Un Papa sul lettino

Il Cinema – perché di Cinema si tratta seppur fintamente ingabbiato in una serie TV – ha spesso attinto dalla psicoanalisi per raccontare le sue storie, caratterizzare i suoi personaggi, qualificare i propri dialoghi. Basti pensare ad Hitchcock, Fritz Lang, Bergman, David Lynch, David Cronenberg per citare solo alcuni dei registi che maggiormente hanno scritto opere avendo ben a mente le lezioni di Freud e Jung. Peraltro, l’arte del cinema e la scienza della psicoanalisi possono dirsi quasi coetanei, forse a caso, forse no. Allora, divertiamoci, immaginando di sbirciare il taccuino dell’analista di Lenny Belardo, il giovane papa appena eletto, protagonista di The Young Pope e nato dall’immaginario di Paolo Sorrentino. Appunti redatti rigorosamente in ordine alfabetico, con meticolosità e precisione quasi ossessiva, come qualsiasi bravo analista che si rispetti...

Alterigia: è decisamente un tratto distintivo del giovane Papa. Il paziente si rapporta con i suoi collaboratori (siano essi alti cardinali o umili suorine apprestate  al suo servizio personale) con alterigia e toni sprezzanti. Sin dal suo primo approccio con la corte di servitori addetti alle sue esigenze personali mostra di non gradire relazioni troppo ravvicinate. La bonomia romana - paesanamente cameratesca - di chi gli ruota attorno non è gradita. E’ uno dei suoi primi diktat che impartisce alla servitù – alta e bassa – mentre pretende una Cherry Coke per colazione, in luogo del romanesco cappuccino e cornetto. Non sono ammessi abbracci e pacche sulle spalle, né motti o lazzi che evidenzino sgradite intimità. Alterigia è anche sinonimo di determinazione, però. Nel suo incontro con il premier italiano, lo annichilisce conducendolo ad accettare le sue richieste (alcune di queste davvero molto azzardate), mostrando di conoscere molto bene i meccanismi della politica.

Bianco: è il colore dominante di questo Papa. Sì, ovviamente, le vesti ed i paramenti dei Papi hanno da sempre utilizzato il bianco come tinta predominante ma Lenny ne fa un uso qualificante. Candida è anche la felpa con la quale fa jogging, candida è ovviamente la sua biancheria che mostra quando si esercita sulla panca, candide sono le vesti delle suorine quando stendono immacolate lenzuola. Si potrebbe pensare che il giovane Papa utilizzi il bianco per distinguersi dalla massa informe dei Cardinali che gli danzano intorno (spesso neri). Come ha detto una volta il paziente : “Mi ricordano gli avvoltoi di Il Libro della giungla”.

Canguro: un canguro si vede saltellare – anzi, in realtà è sempre fermo immobile – per i giardini del Vaticano. Lenny sembra affezionato a lui, ma non vi si avvicina. Sembra provare nei confronti dell’animale un senso di rispetto misto  a timore.
Appare e scompare tra gli alberi e i cespugli dei rigogliosi giardini. “Ci guarda senza fare alcun rumore” mi dice Lenny. Ed anche in questo caso mi cita il Cinema. Si tratta di un film americano del 2001, Donnie Darko. In realtà però, quello era un coniglio. Anche se in qualche modo, ricorda il canguro di cui mi parla Lenny. Ho visto il film, ed in effetti, le sue sensazioni di sgomento di fronte al silenzioso animale sono comprensibili. (Anche se, era sinceramente addolorato per la sua morte).

