Kevin Costner, un professionista versatile e appassionato

Classe 1955, 2 Oscar, 55 premi, 59 nominations, 2 mogli e 7 figli.
E' Kevin Costner, tra i volti più famosi ed anche più amati di Hollywood, sebbene la sua carriera sia costellata quasi più di scivoloni che di successi. Scivoloni che tuttavia non lo hanno fermato e anzi, ora che ha 65 anni ed è più fascinoso che mai, l'attore ha fatto il botto con la bellissima serie Yellowstone, in cui interpreta il proprietario di un immenso ranch, minacciato da costruttori terrieri e da una riserva indiana: approdata su Sky Atlantic, la serie è la più vista di sempre su Paramount Network e si è già aggiudicata svariati premi, tra cui il Western Heritage Awards come Miglior Drama andato a Kevin Costner e al regista Taylor Sheridan.

Amante del genere western fin dal 1985, quando recitò in Silverado di Lawrence Kasdan e in Fandango di Kevin Reynolds – il primo raccontava una resa dei conti nel far west, il secondo il viaggio in Texas di un gruppo di amici, prima della partenza per il Vietnam -, Kevin Costner si è sempre trovato a suo agio con cavalli e pistole, in ambientazioni maestose, con una natura altrettanto solenne e sconfinata. Prova ne siano la miniserie di grande successo Hartfield & McCoy, sulla faida tra le due famiglie americane realmente avvenuta alla fine dell'800, il suo indimenticabile Balla coi lupi, che nel 1991 gli fece vincere l'Oscar come Migliore Regista e che si aggiudicò anche quello per il Miglior Film, e Open Range – Terra di confine, anche questo un doppio lavoro in veste di regista e attore, non buono come il predecessore ma ben fatto, anzi, fatto con il cuore, che è un po' il fulcro di molti film di Kevin. Anche se il cuore, si sa, fa fare spesso scelte sbagliate.

E' il caso di Wyatt Earp, un altro western diretto da Lawrence Kasdan che, forse per la durata eccessiva, forse per la sceneggiatura poco incisiva, fu un flop al botteghino, e ancor più di Waterworld, un kolossal nel quale l'attore credeva moltissimo, diretto dal vecchio amico Kevin Reynolds con cui litigò proprio durante la lavorazione ma che, costato ben 175 milioni di dollari, nonostante il superamento della cifra investita, fu aspramente criticato da pubblico e stampa.
Waterworld fu una sorta di lettera scarlatta per il malcapitato attore che comunque riuscì a tirare avanti fino alla fine del millennio con opere di discreto successo tra cui Tin Cup, Le parole che non ti ho detto e Gioco d'amore.

E qui si apre una nuova parentesi della carriera costneriana: lo sport.

Secondo un articolo americano del 2016, Kevin Costner è il re incontrastato dei film sportivi. Grandissimo amante del baseball, Kevin iniziò ad interfacciarsi con esso in Chasing dreams, del lontano 1982, in cui interpretava il fratello maggiore di un talento del baseball, proseguendo poi con due capisaldi del genere quali Bull Duhram – Un gioco a tre mani, in cui recitava al fianco di Tim Robbins e Susan Sarandon (come dimenticare la facilità e la sensualità con cui slacciava il reggicalze a Susan), e L'uomo dei sogni, altro cult degli anni '80, in cui, nelle vesti di un contadino dell'Iowa, costruiva un campo da baseball nella sua tenuta per i grandi campioni del passato – alzi la mano chi si commuove ogni volta che lo vede.
Gli anni '90 lo videro protagonista non solo di un'altra pellicola sul baseball, Gioco d'amore, di Sam Raimi, con Kelly Preston, John C. Reilly e Jena Malone, ma anche di uno sul golf, il  Tin Cup sopra citato, in cui, innamoratosi di Rene Russo, tornava a calcare il green per qualificarsi per lo US Open; nel primo decennio del 2000 tornò invece a mazza e guantone interpretando, in Litigi d'amore, un ex campione che lavora in radio e avvia una tribolata relazione con la vicina di casa.

Il 2014 fu poi un anno fortunato quanto a sport perché Kevin Costner, tornato agli antichi fasti, recitò in Draft Day – che in realtà è stato un flop al botteghino nonostante la critica non proprio avversa – e soprattutto nel bellissimo e commovente McFarland, USA. Il film, tratto da una storia vera e diretto dalla regista neozelandese Niki Caro, racconta l'incredibile avventura di Jim White: un allenatore di football che, una volta licenziato, si reca in California per insegnare in un liceo frequentato principalmente da ragazzi latinoamericani. Tra di essi, Jim scopre dei veri e propri talenti e, una volta composta una squadra, la iscrive alla corsa campestre. Se lo avete perso, recuperatelo perché è davvero emozionante, oltre che ben diretto e ben recitato.

