Karlovy Vary International Film Festival, 55ª edizione - Giorno 5

Shawkat Amin Korki, nato nel Kurdistan iracheno nel 1973, vi ritorna dopo 25 anni di esilio in Iran, e diventa uno dei più importanti registi iracheni realizzando nel 2014 il suo terzo film, Memories on Stone, che ha concorso agli Oscar per l’Iraq. La sua quarta regia, Ezm?n, (L’esame), oggi in concorso per il Globo di Cristallo del 55th Karlovy Vary International Film Festival, affronta i guasti dei matrimoni combinati che affliggono tante ragazze irachene. Shilan, sposata a un pescivendolo e madre di una bambina, vorrebbe proteggere la sorella minore, Rojin, che il marito ha promesso in sposa a un collega. Soltanto l’ammissione all’università potrà giustificare il rifiuto di Rojin, ma gli esami sono complicati e Shilan farà di tutto per aiutarla. Afflitta dalla scomparsa del giovane col quale aveva un legame affettivo, e dopo un tentativo di suicidio, Rojin asseconda la sorella che è entrata in contatto con un gruppo che la fornisce di Bluetooth mediante il quale ricevere i risultati durante le prove d’esame. Shilan impegna anche i suoi gioielli per sostenere la sorella che supera i primi giorni d’esame, ma il marito, in totale disaccordo, denuncia la cognata che verrà sospesa per due anni. Di Rojin si perdono le tracce. Shilan affronta il marito a muso duro, ma le leggi del paese sono contro di lei. Ambientato negli ultimi giorni prima della sconfitta dell’ISIS, il film si svolge durante novanta minuti di tensione, quasi un thriller per illustrare il tentativo di proteggere le scelte individuali dell’adolescente. Molto incisiva Avan Jamal nella parte di Shilan.

   Conflitti e tensioni anche nel film d’esordio del canadese Nicolas Roy, Guerres, che non descrive azioni di guerra ma lo scontro tra un sergente istruttore e una recluta, Emma, figlia di un ufficiale decorato. Per liberarsi di un opprimente senso di vuoto esistenziale, la ragazza dà il meglio di sé nell’addestramento e nel rispetto delle regole. Tuttavia, tra lei e Richard, sergente sulla cinquantina, si stabilisce una relazione silenziosa, morbosa, fatta di attrazione e avversione. Uscendo dalla doccia Emma s’imbatte nel sergente: si guardano senza parlare, ma quando lui le posa una mano sulla spalla, lei gli si avvicina e si abbracciano. Poi, pentito, il sergente la fa cadere e infuriato le si getta sopra. Ne segue una difficile convivenza in seno all’esercito. Lui si rifiuta di incontrarla in privato; lei partecipa ad alcune sedute di ausiliarie molestate. Quando, per soffocare un eventuale scandalo, il militare viene comandato all’estero, lui si presenta, pistola alla mano, nella camera della ragazza. Si direbbero 84 minuti appesi e un filo, in una sorta di psicodramma dove l’interesse per i due protagonisti non riempie lo spazio di un film.

   Nella sezione Orizzonti un insolito film, che ha avuto il battesimo alla Quinzaine di Cannes, prodotto da Italia, Argentina e Francia, Re Granchio, di due trentacinquenni: Alessio Rigo de Righi, nato negli USA, e il romano Matteo Zoppis. Interpretato da Gabriele Silli, il film si divide in due parti: la prima nella campagna laziale, la seconda nella Terra del Fuoco. Ambientato agli inizi del Novecento narra le stravaganze del figlio di un medico, Luciano: passeggiatore solitario e libero pensatore dedito all’alcol. Inviso a principi e gendarmi, innamorato di una contadina, il giovanotto, dopo un fatale atto di protesta, viene fatto espatriare segretamente dal padre. Lo ritroviamo in Patagonia, nei panni di un sacerdote ucciso da selvaggi il quale gli ha confidato il segreto di un tesoro nascosto dal capitano di un veliero sul fondo di un lago. E gli ha lasciato un grosso granchio che dovrebbe indicargli il cammino. Dovrà però vedersela con quattro spietati cercatori d’oro, sui quali avrà la meglio e, trovato il lago, ricorderà la contadina che sarebbe potuta diventare il suo vero tesoro. Narrato da anziani emigrati italiani intorno a un tavolo d’osteria, e accompagnato da canzoni e stornelli d’epoca, il film dura 106 minuti e si configura come un’insolita ballata in due tempi con un protagonista, eroe suo malgrado

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(Foto: Re Granchio. Credit: Film Servis Festival Karlovy Vary)

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