Seminci – 62ª Semana Internacional de Cine de Valladolid. Giorno 2

Nella sezione ufficiale della 62ª SEMINCI  un film presentato in concorso alla Berlinale, The Party di Sally Potter, prolifica e premiata regista londinese nata nel 1949. Dura soltanto 71 minuti, è girato in bianco e nero e si svolge in uno spazio circoscritto dove sette personaggi sono interpreti di accesi scontri verbali che sfiorano la crudeltá in un tragico finale. Niente di nuovo nel gioco di massacro che si celebra in un appartamento dove Janet ha invitado alcuni amici per celebrare la sua nomina a segretaria del ministero della sanitá. L`anziano marito, Bill, docente universitario, svela peró di essere malato terminale e la festa iniziatasi in commedia si tinge di nero. Vi contribuisce un giovane, elegante e drogato, quando apprende che sua moglie, allieva di Bill, ne è anche l’amante, e lo schiaffeggia. E tutti fanno del loro peggio con rilievi cinici e apprezzamenti sarcastici a eccezione di una giovane incinta di tre bambini che prima riceve gli auguri dall’ex compagna e poi ne deve assorbire rimproveri e lamentazioni.

  Niente di nuovo, ho scritto, perché da Chi ha paura di Virginia Woolf? al film di Claude Goretta del 1973 e alla celebre commedia interpretata da Peter Sellers, il tema del film è ricorrente sugli schermi di tutto il mondo. Tuttavia, se il tema è noto, sceneggiatura e regia di Sally Potter, sostenuti da sette brillanti interpreti, ne fanno un tour de force sagace, a tratti divertente, che permette alla regista di regolare i conti con l’attuale situazione política della Gran Bretagna. Due delle attrici, giá protagonista de La libreria, sono Emily Mortimer e Patricia Clarkson: gli altri, Timothy Spall, Kristin Scott Thomas, Cillian Murphy, Bruno Ganz e Cherry Jones.

  Agnieszka Holland ha un anno in piú di Sally Potter, essendo nata nel 1948 a Varsavia, ma si è formata alla FAMU, la famosa Accademia di cinema di Praga, e proprio al confine con la regione dei Sudeti ha girato il film in concorso alla 52º Seminci, Pokot (Persone). Protagonista una signora di mezz’etá, Janina Duszejko, ingegnere, astrologa e vegetariana, che ha scelto di vivere con i suoi due cani in una casa di campagna vicino alla frontiera. Ha smesso di esercitare, eccezion fatta per qualche ora di inglese che insegna nel vicino paese, ed è furiosa con i cacciatori che anche fuori stagione uccidono volpi, cervi e cinghiali. Quando i suoi cani spariscono, sporge denuncia alla polizia che aveva già informato dell’attività dei cacciatori abusivi, ma senza nessun riscontro perché lo stesso capo della polizia è cacciatore e amico dei denunciati. Senonché nei boschi intorno al paese oltre al ritrovamento di carcasse di animali cominciano a verificarsi i primi omicidi. Cadaveri di cacciatori e di persone che maltrattavano gli animali appaiono man mano che cambiano le stagioni. Duszejko, signora che non vuole essere chiamata per nome, chiede di aiutare la polizia, ma senza successo perché ritenuta poco credibile e soprattutto tanto affabulatrice da far crollare i nervi degli agenti. Tra l’altro sostiene che sono stati gli animali a uccidere i cacciatori per vendicarsi.

  Interpretato da Agnieszka Mandat-Grabka, il film descrive anche la sua vita privata nei campi, l’amicizia con un anziano che vive poco distante, l’incontro con un botanico e la lotta per sostenere una ragazza vittima degli intrallazzi dei potenti, sostenuta da un giovane programmatore. E il film dura ben 128 minuti, seguendo il cambio delle stagioni, avvalendosi della tensione derivata dal susseguirsi di omicidi e di scomparse, e cambiando registro tra momenti cupi e occasioni di allegria. Difficile trovare unità stilistica in una narrazione ondeggiante dove gli umori della protagonista prevalgono su un racconto che si apre come un thriller di provincia e che si conclude come una favola.

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