Incontro stampa La corrispondenza

“David Bowie era una grandissima persona, ha dato una grandissima impronta musicale; io non vedo l’ora di ascoltare il suo nuovo album, tramite cui continua a comunicarci”. Così, un intristito  Jeremy Irons ha ricordato il cantautore britannico durante l’incontro con la stampa tenutosi a Roma per presentare La corrispondenza di Giuseppe Tornatore, di cui è protagonista insieme a Olga Kurylenko e che approderà nelle sale cinematografiche il 14 Gennaio 2016 per 01 Distribution. Presenti all’incontro anche l’attrice ed il regista, il quale, tra l’altro, non ha mancato di esprimere la propria contentezza per la vittoria di Ennio Morricone (autore della colonna sonora) ai Golden Globe grazie a The hateful eight di Quentin Tarantino.

D: La tecnologia oggi ha cambiato molto il cinema. Questo film vuole forse rappresentare un personale dialogo con una tipologia di cinema ormai morto?

Giuseppe Tornatore: Non ho mai ritenuto che il cinema fosse morto o che stesse per morire. Da sempre, il cinema è stato una continua trasformazione che, oggi, magari, avviene in maniera più veloce rispetto a molti anni fa, perché ogni pochi mesi arriva un nuovo mezzo tecnico. Potremmo dire che il cinema è fatto di un codice particolare, perché il fotogramma non c’è più già nel momento in cui raggiunge la retina.

D: Come è nata la storia del film?

Giuseppe Tornatore: La storia nasce da uno spunto di circa quindici anni fa che, però, allora mi sembrava fantascientifico. Essendo cambiati i tempi, ci ho rimesso mano e non sentivo più quel clima di fantascienza. Originariamente, vi erano più figure femminili e una sola maschile.

D: Come è caduta la scelta su Olga Kurylenko e Jeremy Irons?

Giuseppe Tornatore: In genere, ti vengono mille idee, cominci a contattare attori, poi senti che il personaggio c’è. Per Irons, tra l’altro, l’identikit di Ed non ci portava a molti volti e lui fu uno dei primi con cui entrai in contatto, via Skype. Era perfetto.

D: Vedendo i suoi film, viene da pensare che per lei l’amore sia complicato...

Giuseppe Tornatore: Io non ricordo una storia d’amore che non possedesse un elemento di difficoltà. Anche perché, come diceva Cesare Pavese, è la difficoltà che desta l’interesse.

D: I due protagonisti parlano quasi esclusivamente tramite Skype...

Giuseppe Tornatore: Jeremy e Olga hanno soltanto una scena in cui interagiscono fisicamente, poi si parlano soltanto via Skype. Tutti i videomessaggi sono stati girati per primi e abbiamo fatto tutto con un vero collegamento Skype, ma nella stessa città e tenendoli distanti tra loro.

D: Quanto si è divertita Olga Kurylenko nel ruolo?

Olga Kurylenko: Ho letto questa sceneggiatura decisamente speciale, una storia d’amore raccontata in modo così diverso, quindi volevo assolutamente ottenere il ruolo. Tra l’altro, è la prima volta che lavoro con un regista italiano e amo molto il cinema internazionale, ma sono sempre stata una grande fan di Giuseppe Tornatore, perché i suoi film hanno personaggi femminili molto interessanti. Il protagonista ama questa donna al punto tale che non riesce a lasciarla andare. Penso che si tratti della vera rappresentazione dell’amore.

D: Credete nell’immortalità dell’amore?

Olga Kurylenko: Il film mette sicuramente in luce il fatto che internet e i telefoni cellulari possano aiutare la comunicazione, però ritengo che l’amore vero sia immortale. Ho trovato molto bello il parallelismo con le stelle, lontanissime da noi. Se l’amore è vero, continua comunque, se termina, non è vero. È veramente impossibile smettere di amare qualcuno, anche quando è ciò che stai pensando di fare.

Jeremy Irons: Diciamo che l’amore è immortale nel senso dello spirito, ma, essendo mortali noi umani, non può che essere mortale. Devo dire che tutte le persone che ho amato rimangono dentro di me. Penso che l’amore sia una forma di comunicazione e che l’arte, quando ha successo, dovrebbe essere in grado di comunicare. L’amore è simile alla comunicazione, nel senso che deve esserci chi da e chi, dall’altra parte, riceve, e ciò dovrebbe accadere anche nell’arte.  

D: Jeremy Irons ha dichiarato che questo personaggio gli somiglia moltissimo...

Jeremy Irons: L’ho detto? Che cosa stupida da dirsi (ride). Il mio personaggio è un astrofisico che studia il cielo e si innamora di una studentessa con cui ha una storia di sei anni. È stato interessante per me vedere un rapporto tra due persone che non sono più l’una di fronte all’altra e che si sviluppa e va avanti tramite internet. Oggi succede frequentemente che due persone si conoscano prima in rete, poi fisicamente; in questo film avviene il contrario. Personalmente, non credo che la tecnologia possa aiutare la comunicazione a livello di sentimenti. Oggi si scrive velocemente, non c’è più il tempo di riflettere che consentivano le lettere quando mettevi inchiostro su carta e dovevi spedirle. Quando devi comunicare sentimenti ed emozioni è necessario che la persona le percepisca. Su questo aspetto, mi preoccupano un po’ le moderne generazioni.