Dio: in fin dei conti, tutto ruota intorno a Lui. Per un bambino che ha trascorso la maggior parte della sua infanzia in un orfanotrofio cattolico, poi ordinato sacerdote, quindi cardinale ed infine Papa, sembrerebbe scontato credere in Dio e nel paradiso e nell’esistenza ultraterrena. Eppure, nelle sue riflessioni notturne sulla terrazza, sotto la volta celeste, fianco a fianco con il suo confessore, più volte implicitamente ma non solo, palesa quel dubbio di fronte al quale tutto si relativizza. Dio appare più come una presenza ingombrante della quale a volte vorrebbe farne a meno. Un rovello costante al quale non riesce a dare soluzione e la cui presenza nei suoi pensieri lo distrae dalla ricerca che invece costantemente orienta le sue azioni e le sue decisioni: la ricerca dei genitori perduti che in un caldo pomeriggio d’estate lo abbandonarono davanti ad un orfanotrofio del New England.  E’ da analista di primo pelo diagnosticare che la ricerca di Dio va in parallelo con quella dei genitori perduti?

Esther Aubry: il rapporto di Lenny con Esther è di difficile interpretazione (o, forse, è più corretto dire, di difficile accettazione). Anche per un professionista, che dovrebbe fare della laicità una delle prime regole del proprio lavoro, non è facile ammettere che un Papa, (un Papa…) possa provare un’attrazione fisica verso una donna. Cerchiamo, però, di analizzare scientificamente la loro relazione, anche alla luce della “fuga” di Esther dalla cittadella vaticana. Credo sia scontato dire che in Esther (la giovane donna/moglie con problemi di fertilità sposata con una guardia svizzera) Lenny veda quella maternità di cui la sua infanzia improvvisamente, e così dolorosamente, è stata privata. Ma c’è qualcosa di più. Possiamo intravedere nella volontà - fortissima - di esaudire il desiderio di un’aspirante madre una rivalsa nei confronti di chi questa maternità l’ha rifiutata? Lenny ne ha fatta la prima della preoccupazioni da quando è diventato Papa, disattendendo molti dei suoi obblighi di Papa appena eletto (con grande disdoro di Voiello). Per il paziente, è stata una vera e propria ossessione, la maternità di Esther. E quando (e qualcuno parla di miracolo…) è rimasta incinta è stato il primo ad esprimere l’immensa felicità per l’evento. Interesse e contentezza espressi però quasi morbosamente. Dopo la nascita, Lenny , ha continuato a frequentare la famiglia , con attenzioni eccessive, ai confini del lecito. sarà forse per questo che la famiglia ha dirottato per il litorale romano? (Verificare quadro del Pastore che allatta)

Fumo: Fumano tutti. No, anzi fumano solo gli americani. Lenny, Suor Mary, il Cardinale Spencer, il Cardinale  Andrew Dussolier. Il paziente riguardo al fumo non ha alcun freno; già alla prima udienza con il Segretario di Stato ha infranto una regola che avevano messo i suoi predecessori circa il divieto di fumo nelle stanze vaticane. Fuma nella camera da letto, nei saloni di rappresentanza, nei giardini, sugli elicotteri. Il Papa – l’ho osservato attentamente – fuma con voluttà. Accende la sigaretta e se la porta alle labbra con un gesto elegante ed imperioso, come fosse uno scettro, che non ammette repliche e tantomeno critiche. E’ un’attestazione di comando e superiorità. Io sono il Papa ed anche quando fumo, cioè, anche quando cedo ad una debolezza terrestre, non fallo. Un’affermazione  dell’infallibilità, anche e soprattutto nel perseverare della condotta poco… “papale”…

Genitori: tutto la vita di un uomo ruota intorno alla sua infanzia e di conseguenza, tutta la vita di un uomo è segnata, nel bene e nel male, dal rapporto con i suoi genitori. Su questo il paziente, peraltro, mostra di avere le idee chiarissime. Non nasconde a nessuno, la sindrome dell’abbandono che ha subito da piccolo e che né l’incontro con Suor Mary, né la fraterna amicizia con Dussolier (a proposito, come è parso freddo e distaccato il suo dolore alla notizia della tragica morte dell’amico…), né la figura paterna del cardinale Spencer sono riusciti a colmare od anche soltanto a lenire. E' la perenne ricerca dei due genitori che ha orientato e continua ad orientare, e a condizionare, la vita del paziente. A volte, ho a sensazione, che anche sue scelte politiche o, comunque, di gestione degli affari vaticani, in qualche modo sono indirizzati da questa sua perenne ricerca , spesso dolorosa ed amara. I suoi amici lo sanno, ma anche i suoi nemici lo hanno scoperto. E’ un fianco scoperto che chi gli vuole bene fa fatica a difendere; per chi invece lo vuole attaccare è un facile porto dove orientare le proprie granate.  