Kevin Costner, che deve l'inizio della sua carriera di attore ad un incontro fortuito con Richard Burton, il quale gli consigliò appunto di intraprendere la strada della recitazione – fino ad allora aveva lavorato nel campo del marketing, era stato autista di camion e di un bus che faceva il tour delle ville delle star di Hollywood -, ha preso parte a film di enorme successo, che hanno trattato temi storici e complessi della realtà americana: il celebre The Untouchables – Gli Intoccabili di Brian De Palma, ad esempio, lo vide al fianco di mostri sacri come Robert De Niro e Sean Connery per raccontare gli anni del proibizionismo e la lotta contro Al Capone, mentre JFK – Un caso ancora aperto, con attori del calibro di Tommy Lee Jones, Joe Pesci, Gary Oldman e Kevin Bacon, lo vide alle prese con l'assassinio del presidente Kennedy e con la lunga inchiesta per determinare chi ci fosse alle spalle di Lee Oswald. A distanza di anni, nel 2000, tornò con Thirteen Days ad occuparsi di Kennedy e dei giorni della Guerra Fredda, con la scoperta dei missili sovietici a Cuba e la forte contrapposizione tra potere politico e militare, mentre nel 2010, in The company men, partecipò ad un'opera forte e realistica sulla crisi economica e sui conseguenti licenziamenti in massa. Ciliegina sulla torta del genere storico-drammatico, la partecipazione di Kevin Costner ad un capolavoro giunto fino agli Oscar: Il diritto di contare, che racconta la storia delle tre matematiche afroamericane che lavorarono alla NASA durante gli anni della segregazione razziale e contribuirono ad importanti missioni spaziali. Kevin qui interpreta il capo della squadra di matematici che, intuendo il disagio della protagonista, abolisce la segregazione nel suo centro, permettendo a Katherine Johnson (interpretata da Taraji P. Henson) di usare i bagni, di prendere parte alle riunioni ed infine di partecipare al lancio della navetta con a bordo l'astronauta John Glenn. Un film incredibilmente toccante. Tra quelli di cui il nostro beniamino può andare più fiero.

Ma l'attore, tra i più belli e fascinosi del firmamento hollywoodiano, non si è certo negato ai ruoli romantici – con storie d'amore più o meno complicate – e, nonostante lo abbia rinnegato, ha recitato anche in un soft porno, Sizzle beach USA, meglio noto come Malibu hot summer. Chissà se c'è qualche fortunata che ha avuto la possibilità di vederlo (qui ci starebbe bene l'emoji che ride, o quella imbarazzata, o entrambe).

Tra i romantici, il più famoso è senza ombra di dubbio guardia del corpo, con Whitney Houston – che lo stesso Kevin insistette per avere al suo fianco -, in cui Costner interpretava per l'appunto il bodyguard di una famosa cantante. Intere generazioni di giovani e meno giovani hanno pianto tutte le loro lacrime per la love story tra Rachel e Frank, cantando a squarciagola l'indimenticabile I will always love you. E sì, chi scrive è tra le vittime e ama Kevin dai tempi del ginnasio.

Tra gli altri strappalacrime del nostro beniamino ci sono Le parole che non ti ho detto, con Robin Wright Penn, tratto dall'omonimo romanzo di Nicholas Sparks - decisamente melenso ma l'idea del messaggio nella bottiglia all'epoca era stato molto accattivante -, Revenge – Vendetta, in cui si lasciava andare a una torbida storia d'amore con Madeleine Stowe, regalando scene d'amore non indifferenti, passando per Robin Hood - Principe dei ladri, che gli valse una vagonata di Razzie Awards ma che, sulle note di Everything I do, I do it for you di Bryan Adams, stecchì un'altra serie di esponenti del genere femminile e infine Vizi di famiglia, una commedia meno lacrimevole, con intrecci amorosi all'interno di uno stesso nucleo composto, tra le altre, da Jennifer Aniston e Shirley MacLaine.

Ma non finisce qui. Inutile dire, infatti, che tra i generi più cari all'attore c'è l'action, prova ne siano soprattutto due successi più recenti, ovvero Three days to kill e Criminal: nel primo Kevin è un agente della CIA che, dopo aver trascurato moglie e figlia per lungo tempo (Connie Nielsen e Hailee Steinfeld), tenta di ricostruire un rapporto con loro. Lui che pedala per Parigi con una sciarpa al collo, è una vera e propria visione per noi donne e inoltre, verso la fine del film, c'è un'autocitazione di Guardia del Corpo che avrà fatto sicuramente sospirare tutte le sue fan più datate!
Nel secondo è invece un pericoloso criminale cui, grazie a un neurologo interpretato da Tommy Lee Jones, viene trasferita la memoria di un agente ucciso, al fine di sventare un attacco terroristico. Kevin che grugnisce infastidito è immensamente comico e sembra giocare con se stesso e con il suo ruolo da duro: il duo con Tommy Lee, poi, funziona a meraviglia.

