Sitges: 53esimo Festival Internacional de Cinema Fantastic de Catalunya - giorno 3

Al 53 Festival Internacional de Cinema Fantàstic de Catalunya il secondo film del giovane regista ungherese Mark Bodzsàr, Drakulics Elvtàrs, Compagno Drakulich, è un ironico incontro tra vampirismo e comunismo durante la Guerra Fredda. Imbastito di spunti comici, si apre con una campagna per la donazione di sangue ai vietnamiti che combattono contro gli Usa. Ospite d’onore un vampiro dall’aspetto molto giovanile, che una coppia governativa deve spiare per scoprire il segreto dell’eterna giovinezza del quale vorrebbero fare omaggio al compagno Breznev. La frequentazione del giovane da parte della donna rischia però di far nascere una relazione a tre provocando la gelosia del marito che la pedina in maniera ossessiva. Non ci saranno tradimenti perché lei non ha alcuna intenzione di lasciarsi mordere, almeno fino a quando viene colpita mortalmente e soltanto con la contaminazione del sangue potrà tornare in vita. Girato in chiave di commedia, con velature di mistero e di un’annunciata apertura romantica, il film dura 97 minuti e si avvale di alcuni personaggi di contorno che si producono in simpatiche gag.

   Dall’Australia e dall’Inghilterra due film che narrano come due antiche e confortevoli case di campagna possano trasformarsi in mostruosi labirinti. Relic, (Reliquia), opera prima dell’australiana di origini giapponesi, Natalie Erika James, inizia con un’assenza, quella di Edna, madre ottantenne di Kay che con la figlia Sam lascia Melbourne per incontrarla. L’antica e grande magione risulta vuota: madre e figlia rovistano per tutto, cercano anche nella boscaglia e infine decidono di ricorrere alla polizia che organizza una ricerca. Dopo tre giorni, inaspettatamente, scoprono la donna nell’atto di pettinarsi in una cameretta dimenticata della villa. Accolte con freddezza, dovuta forse a demenza senile o a incipiente follia, le due donne tentano di dialogare con l’anziana che alterna momenti di rifiuto e di insofferenza con momenti di estrema lucidità e di ricordi pieni di particolari. Vorrebbero portarla con loro nella casa di Melbourne, ma lei appare e scompare nelle infinite stanze, mansarde e cantine, e a volte riappare con piccole ferite di probabile natura autolesionista. Quando Kay la scopre nel bosco nell’atto di masticare una vecchia fotografia e di scavare una fossa per seppellirvi l’album di famiglia, tenta di farla ragionare. Lei, però, non ne vuol sapere; desira soltanto che se ne vadano e poco dopo la casa diventa una trappola per gli ospiti coinvolti in furiosi scontri. Film sulla degenerazione senile e sulla follia, narrato tramite attese, pause e misteri spiegati poi da una misteriosa malattia dell’anziana, vanta l’interpretazione di attrici di tre generazioni: Emily Mortimer, Robyn Nevin, Bella Heathcote in un film che ha iniziato il suo percorso al Festival di Sundance. 

   Dal terrore all’orrore il passo è breve. Ce lo dimostra la villa inglese del dottor Huggins e di sua moglie, (Rita Tushingham, icona del Free Cinema inglese degli anni Sessanta). Tre sbandati hanno deciso di svaligiarla nel film The Owners (I proprietari), primo lungometraggio di Julius Berg, autore di serie Tv. L’idea è di Teddy, figlio della donna di servizio degli Huggins. Ne parla con l’amico Nathan, che coinvolge anche un giovanotto psicopatico. Mary, la fidanzata di Nathan, fa di tutto per dissuaderlo, ma poi cede e s’introduce nella casa dove lo squilibrato sfascia tutto perché non riesce ad aprire la cassaforte. Decidono allora di aspettare il rientro della coppia per farsi suggerire il codice: li sorprendono, li legano, ma il medico è un vecchio duro che resiste a tutte le minacce. Quando lo psicopatico decide di tagliare le dita del medico, i tre si azzuffano: il nevrotico ci lascia la pelle, Nathan è ferito, e Teddy, riconosciuto dai proprietari decide di liberarli. E qui il dottor Huggins si mostra molto affabile dichiarando di voler curare Nathan e di rifocillare Teddy e Mary. Il primo muore. Gli altri due sono stati drogati e non immaginano che sorte li attende nello scantinato della villa. Si direbbe di routine nel cinema la vicenda dei sequestratori, ma la novità sta nel fatto che gli incauti si siano introdotti nella tana dell’orso e che il regista si diverta nell’accumulare cattiverie durante novanta minuti. 

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