Habemus Papam : “Abbiamo il Papa”, è l’annunzio che da secoli viene dato all’umanità cristiana all’elezione del nuovo Pontefice. Morto un Papa se ne fa un altro, un altro motto a confermare la continuità temporale, e l’eternità, dell’istituzione di potere più antica del mondo. Eppure, quanto poco dà prova della sua esistenza e delle sua presenza questo giovane pontefice.  Al suo primo discorso pubblico, dalla finestra che affaccia a piazza San Pietro, si mostra solo di spalle, non ama, anzi, detesta farsi fotografare. Elimina quella rozza e mercuriale iconografia papale che imbrattava tazze, piatti addirittura grembiuli da cucina. “Abbiamo il Papa”, ma sembra quasi non averlo. Il gregge cristiano è alla ricerca del suo pastore smarrito e sembrano non esserci cani che riescano a trovarlo e riportarlo su qu quel balcone e, perché no, anche su boccali e medagliette.

Infanzia: il rapporto che ha con i bambini è veramente molto contraddittorio. E’ attratto e, allo stesso tempo mostra forte insofferenza a scarsa pazienza verso di loro. A volte, addirittura, sfiora la crudeltà con le sue battute. Sarebbe troppo facile affermare che, inconsciamente, il giovane Papa prova invidia verso questi bambini apparentemente felici e spensierati con una solida famiglia alle spalle ai quali non fanno mancare il bacio della buona notte e una sistematina alle coperte prima di andare a dormire?

Lettere d’amore: Lenny mi ha fatto leggere le lettere scritte e mai inviate all’unico amore (terreno) della sua vita. Che dire? La personalità del giovane Papa continua a stupirmi. Al di là dello stile con le quali sono scritte (avrebbe potuto ben tentare una carriera come scrittore...) queste lettere denotano una profonda sensibilità ed un profondo coinvolgimento amoroso. In contrasto con le ruvidezze e la spigolosità di un carattere spiccatamente introverso ed autoreferenziale. Questo alternarsi di differenti stati emotivi - apparentemente opposti - sembra essere una peculiarità del paziente. Il successo che hanno riscosso tra i lettori di tutto il mondo, credo confermi quanto bisogno c’è da parte dei fedeli , e non solo loro, di amare il loro Papa.

Michael Spencer: a volte le cose più semplici sono le più difficoltose a scorgersi. Era evidente che nel Cardinale Spencer, Lenny intravedesse e riconoscesse la figura paterna venutagli a mancare sin dalla tenera età. E la storia del rapporto tra i due, paradigmaticamente, lo ha confermato. Con l’elezione al Soglio pontificio, che tutti i pronostici davano invece alla mercé di Spencer,  edipicamente il figlio, cioè Lenny, ne prende il posto (e di ciò, è sinceramente rammaricato).  Lenny, lentamente ma gradatamente se ne rende conto, fino a comunicarglielo, cicatrizzando, almeno parzialmente, quella ferita che lo tormenta sin da bambino.

Narcisismo: Lenny, Lenny, quanto ti piace farti guardare…. E lo sai che piaci e che agli altri piace guardarti, maschi o femmine che siano… e di questa tua consapevolezza non ne fai mistero né mostri imbarazzo o disagio, anzi, ti crogiuoli nel farti ammirare quando indossi quei sontuosi abiti cerimoniali, quando gli occhi di tutti si voltano verso quel bel viso dai lineamenti dolci e regolari, verso quegli occhi chiari come acque marine. Arrivo a dire, che tanto è connaturato questo sentimento che il giovane Papa quasi priva un certo sottile piacere nel farsi ammirare e nel non farsi toccare….

