Tutti pazzi per amore: un gioiello del piccolo schermo che emoziona ancora oggi

Sono passati più di dieci anni da quando il primo episodio è andato in onda, il 7 dicembre 2008 su Rai Uno, ma ancora oggi tanti conservano un ricordo più che piacevole di quel piccolo gioiello che è Tutti pazzi per amore.

Sviluppata in tre stagioni, la storia di Paolo (Emilio Solfrizzi) e Laura (Stefania Rocca prima, Antonia Liskova poi) è una delle più romantiche del nostro piccolo schermo. Contornata di personaggi eccentrici e caratteristici, con la musica a farle sempre da “contrafforte”, la serie è riuscita a trattare gli argomenti più svariati, componendo un puzzle quanto più comprensivo e realistico possibile.

E proprio la verità di fondo che si respira e con la quale viene naturale entrare in condivisione, è ciò che rende intramontabile il progetto. Sebbene la semplicità delle situazioni possa talvolta apparire superata, considerata l'attuale società con le sue problematiche e i crescenti disagi, Tutti pazzi per amore parla di vite comuni, di quotidianità, di qualcosa a noi vicino, in un modo o in un altro.

L'amore è ancora al centro delle nostre esistenze, così come lo sono il lavoro, l'amicizia, la famiglia, la malattia, la morte. Ma attenzione perché la banalità il più delle volte caratterizza progetti simili, non permettendo loro di distinguersi dalla massa.

Ecco, qui siamo invece in presenza di un'eccezione, una gran bella eccezione. Complice forse la colonna sonora, o meglio l'utilizzo delle canzoni integrate alla narrazione, la serie firmata da Ivan Cotroneo è un'opera(zione) unica nel suo genere, che potrebbe fungere da sorta di prototipo per qualche titolo a venire. Ma il successo raggiunto da Tutti pazzi per amore, alla luce anche di ciò che ne rimane oggi, è evidentemente difficile da eguagliare. Motivo per cui all'epoca si decise di non proseguire con una quarta stagione, così da non intaccare i risultati sin lì ottenuti.

Cotroneo è noto per i suoi lavori di scrittura, saldamente ancorati alla realtà e conditi spesso di una malinconia che ne mette in evidenza la sensibilità, e dà qui una delle sue migliori prove. Le emozioni rilasciate dalla storia colpiscono nel segno, con intensità differenti a seconda dei momenti ai quali sono legate: che si tratti di un pugno nello stomaco o di una sensazione di benessere generale, ci si ritrova completamente avvinti da quanto accade sullo schermo. E si viene invitati a cantare e a ballare insieme ai personaggi, festeggiando o soffrendo insieme a loro, arrivando a percepirli come fossero di casa, dei veri e propri amici.

Le caratteristiche proprie di ciascuno permettono di sentirli vicini, di immedesimarsi in uno piuttosto che in un altro, essendo rappresentate pressochè tutte le tipologie più comuni (ma non solo). C'è il vedovo che ha tirato su una figlia da solo, la donna lasciata dal marito che si è scoperto gay, adolescenti (i sorprendenti Nicole Murgia e Brenno Placido) alle prese con le prime esperienze amorose, la scuola, il percorso di crescita; c'è il ragazzo zerbino e la ragazza maniaca del controllo, ci sono genitori separati ma ancora innamorati e  zie fissate col cibo seppur non così ferrate con la cucina. E poi ci sono il migliore amico e le amiche/colleghe a completare un quadro su carta già molto ricco.

Tutti pazzi per amore è un compendio di vita e di vitalità dal quale è difficile non farsi contagiare. Sarà la musica che trascina ogni cosa o sarà la genuinità che traspira in ogni angolo del racconto, fatto sta che la serie riesce a muoversi su questo filo immaginario tra commedia e dramma , da dove le emozioni emergono spontaneamente e travolgono come un fiume in piena.

Un ulteriore aspetto da sottolineare riguarda le figure di Giuseppe Battiston e Carla Signoris: l'idea di creare un format televisivo – sulla falsariga dei tanti (troppi) programmi che si vedono oggi e che in qualche modo vengono simpaticamente criticati – si rivela alquanto originale ed efficace per dare una sorta di direzione alla narrazione e sottolineare ciò che di volta in volta è il messaggio importante. Allo stesso modo appaiono assolutamente ben orchestrate il cambio di attrice tra prima e seconda stagione e (ahimè!) la dipartita del personaggio di Neri Marcorè.