Con i thriller Kevin si era cimentato già a inizio carriera, vedi Indiziato di assassinio, in cui era il principale sospettato di una serie di brutali omicidi, Trappola per un killer, con un giro di armi tra USA e Cina, o Senza via di scampo, in cui la torbida storia d'amore con Sean Young provocava le ire di Gene Hackman (anche in questo film le scene d'amore non erano affatto male – altra faccina imbarazzata ma che dire, anche l'occhio vuole la sua parte!), il tutto nell'ambiente austero della Marina Militare...e hai voglia a sospiri con Kevin in uniforme bianca candida.

Passando per Jack Ryan - L'iniziazione, in cui interpreta il mentore di Chris Pine all'interno della CIA e The Guardian – Salvataggio in mare, in cui è invece il mentore di Ashton Kutcher nella sua formazione come sommozzatore della Marina Militare, Kevin non ha certo lesinato sulle scene d'azione, siano esse con una pistola in mano, in mare aperto o su una macchina in corsa. E quanto ad azione mista a sentimento, un film bellissimo ed anche estremamente poetico è Un mondo perfetto, diretto da Clint Eastwood, in cui il nostro Kevin è un rapinatore seriale che rapisce un bambino e si dà alla fuga. Salvo poi instaurare col piccolo un tenero rapporto e suscitare la misericordia dello sceriffo che gli sta alle calcagna. Se non lo avete mai visto o non lo ricordate, rimediate alla vostra lacuna, ne vale la pena. Ma occhio a tenere i fazzoletti a portata di mano. E teneteli anche per Black or White, dramma con un sottofondo razziale in cui Kevin si misura niente meno che con l'attrice premio Oscar Octavia Spencer. In questo film, nel quale la figlia grande dell'attore fa una breve apparizione – e che lui ha presentato con fare paterno e orgoglioso ad una delle ultime Feste del cinema di Roma – Kevin è il nonno materno, vedovo, di una bimba di colore e combatte con la nonna paterna, anch'essa di colore, per l'affidamento della piccola. Una storia struggente e trattata con grande delicatezza.

Cosa si deduce dall'aver ricordato i film – quasi tutti – interpretati da Kevin Costner? Che è un attore versatile, capace di interpretare personaggi eterogenei, di adattarsi ad essi con estrema facilità e di donare ad essi grande profondità.

Non solo. Ha talmente a cuore il suo lavoro che ha fondato una società, la Water Planet Engineering, che lavora alla purificazione delle acque inquinate ed ha inoltre dato vita ad un progetto chiamato Tatanka, story of the bison – Balla coi lupi docet – che è al tempo stesso un museo nel quale sono custoditi costumi e oggetti di scena del film che gli ha portato l'Oscar, ed un parco etnografico in cui la cultura bianca incontra quella nativa. Su internet trovate le informazioni sulla tenuta e, quando mai si potrà tornare a viaggiare, potrebbe essere un'ottima meta alternativa per scoprire il South Dakota e la sua natura incontaminata.

E mi raccomando, già che ci siete, tenete d'occhio il calendario dei concerti della sua band, Kevin Costner & Modern West: perché lo sapete, vero, che Kevin è anche un cantante, dotato di una voce calda e sensuale? Basta seguire la pagina Facebook del suo gruppo musicale per scoprirlo e scoprire la passione che mette anche nel suo secondo mestiere, quello appunto di cantante di musica country rock. Ascoltate qualche brano e non ve ne pentirete.

Anche perché in questo caso, tolta ogni maschera, vedrete Kevin così com'è: genuino e gentiluomo.
Un uomo capace di raccontare con una canzone il dramma dell'uragano Katrina, un amico che al funerale di Whitney Houston ha speso, con voce rotta, parole commosse e piene di ammirazione per lei - “il dolce miracolo” -, un professionista capace di pagare di tasca propria un film come Black or White perché ci credeva e pensava recasse un bel messaggio.

Non ci sono grandi gossip su Kevin Costner che sì, ha combinato qualche pasticcio amoroso con la prima moglie, del resto i mariti fedeli a Hollywood sono davvero pochi, e ha litigato con l'amico Kevin Reynolds - perché durante la lavorazione di Waterworld, mentre lui risiedeva in una grande villa con tutti i comfort, il resto del cast e della troupe alloggiava in un comune residence - ma che, al tempo stesso, ha raccontato di scegliere con passione, e dopo lunghe chiacchierate con la moglie Christine Baumgartner, i film in cui recitare e ha dichiarato che spera di vivere altri vent'anni per potersi dedicare agli ultimi tre figli, ancora piccoli.

Chi scrive ha avuto la fortuna di incontrare l'amato Kevin in due occasioni: la sua cortesia è innegabile e il suo sorriso è luminoso e sincero. L'attore, a differenza di certi colleghi ben più giovani, non si è comportato da star e ha fatto fotografie con i fan e rilasciato loro una sfilza di autografi. Ha parlato a lungo di sé, del suo lavoro e delle sue scelte e ascoltarlo è stato un piacere.

Kevin Costner è una vera leggenda. Un professionista poliedrico, appassionato e, come direbbe Ben Stiller, “bello bello in modo assurdo”.