Karlovy Vary International Film Festival: giorno 1
Inaugurato in grande spolvero il 52nd Karlovy Vary International Film Festival, preceduto da musiche dall’orchestra sinfonica e dalla presentazione di attori famosi, capeggiati dalla splendida Uma Thurman che col suo metro e ottantotto li sovrastava tutti. Il film d’inaugurazione, presentato fuori concorso, The big Sick di Michael Showalter, non ha deluso ne entusiasmato. Dura due ore e racconta di un giovane pachistano in America la cui madre vuole che si sposi con una ragazza pachistana. Niente di nuovo a parte il fatto che il giovane tenta le vie del cabaret, si oppone alla visione ancestrale della madre e ha una relazione con una biondina che si ammala di un morbo sconosciuto, e tra scontro entnico e ricerca delle origini del male il film si chiude con un finale felice.
Prevedibile e monotono il primo film in concorso. Muškarci ne placu (Gli uomini non piangono) del nativo di Serajevo Alen Drijevic, noto e premiato documentarista che esordisce nel film di finzione. Quasi vent’anni dopo la fine della guerra dell’ex Jugoslavia, veterani serbi, croati, bosniaci vengono invitati in un albergo di montagna a riunioni di gruppo che analizzando episodi della loro guerra li aiuti a liberarsi dei fantasmi del passato. Gli incontri, invece, si trasformano in scontri violenti: c'è chi abbandona il gruppo, chi mena le mani e chi tenta di suicidarsi. “Realizzando il film abbiamo tentato di utilizzare lo stile documentaristico”, afferma il regista. “Ho lasciato gli attori improvvisare. Avevamo un’idea di base, ma abbiamo lasciato libertà agli attori e li abbiamo seguiti”. Ne risultano 98 minuti di sedute di gruppo in un interno con una riappacificazione programmata.
Più’ vivace il secondo film in concorso, il russo Aritmiya di Boris Khlebnikov, 45 anni. Premiato a Venezia e in concorso a Berlino, il regista è qui con un film brand new di 116 minuti che attraverso la lunga crisi di un trentenne paramedico sposato con una medico chirurgo, (la crisi è considerata come un’aritmia), lascia anche intravvedere difficoltà, pericoli e incomprensioni del lavoro dei paramedici. Protagonista è Oleg, ex ragazzo debole e immaturo, che a trent’anni è diventato impulsivo e decisionista. Spesso va oltre le regole, mettendoci del suo per tentare di salvare persone in pericolo, e mette in pericolo anche se stesso bevendo e comportandosi in maniera introversa e scontrosa con la moglie che dopo alcuni scontri verbali gli chiede il divorzio. Katya, la moglie, è medico al pronto soccorso, dove spesso si incontrano. Professionista apprezzata e donna equilibrata e consapevole, ne ha abbastanza dei lamenti e delle sbornie del marito che sembra non voler crescere. Girato a Yaroslav, il film mette a fuoco anche il problema del traffico nelle cosiddette piccole città, ma indaga le relazione dei due all’interno del piccolo appartamento che dividono e per larga parte il film ha una sua densità narrativa. Si perde nella parte finale che sembra non corrispondere all’impianto iniziale e regalare una sorta di “vogliamoci bene”. I due attori, Alexandre Yatsenko, Irina Gorbacheva.
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