Quinta settimana: è tempo di stare a casa. Film e serie tv viste, o riviste, sulle piattaforme streaming e non solo!
Un grande classico (Qualcuno volò sul nido del cuculo) e due novità italiane (Martine Eden, presentato al Festival di Venezia e Ultras disponibile in streaming), questa settimana, oltre a due serie TV: una fantasy (Lettera al Re) e un noir psicologico ambientato nella provincia belga (La tregua).
Visto Venerdì 10 aprile
Piattaforma NETFLIX
Ultras, 2020
Regia: Francesco Lettieri
Sceneggiatura: Peppe Fiore
Interpreti: Aniello Arena, Ciro Nacca, Simone Borrelli, Daniele Vicorito, Salvatore Pelliccia, Antonia Truppo.
Fare un film sul tifo organizzato non è un’operazione nuovissima. Ci prova ora Francesco Lettieri, trentacinquenne regista napoletano al suo primo lungometraggio, con Ultras, prodotto da Indigo Film e disponibile sulla piattaforma streaming, Netflix. Dico subito che nonostante tutti i rischi connessi ad un film su un argomento così specifico e così sensibile, con più o meno illustri predecessori, l’operazione è pienamente riuscita. Nel raccontare le storia di Sandro detto “Mohicano”, tifoso del Napoli, con un passato di violenza legata agli eventi calcistici, e della sua “crisi” esistenziale alla soglia dei cinquant’anni quando l’incontro con Terry, una giovane madre single, mette in discussione tutto quel sistema di “valori” e priorità legate al calcio ed al tifo organizzato che fino a quel momento avevano costituito l’asse centrale della sua vita, Lettieri riesce abilmente a sfuggire ai clichet di una vicenda che sarebbe potuta scaturire nello scontato e nel melodrammatico, considerando anche la location in cui il film è girato. Ci riesce sia grazie ad una tecnica cinematografica di alto livello (molto intrigante il piano sequenza iniziale con sullo sfondo la vecchia chiesa ed il mare) sia affidandosi ad un modello recitativo schietto e scabro che enfatizza una significativa misura di realismo. L’attore protagonista è Aniello Arena (ex appartenente alla camorra) cinquantenne dal fisico d’acciaio e dal sorriso triste e Antonia Truppo (due volte vincitrice del David di Donatello per la migliore attrice non protagonista: nel 2016 per Lo chiamavano Jeeg Robot e nel 2017 per Indivisibili).
Visto Domenica 12 aprile
DVD
Qualcuno volò sul nido del cuculo, 1975
Regia: Miloš Forman
Soggetto dall'omonimo romanzo di Ken Kesey
Sceneggiatura: Bo Goldman, Lawrence Hauben
Interpreti: Jack Nicholson, Louise Fletcher, Will Sampson, Brad Dourif, Christopher Lloyd, William Redfield, Sydney Lassick, Danny DeVito, Delos V. Smith Jr, Vincent Schiavelli, Peter Brocco.
Da una parte Jack Nicolson/Randle McMurphy, la ribellione, la trasgressione alle regole, l'istinto, l'irresponsabilità, il sorriso che ammicca, il disordine, l'antisociale; dall'altra Louise Fletcher/Miss Ratched, il dovere, la regola, la ragione, la responsabilità, il sorriso che gela, l'ordine, la società. Entrambi vincitori dell'Oscar, sono le due anime del film di Milos Forman (Oscar per la regia). La società, rappresentata dall'infermiera, madre rigida e inflessibile, che relega i suoi figli nati da un Dio minore, in un nido che non dovrebbe esistere, quello del cuculo, per l'appunto. Forman (che 10 anni dopo avrebbe realizzato Amadeus, rivincendo la statuetta per il film, la regia, e l'attore protagonista), realizza nel 1975 questo film tratto da un romanzo di Ken Kesey (ispirandosi alle sue esperienze in un ricovero per veterani di guerra) disegnando i due antagonisti con tratteggi che rimarranno per sempre nell'immaginario dello spettatore. La rigida compostezza dell'infermiera, il suo camice bianco, la sua cuffietta, i suoi occhi celesti come un'alba polare; il ghigno di Mc Murphy (che di certo non deve essere sfuggito a Stanley Kubrick), la scompostezza un po' goffa delle sue movenze, il giubbotto nero e il berretto di lana, che divenne una vera e propria icona. Il film, fu anche una palestra per giovani attori per i quali divenne una rampa di lancio. Danny De Vito, Christopher Lloyd, Brad Dourif (primo suo film). Nel libro è presente una filastrocca, non ripresa nel film, che così recita: "Three geese in a flock, one flew East, one flew West, one flew over the cuckoo's nest ("Uno stormo di tre oche, una volò ad est, una volò ad ovest, una volò sul nido del cuculo").
