Marco Giallini e il cinico, burbero e maledettamente affascinante Rocco Schiavone: la terza stagione
Dopo un lungo anno d’attesa, con quattro nuovi episodi in onda su Rai 2 il mercoledì in prima serata a partire dal 2 ottobre, Marco Giallini torna finalmente a ricoprire i panni del cinico, burbero, anticonformista, maledettamente affascinante, umano ed etico vicequestore Rocco Schiavone, il tanto amato personaggio uscito dalla penna di Antonio Manzini. Saccente, sarcastico, sboccato e fumatore incallito, lo Schiavone di Giallini è una salutare boccata d’aria fresca nel panorama televisivo italiano: una figura originale e travolgente di cui se ne sentiva la mancanza.
Ma chi è Rocco Schiavone? Nato a Trastevere in Via delle Mantellate da una famiglia di operai, quando il pittoresco quartiere romano non era ancora meta di turisti e di grandi investitori, Rocco (Marco Giallini) cresce per strada insieme ai suoi amici Sebastiano (Francesco Acquaroli), Furio (Mirko Frezza) e Brizio (Tullio Sorrentino). Mentre col passare del tempo, e rimasto orfano, Rocco si laurea controvoglia in giurisprudenza ed entra nel corpo della Polizia di Stato, i suoi tre compagni, con i quali giocava a guardie e ladri nei vicoli di Roma, diventano delinquenti incalliti. Eppure, tutto ciò non intacca il loro rapporto di amicizia, basato sul vero affetto e sul reciproco rispetto. Innamorato follemente della moglie Marina (Isabella Ragonese), che verrà uccisa durante un attentato a lui destinato, Schiavone inizia a riportarla in vita nella sua fantasia, vedendola e parlandole ogni sera tra le mura di casa. Trasferito ad Aosta per motivi disciplinari, Rocco sente il peso della solitudine e della nostalgia, e le apparizioni di Marina saranno l’unica luce a cui continuare ad aggrapparsi.
In questa terza stagione, con la regia di Simone Spada (dopo quelle di Michele Soavi nella prima serie e di Giulio Manfredonia nella seconda), gli spettatori potranno ritrovare una narrazione che unisce lo stile noir e poliziesco ai toni della commedia, dove sentimenti e amore diverranno ingredienti necessari a comporre un puzzle perfetto. Già, perché Rocco Schiavone è un prodotto di altissima qualità, e non soltanto per la bravura dell’intero cast artistico, composto da Ernesto D’Argenio, Claudia Vismara, Christian Ginepro, Massimiliano Caprara, Gino Nardella, Alberto Lo Porto, Massimo Reale, Lorenza Indovina, Filippo Dini, Massimo Olcese, Anna Bellato, il giovane Carlo Ponti Di Sant’Angelo e la new entry Valeria Solarino, oltre che dai già sopracitati attori, ma anche per lo splendido lavoro svolto dal cast tecnico: grande cura nei dettagli; sceneggiatura granitica (Antonio Manzini e Maurizio Careddu); ottima fotografia (Fabrizio Lucci); stupendo montaggio (Valentina Giraudo). Se poi a tutto ciò si aggiungono le magnifiche musiche noir di Corrado Carosio e Pierangelo Fornaro, beh, il risultato finale non può che essere eccellente.
Con indosso un Loden verde e ai piedi un paio di Clarks, nonostante le rigide temperature, l’abitudine di fumarsi uno spinello prima di cominciare a lavorare, le liste di “rotture di cojoni” secondo una sua scala che va da 1 a 10, e la mania di schedare le persone in base alla loro presunta somiglianza con determinati animali, Rocco Schiavone è indubbiamente uno dei personaggi più atipici, intriganti e ben riusciti che il piccolo schermo abbia mai mostrato.
Alla prima puntata, intitolata La vita va avanti, seguiranno L’accatone, Après le boule passe e Fate il vostro gioco, e nel corso dei quattro episodi molte saranno le tematiche sociali trattate, quali la ludopatia e la povertà. Per non levare il gusto della visione al pubblico a casa, ci limiteremo a dire che il 2 ottobre le risate saranno garantite, e che Rocco si troverà ancora nel capoluogo valdostano ad affrontare delitti e a fare i conti con quanto successo in passato, sia con il suo più caro amico Sebastiano, ora agli arresti domiciliari, che con la poliziotta Caterina e il suo “tradimento”.
Ma come sarà questo Rocco Schiavone della nuova serie? A rispondere a questa domanda ci ha pensato lo stesso Marco Giallini, che durante la conferenza stampa di presentazione ha detto: “Schiavone non è un uomo depresso, è solo e malinconico, insomma, non è proprio un allegrone, ma è questo uno dei motivi per cui piace”. A fare da contraltare alle parole di Giallini arrivano quelle ironiche di Antonio Manzini: “Rocco Schiavone è un uomo depresso che cerca la morte, ma in realtà ha una evoluzione, anzi, una involuzione. Lui è solo, senza speranze, ma il suo cuore batte ancora. La solitudine è il suo leitmotiv, d’altronde, è il leitmotiv dell’uomo moderno. Inoltre, morirà a pag. 73 del nuovo romanzo...”. E grazie a queste poche parole pronunciate da Manzini si spiega quella vena di comicità insita in questo bel prodotto!
E con le tante, troppe, polemiche girate intorno alla diatriba sul fumo? Giallini, senza pensarci neppure un istante, così replica: “Ahó, ma che volete? Io fumo. E no, non è una battuta, magari lo fosse, almeno camperei di più! Io fumo pe’ fuma’, come diceva sempre mio padre”. Alla domanda sulla mancata messa in onda sulla rete ammiraglia, Rai 1, risponde invece il direttore di Rai 2, Carlo Freccero: “Non ho mai pensato che Schiavone potesse andare in onda su Rai 1, rete dal target familiare. Tant’è che a inizio settembre ho fatto trasmettere le repliche. Credo che il pubblico di Rai 2, rete birichina, sia più adatto per un prodotto così particolare e con una scrittura tanto complessa”.
In conclusione, il mercoledì non prendete impegni che vi portino fuori casa, perché Rocco Schiavone è un appuntamento da non perdere... ma questo già lo sapete.