Christian Slater e Sean Connery che, smessi i panni del ladro in Robin e Marian qui interpreta Riccardo Cuor di Leone nella scena finale del film. Quella di Kevin Reynolds non fu un'opera particolarmente amata sebbene il suo film fu il secondo maggior successo dell'anno dopo Terminator 2 e nonostante vantasse musiche medioevali originali, il bellissimo brano di Bryan Adams Everything I do (I do it for you) e un'ottima scenografia, supportata a sua volta da una valida ricostruzione di ambienti e costumi dell'epoca. Come questa, anche il Robin Hood di Ridley Scott, del 2010, fu una mega produzione in stile hollywoodiano: il regista scelse il suo beniamino Russell Crowe e gli affiancò Cate Blachett, Mark Strong, Max Von Sidow, Oscar Isaac, William Hurt e Léa Seydoux.
Ma i film che hanno raccontato le gesta di Robin di Loxley non furono sempre e solo fedeli alla leggenda originale: c'è chi provò ad esulare dal personaggio principale, concentrandosi su altre figure. E' il caso di Il figlio di Robin Hood, di Henry Levin, realizzato nel 1946, con Cornel Wilde e Anita Louise: un lavoro in technicolor all'epoca considerato adatto anche ai bambini. Ed è il caso, anche, di Viva Robin Hood, del 1950, con protagonista, ancora una volta, il figlio di Robin Hood che continua a combattere contro le vessazioni di re Giovanni. In questo film, Alan Hale interpretò nuovamente Little John dopo aver già ricoperto lo stesso ruolo al fianco di Douglas Faibanks ed Errol Flynn.
L'excursus è doveroso, se non altro per capire quanto questo eroe sia stato e sia tuttora amato dal pubblico, e comprende anche altri campi della cinematografia: il 1958 è infatti l'anno in cui Robin Hood approdò al cinema di animazione con il cortometraggio di Chuck Jones, Le sventure di Robin Hood, con protagonisti Daffy Duck, Porky Pig ed il loro inesauribile carico di risate, mentre nel 1973 uscì al cinema Robin Hood, uno dei film di animazione più belli tra quelli della vecchia generazione Disney. Chi è cresciuto con Robin in versione volpe, con l'orso Little John, la gallina Lady Cocca e il leone mammone re Giovanni, affiancato dal fedele Sir Bisss, saprà ancora a memoria le canzoni del gallo cantastorie e ricorderà con affetto e il sorriso sul volto le avventure degli animali antropomorfi che, fin dalla prima apparizione al cinema, conquistarono il pubblico, aggiudicandosi anche una nomination agli Oscar per la Migliore canzone. A causa del basso budget con cui questo film fu realizzato, furono riutilizzate scene di ballo e di lotta di precedenti film tra cui Il libro della giungla e Gli Aristogatti, ai cui personaggi originali furono sostituiti Robin e la sua combriccola di amici e seguaci.
Tempo dopo, a trovarsi alle prese con l'arciere britannico furono addirittura il gatto e il topo più famosi di sempre nel film di animazione Tom & Jerry e Robin Hood, destinato all'home video, che raccontava le rocambolesche avventure dell'eroe, coadiuvato da molti dei personaggi della Warner Bros, inclusi i cani Droopy, Spike e Tyke.
Visto il successo dei lungometraggi girati tra Regno Unito e Stati Uniti, anche l'Italia provò a mettersi in gioco con il personaggio dalla freccia facile: Giorgio Simonelli realizzò infatti Robin Hood e i pirati, un film dalla trama piuttosto debole – Robin si allea con i pirati ma ben presto torna ad aiutare i poveri della sua cittadina – con protagonisti Lex Barker, Jackie Lane e Mario Scaccia, mentre nel 1962 Umberto Lenzi portò il ladro sul grande schermo con Il trionfo di Robin Hood, con Don Burnett e Gia Scala, ma entrambi non ebbero grande successo né contribuirono ad aggiungere alcunché di innovativo e/o interessante alla cinematografia riguardante il coraggioso Lord Loxley. Diversamente, Giorgio Ferroni, nel 1971, riuscì ad accaparrarsi Giuliano Gemma per il ruolo principale nell' Arciere di Fuoco, realizzando una pellicola accattivante e dotata di una certa ironia.
E dopo tante versioni cinematografiche “serie”, non poteva mancare la parodia, ad opera, naturalmente, di quel mattacchione di Mel Brooks che, con Robin Hood – Un uomo in calzamaglia, si fece beffe del personaggio valoroso e audace portato sullo schermo dai due Kevin – Reynolds regista e Costner attore -, per rappresentare un antieroe buffo e maldestro.
Nel corso degli anni sono state realizzate anche svariate serie televisive: alcune britanniche come Robin di Sherwood, dei primi anni '80, o Robin Hood del 2006 con Jonas Armstrong e Richard Armitage, altre americane, tra cui Le nuove avventure di Robin Hood o quella ideata da Mel Brooks, Le rocambolesche avventure di Robin Hood contro l'odioso sceriffo.
Fu realizzato persino un anime nel 1990 e recentemente i bambini hanno potuto apprezzare le vicende del ladruncolo inglese nella serie animata Robin Hood alla conquista di Sherwood.
E non sono mancati neanche i film per la tv. Da Gwyn – Principessa dei ladri, del 2001, in cui una giovanissima Keira Knightley interpretava la figlia di Robin Hood fino a Robin Hood – Il segreto della foresta, passando per la rivisitazione in chiave contemporanea di Robin Hood in internet, nel quale un giovane hacker ruba soldi a prosperose aziende per offrire all'amico le cure necessarie per guarire, molti sono stati i lavori per il piccolo schermo che hanno continuato, anno dopo anno, a rimpolpare la filmografia del coraggioso ladro.
La leggenda di Robin Hood ha continuato dunque ad arricchirsi di nuove prospettive e per tutti noi egli è diventato un eroe imprescindibile, una figura che fin da piccoli abbiamo imparato ad amare e che lo stesso Alexandre Dumas ha sublimato con la sua penna.
Non ci resta che aspettare il nuovo film di Otto Buthurst, con Taron Egerton, Jamie Foxx, Jamie Dornan, Ben Mendelshon e Eve Hewson che potrebbe rivelare molte, moltissime sorprese sul leggendario arciere di Sherwood.