Omosessualità: la avversa strenuamente e con estrema fermezza. Ha bandito dal Vaticano i cardinali in odor di omosessualità e sta conducendo una severissima selezione tra gli aspiranti sacerdoti fino ad escludere anche quelli sui quali si nutrono anche solo fievolissimi sospetti di pederastia. E’ il tratto più conservatore e reazionario di Pio XII che, a tutti gli effetti, possiamo definire omofobo. Difficile comprenderne le sottese ragioni. E’ probabile che il paziente nutra un'avversione particolare verso i gay a causa del suo passato travagliato trascorso in un orfanotrofio? O è forse un’errata percezione della realtà . Monsignor Bernardo Gutierrez – il più fedele dei suoi collaboratori -  lo ha forse ricondotto ad affrontare il fenomeno da una diversa angolazione:
-  Non capisce che nella pedofilia c’è solo violenza e nell’omosessualità soltanto amore?’
- Se io chiedo a lei di farmi da segretario personale non sto già rivedendo tutte le mie idee sull’omosessualità.

Pedofilia: quella che all’inizio poteva sembrava indifferenza se non addirittura disinteresse o volontà di mettere a tacere lo scandalo, si è invece rilevata una efficacia strategia per colpire il colpevole al momento giusto e fatalmente. Il giovane pontefice, si è mostrato nell’affrontare la spinosa un abile stratega, mandando avanti il più fedele dei suoi uomini. Il paziente, dunque, ha mostrato di avere le idee chiarissime in proposito.

Quadri: 9 sono i quadri che il giovane Papa scorre lungo un corridoio:
L’Adorazione dei Pastori “ del pittore olandese Gerard van Honthorst, il secondo è la “Consegna delle Chiavi a San Pietro”, affresco realizzato dal Perugino nel 1482 , il terzo è la “Conversione di San Paolo”, tela dipinta da Caravaggio nel 1601, il quarto quadro è un’illustrazione relativa al Concilio di Nicea del 325 d.C., il quinto  è "Pietro l’Eremita e la Prima Crociata" di Francesco Hayez, del 1827, il sesto quadro, le "Stimmate di San Francesco", è di Gentile da Fabriano del 1420, il successivo è il “San Tommaso da Villanova che distribuisce l’elemosina” realizzato da Mateo Cerezo, della seconda metà del seicento, l’ottavo è “Michelangelo Buonarroti che presenta a papa Paolo IV il progetto di San Pietro”, opera di Domenico Crespi detto il Passignano, realizzato nella prima metà del XVII secolo, il nono ed ultimo (emblematicamente?) è il “Massacro di San Bartolomeo”, dipinto da Francois Dubois attorno al 1580.
C'è anche una scultura che Lenny ama (abbattere?): è  La Nona Ora la statua raffigurante Giovanni Paolo II dello scultore contemporaneo Maurizio Cattelan.

Roma: è palese che non ami questa città (e non ha in simpatia i suoi abitanti). La piazza più famosa del mondo è ormai desolatamente vuota da quando è stato eletto Papa. Il rapporto simbiotico – millenario,  così profondo, quasi materno - tra città e Pontefice è definitivamente interrotto, anzi, distrutto e lacerato. Lenny la vive solo di notte, quasi senza accorgersi della storia che riposa su quelle strade che anonimamente percorre. Forse, riconosce in lei quella nomenklatura e quel complesso di prassi inveterate che ha in animo di riformare e cambiare. Nei sampietrini – che prendono il nome dal suo primo e più importante predecessore - scorge forse il muro contro il quale dovrà scontrarsi per portare avanti la sua azione? Certo è che i romani non gli vogliono bene e mal sopportano questo Papa che si nasconde. Lenny, però, sembra non interessarsene affatto. Roma e i romani, sembrano essergli assolutamente indifferenti.