Visto martedì 14 aprile – Piattaforma Sky.
Martin Eden, 2019
Regia: Pietro Marcello
Interpreti: Luca Marinelli, Carlo Cecchi, Jessica Cressy, Vincenzo Nemolato, Marco Leonardi, Denise Sardisco, Carmen Pommella, Autilia Ranieri
Soggetto: Jack London (romanzo)
Sceneggiatura: Maurizio Braucci, Pietro Marcello
Curioso film del regista casertano Pietro Marcello al suo secondo lungometraggio. Curioso e a tratti straniante perché il quarantaquattrenne regista, nel portare sugli schermi il romanzo di Jack London, film presentato a Venezia e grazie al quale Luca Marinelli si è aggiudicato la Coppa Volpi quale miglior attore protagonista, stravolge il testo e il contesto trasportandoci in una realtà frutto di contaminazioni spazio temporali. Ci ritroviamo a Napoli e nel suo hinterland industriale e rurale al tempo stesso, zeppo di elementi che, volutamente, sviano la nostra percezione temporale collocandoci in un’epoca che va dagli anni ’30 fino agli anni ’70. Sfasamento temporale acuito dai frequenti inserimenti di immagini di (finto) repertorio che crea una vera e proprio confusione organizzata. Così come le (volute?) inquadrature che ad un occhio minimamente critico appaiono “sbagliate”. Personaggi che si impallano, ripresi di spalle in un angolo dell’inquadratura, riprese sfocate: il disagio dello spettatore è assicurato. Disagio che non sempre è compensato, dal testo dei monologhi di Martin Eden/Luca Marinelli che, in definitiva, rimangono le cose migliori di questo esperimento…
Lettera al Re
Serie TV – Piattaforma Netflix
Stagione 1: 6 episodi
Ideatore: Will Davies
Soggetto: Tonke Dragt
Interpreti: Amir Wilson, Ruby Ashbourne Serkis.
Lettera al Re tratto dall’omonimo romanzo per ragazzi scritto dall’olandese Tonke Dragt nel 1962 (che ha vinto nel 1976 il Premio nazionale di letteratura per ragazzi) racconta la storia del giovane Tiuri e della sua missione di recapitare una lettera di cruciale importanza per le sorti del suo Paese. Ad aiutarlo saranno i suoi amici (prima rivali) con i quali formerà una compagnia. Si tratta di un genere squisitamente fantasy (ambientazioni, costumi, contesto storico-sociale, sono inequivocabili) diretto ad un pubblico soprattutto giovanile. Un prodotto pulito, essenziale e senza inutili orpelli, ben diretto e la cui produzione può vantare mezzi adeguati. Colpisce soprattutto per una fotografia ben curata che raffigura le ricercate ambientazioni (Nuova Zelanda, la città di Praga) e le raffinate scenografie. Una produzione che ha ben chiari i suoi obiettivi e i suoi target, a pieno raggiunti.
La Tregua (Serie TV)
Serie TV – Piattaforma Netflix
2 stagioni: 20 episodi
Regia: Matthieu Donck
Interpreti: Yoann Blanc, Guillaume Kerbusch, Anne Coesens, Jasmina Douieb
Di produzione belga, in lingua francese, diretta da Matthieu Donck, e interpretata da Yoann Blanc, è disponibile su Netflix dal 20 luglio 2018. Due stagioni per raccontare le tormentate indagini dell’ispettore Yoann Peeters, di ritorno al paese di origine dopo aver lavorato a Bruxelles ed essere stato coinvolto in un indagine interna con l’accusa di aver fatto morire alcuni suoi uomini per troppa avventatezza durante una missione. Thriller psicologico – frequenti i racconti onirici, spesso all’inizio di ogni episodio – tutta la trama si impernia sulle vicende personali dell’ispettore con un passato irrisolto ed un presente incerto e con il quale non riesce a stabilire una relazione, seppur minimamente, serena. Le atmosfere sono tipiche del noir nordico: riprese di una natura silenziosa e misteriosa, dialoghi asciutti, una sceneggiatura essenziale che giusto nella seconda stagione si concede qualche digressione con l’introduzione di due personaggi più vicino alle corde di un prodotto pensato dai fratelli Coen piuttosto che dagli algidi scrittori nordeuropei. Tanti i personaggi che si alternano nelle due stagioni (forse troppi) che seguono due indagini diverse ma che presentano dei punti in comune. Sullo sfondo della story crime che si narra, la vera protagonista della serie è la malattia psichica dell’ispettore che si concretizza nell’assoluta inadeguatezza di Peeters con tutti i mondi con i quali interagisce: il lavoro, la famiglia, la coppia. Ed i fantasmi, aumentano, di puntata in puntata…
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