Karlovy Vary International Film Festival: giorno 5

Prima di parlare dei film in concorso, merita spazio quello di Tarik Saleh, regista di famiglia egiziana, nato a Stoccolma nel 1972. Già’ in concorso nella Settimana della critica di Venezia nel 2010 con Metropia, ha presentato nella sezione Horizons il film premiato a Sundance, The Nile Hotel Incident, 109 minuti tra detective story e film noir, calorosamente applaudito. Per chi volesse capire perché non si verrà mai a capo del caso Regeni, basta vedere questo film per avere il quadro di una polizia in un paese nel quale non è al servizio del cittadino, ma chiaramente del potere e di se stessa, la cui posizione di forza le permette di ricattare e di tessere commerci. Protagonista un giovane capitano, il detective Naredine, che ha appena perso la moglie in un incidente stradale, e che viene chiamato in un prestigioso albergo del Cairo. Una giovane donna e’ stata uccisa, probabilmente una prostituta, e il capo della polizia vorrebbe chiudere subito il caso. Siamo nel 2011, l’anno della rivolta contro Mubarak, e Naredine scopre tramite foto di un ricattatore e la testimonianza di una donna delle pulizie, una ragazza del Sudan pagata a giornata, che un membro del Parlamento è coinvolto nell’assassinio di quella che risulterà essere una famosa cantante. Il capitano tenterà di convincere il suo superiore, che tra l’altro è anche suo zio, ma questi ha già fatto terra bruciata intorno al caso consentendo alla polizia segreta di eliminare eventuali sospetti, e per tranquillizzarlo lo nomina colonnello. Tuttavia Naredine è roso da un senso di colpa: la coscienza non lo lascia dormire e decide di venirme a capo a costo della vita. Sarà la battaglia di Don Chisciotte contro i mulini a vento: la corruzione è la regola, e lui l’irregolare. Teso dall’inizio alla fine, veicolato dalla grinta dell’attore Fares Fares (Naredine) e da atmosfere da film noir, il film di produzione svedese, tedesca e danese merita una distribuzione internazionale e potrebbe arricchire gli eventuali distributori.

Meno interessanti i due film in concorso. Strana la scelta dei cechi con Krizacek (Il piccolo crociato), secondo film di Vaclav Kadrnka, 44 anni, presente alla Berlinale del 2011 col film Eighty Letters (Ottanta lettere). Tratto dal poema di Jaroslav Vrchlicky, il film si svolge nel Medio Evo intorno ai sogni di un bambino che desidera diventare cavaliere e partire per le crociate. Unico discendente del cavaliere Borek (Karel Roden), Jan indossa elmo, corazza e spada, e parte di notte per la Terra Santa. Al mattino, scoperta la fuga del bambino, Borek si arma e parte a cavallo alla sua ricerca. Durante novanta minuti seguiamo il cavaliere, sempre in ritardo sulle tracce del figlio, unirsi a un giovane crociato diretto a Gerusalemme, incontrarsi e scontrarsi con persone che sembrano nascondergli il passaggio di Jan. Sempre più diperato e confuso, confonde i luoghi che attraversa con i paesaggi oscuri della sua coscienza. Nel finale felice, ritrova il bambino e si congeda dal crociato che s’imbarca per la Terra Santa. Girato in Italia, un piccolo film sulla leggenda di alcune migliaia di bambini desiderosi di difendere il Santo Sepolcro.

Piu’ concreto il film rumeno in concorso, Breaking News di Iulia Rugina, 35 anni, e al suo terzo film. 81 minuti sul dramma interiore di un reporter della Tv che vede il suo cameraman morire durante la filmazione del crollo di una vecchia fabbrica. Richiesto di preparare un profilo del collega, e sentendosi in parte colpevole, Alex (Andi Vasluiano) tenta di intevistare i familiari dello scomparso, ma sia la moglie che i genitori rifiutano qualsiasi collaborazione. Tenta di contattare la figlia quindicenne (Voica Oltean) del collega, ma l’adolescente è riottosa. Vedeva raramente il padre e non ne conserva un buon ricordo. Mancano pochi giorni al Natale: Alex ha problemi con sua moglie e con la figlia perche’ il lavoro lo tiene lontano da casa, ma lui vuol venire a capo della vicenda e segue l’adolescente fino a scoprire comportamenti a lui sconosciuti del collega morto e a rivelare alla ragazza l’affetto che il padre nutriva per lei. Dopo tante vicissitudini, un finale sereno in un film teso che mette a nudo le servitu’ e i rischi del lavoro dei reporter.

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