Suor Mary: se nel cardinale Spencer vede il padre, potremmo dire che in Suor Mary riveda la madre. In realtà, non è proprio così. Quello tra il giovane Papa e l’anziana suora sembra più un rapporto tra sorella maggiore e piccolo fratellino, maschio, la precisazione non è marginale, al quale rivolgere le proprie attenzioni e sacrificare la propria esistenza. E Lenny, così si comporta con lei. La chiama nel momento del bisogno, le affida compiti di grande e grave responsabilità per poi allo allontanarla quando la maturazione è completata, quando il baco è diventato farfalla e non ha più necessità della buona e amorevole Sorella pronto a difenderlo ed a proteggerlo anche quando non ne condivide le ragioni e le idee. Suor Mary incarna l’ideale del sacrificio femminino, madre sorella amica. Lenny approfitta di lei, e lei lo sa e lascia fare per amore, solo per amore. E’ uscita dalla sua vita, ma per quanto?

Terrazza : il paziente mi parla di questa terrazza sui tetti di San Pietro dove sotto le chiari e stellate notti romane siede, spesso in canottiera, a parlare con il suo confessore. Ho l’impressione che sia uno dei pochi momenti in cui Lenny si libera del grave fardello che tanto lo opprime durante le faticose giornate di lavoro. Durante quelle chiacchiere, mi dice, si sente finalmente libero. Che il fascino della città eterna, almeno in quel frangente, riesca a far breccia in quella dura corteccia di quacchero convertito?

Urbi et Orbi: “Alla città e al mondo” è la benedizione che il Papa rivolge, o dovrebbe rivolgere, all’umanità e alla città che lo ospita. Eppure, la parsimonia con cui dispensa benedizioni, ma anche semplici saluti o strette di mano, sta a testimoniare l’ idiosincrasia di questo giovane Papa ai doveri papali, anche quelli più semplici ed elementari, siano religiosi o politici. Fa attendere i suoi fratelli Cardinali per mesi prima di rivolgere loro il tradizionale discorso post investitura, detesta incontri pastorali, vertici con primi ministri, statisti, o capi di altri Confessioni. Diserta come un bambino recalcitrante alla disciplina ed alla forma i suoi impegni istituzionali, non ama le folle, anzi le fugge con orrore e disgusto. A Venezia, però, sulla terrazza di San Marco (un’altra terrazza…) ci ha  fatto ricredere…

Voiello: E’ il contraltare del Papa giovane. Pragmatico, realistico, gran ciambellano delle tradizioni di corte, tenta in tutti i modi di governare l’inesperto pontefice cercando di condurlo per mano per le contorte vie dei protocolli e delle procedure. E’ l’uomo delle priorità che quotidianamente, ed instancabilmente, cerca di imporre a Lenny, senza però riuscire a far breccia nelle granitiche dighe che quest’ultimo oppone ai costanti tentativi di Voiello. Più Lenny proroga ed indugia su impegni istituzionali, più Voiello sprofonda in una crisi personale che lo porterà a compiere azioni anche vili, ma sempre nel nome del bene della Chiesa. Il Papa è algido (quanto bello) , anaffettivo, gelido nel suo agire; Voiello è piccolo e nero (e bruttino), si agita, traffica, trama e neanche il suo Napoli sembra potergli dare conforto. Eppure, c’è qualcosa che accomuna i due uomini contrapposti. Qualcosa che aleggia su di loro e di cui entrambi ne colgono la spirituale essenza. Qualcosa che li avvicina anche se provengono da poli opposti e distantisimi.

Zero: è il grado di confidenza ed empatia che questo giovane Papa sembra ispirare. Ai fedeli, ai fratelli Cardinali,  ai Sacerdoti che lo rappresentano nelle diocesi di tutto il mondo, alle suorine che attendono al suo servizio.  Diffidenza e ostilità regnano attorno a lui. E lui non fa nulla per ingraziarsi la corte vaticana che attende solo un suo errore per azzannarlo alla iugulare e destituirlo con Papa più consono e più comodo e accomodante. Riuscirà Lenny a sopravvivere alle belve che gli ruotano intorno? Devo consigliargli diplomazia e qualche sorriso in più.